Tu, la matematica e gli spaghetti alla carbonara

Sono arrivato a credere che la matematica, in quanto scienza investigativa, disciplina pratica e arte creativa, condivida molte caratteristiche con la cucina. Non sono solo gli spaghetti alla carbonara, è l’intera questione di inventare dei piatti e prepararli. È un’analogia che ha delle conseguenze.

Mi presento: sono un matematico professionista, un appassionato di cucina e un buongustaio. Le idee di questo saggio sono il concentrato di anni di ragionamenti formali, esperimenti culinari da matti e piatti avventurosi. In breve ho riscontrato questo:

Faccio matematica per molte delle ragioni per cui cucino.

Uso lo stesso metodo per risolvere i problemi sia in matematica che in cucina.

Giudico i piatti e i compiti di matematica attraverso molti criteri in comune.

Insieme queste osservazioni suggeriscono un’immagine della matematica (o della cucina) molto diversa rispetto all’immaginario popolare. L’analogia è divertente e il risultato è liberatorio.

I MIEI MOTIVI

In entrambi i campi ciò che mi motiva sono la curiosità e le emozioni. Sono cresciuto leggendo la colonna dei giochi matematici di Martin Gardner sul Scientific American. È difficile descrivere quanto fossero eccitanti. Ho letto riguardo a paradossi logici, esaflexagoni, rep-tile e del Dr. Matrix. Ho piegato flexagoni e ho tormentato i miei compagni di classe con i paradossi. È stato emozionante.

Allo stesso tempo ho vissuto emozioni diverse. Ricordo esattamente la prima volta che mia madre ha preparato la torta di mele. Ricordo la volta in cui mio padre ha grigliato una bistecca di tonno. Ricordo la prima volta in cui ho assaggiato un Whiskey Sour. Nel complesso, tutte queste esperienze hanno fatto di me quello che sono oggi: un ricercatore di emozioni, un ghiottone della matematica e del gusto.

Inoltre ho giocato con il cibo e l’ho fatto interagire con la matematica per soddisfare un’insistente curiosità.

Cosa accade se combino chartreuse e avocado?

Dove posso finire se inizio da un angolo di questa figura e comincio a rimbalzare i lati?

Quali verdure posso caramellare?

Quanto del piano infinito posso coprire con quadrati di diversa grandezza? 

SOLUZIONE DEI PROBLEMI

Sono stati scritti molti libri sulla risoluzione dei problemi matematici. E molti, moltissimi libri sono stati scritti sulla cucina. Ma c’è un principio che è fondamentale per entrambe le discipline. Potrebbe essere addirittura l’unico principio essenziale della soluzione dei problemi:

Fare errori.

Fare degli errori e imparare da essi. È il metodo migliore in entrambi i campi.

È difficile insegnarlo agli studenti. Loro credono che i matematici prima capiscano le cose e poi agiscano. Ma non è quello che fanno. Ci lanciamo e mettiamo tutto sottosopra. È il modo migliore per vedere cosa sta succedendo.

Supponiamo che vi venga chiesto di trovare un numero tale che triplicandolo sia lo stesso che aggiungergli 12. Se conoscete l’algebra, scriverete:

3 x n = n + 12

E lo risolvereste per n. Ma diciamo che non conoscete l’algebra. Buttatevi, quindi. Credi che sia dieci. Funziona? Triplicando per 10 ottieni 30, ma aggiungendo 12 ottieni 22.

3 x 10 = 30 10 + 12 = 22

30 non è uguale a 22. Riproviamo. Credi sia 12 (dopotutto, è uno dei numeri del problema). Ma triplicando 12 si ottiene 36 e aggiungendo 12 si ottiene 24.

3 x 12 = 36 12 + 12 = 24

Quindi con 12 è ancora peggio! Muoviamoci in un’altra direzione. Prendiamo 8. Triplicando 8 si ottiene 24. Aggiungendo 12, si ottiene 20.

3 x 8 = 24 8 + 12 = 20

Ci sei vicino! Forse la prossima ipotesi è 6. Se lo è, hai risolto il problema.

3 x 6 = 18 6 + 12 = 18

Fare un salto verso l’ignoto è anche il metodo migliore per imparare a cucinare. I cuochi casalinghi spesso sono riluttanti a preparare il pane. Credono che devi conoscere quello che fai prima di iniziare a mettere gli ingredienti nella ciotola. Tuttavia questa convinzione può impedirti di cucinare la tua prima pagnotta.

Non sostengo comunque che fare errori sia semplice. Ci vuole coraggio (alcune volte). Ci vogliono anche perseveranza e duro lavoro. Ma ciò di cui non si ha bisogno è ‘una mente matematica’. 

ESTETICA

Alcuni piatti sono meravigliosi per la loro essenzialità e per il loro sapore pulito e semplice. Il cheesecake, per esempio.

Allo stesso modo una figura matematica può attrarre per la sua struttura pulita e semplice.

D’altro canto, alcuni cibi sono ammirati per la complessità del loro sapore. Per esempio, il vino.

Nello stesso modo, una struttura matematica può essere irresistibile per il suo mistero e la sua profondità.

‘Semplicità’ e ‘complessità’ sono solo due estetiche che la matematica e la gastronomia condividono. Altre sono ‘l’eleganza’, ‘la giocosità’ e ‘la novità’.

PUOI FARLO

Adesso hai l’analogia: una somiglianza moderatamente forte tra la matematica e la cucina. Cosa suggerisce questa somiglianza?

Bene, prima di tutto ho sostenuto che la chiave del successo in matematica è fare degli errori. L’accettare questo principio ti spinge ad accettare un’idea veramente potente. Se fare degli errori è la chiave, allora tutti possono cucinare. E tutti possono fare matematica.

Seconda cosa, la somiglianza indica che la matematica ha un’estetica. I matematici credono in questo. Anche tu dovresti. Puoi scegliere i vincitori (mi piace quella matematica) e i perdenti (quella roba mi annoia). È quello che facciamo. Amo la logica e la geometria, ma non chiedetemi di statistica.

Molti studenti ci arrivano intuitivamente con la storia, la letteratura e la scienza. Tuttavia la matematica sembra diversa. La matematica, temono, è il giudice. Alla matematica, pensano, o piaci o non piaci.

Ma se non ti piace il cibo che ti viene servito in un ristorante, vai da un’altra parte, giusto?

Adesso gli studenti di oggi vanno da qualche altra parte. Però molti lo fanno perché sentono di non avere altra scelta; loro non piacciono alla matematica. Scordatevelo! La matematica non ha preferenze. Se molli la matematica, lo fai perché secondo il tuo giudizio, la matematica non ha attrattive.

La terza conseguenza deriva dalle prime due, ed è la migliore di tutte. Se gli studenti lavorano duro, se fanno degli errori, se perseverano, avranno successo in matematica. Tuttavia se gli studenti trovano che la matematica sia odiosa, non vorranno continuare.

L’obiettivo più importante di ogni corso di matematica non è che gli studenti imparino – questo è secondario. L’obiettivo reale è semplice: aiutare gli studenti ad amare la matematica.

Articolo in inglese: ‘Mathematics, Spaghetti Alla Carbonara and You

 
Articoli correlati