Quello di Trump è un discorso di importanza storica

Di Diana Zhang

Non ha ricevuto l’attenzione mediatica che avrebbe meritato, ma il discorso di Trump del 29 maggio è probabilmente uno dei più significativi nella storia dei presidenti degli Stati Uniti. Le parole di Trump sono infatti arrivate subito dopo che Pechino ha approvato la legge sulla ‘sicurezza nazionale’ a Hong Kong – privandola di libertà fondamentali – e mostrano che la Casa Bianca sta finalmente adottando l’approccio più giusto nei confronti della Cina.

Il discorso del presidente degli Usa ha toccato quattro punti fondamentali.

Fine dei rapporti con l’Oms

Per prima cosa, Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti troncheranno i loro rapporti con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Quest’ultima ha infatti seguito le direttive di Pechino durante l’intero sviluppo dell’epidemia del nuovo coronavirus. Il risultato è stato che non ha avvertito il mondo dello scoppio della polmonite virale a Wuhan.

L’Oms ha inoltre continuamente tessuto le lodi del Partito Comunista Cinese (Pcc), prendendolo a modello, e ha conferito alla malattia il nome ‘Covid-19’ per eliminare quella parola [Wuhan, ndt] che rimandava alla Cina. Infine ha rifiutato ogni richiesta di riformare l’Organizzazione.

Ma dato che gli Stati Uniti hanno versato all’Oms una quantità di fondi che supera di dieci volte i contribuiti della Cina, per quale motivo l’Oms ha seguito Pechino? Se da una parte infatti gli Usa hanno contribuito all’Organizzazione e al suo operato nel complesso, dall’altra il Pcc si è concentrato solamente sul posizionare all’interno dell’Oms delle personalità sotto il suo controllo.

Visti revocati

In secondo luogo, gli Stati Uniti stanno revocando i visti di alcuni ‘studenti’ cinesi che provengono da centri di ricerca militari e università militari. Il Pcc ha infatti inviato negli Stati Uniti il suo personale militare e i suoi funzionari (nelle vesti di normali studenti o con il pretesto di ‘scambi culturali’) affinché ottenessero il miglior addestramento.

In Cina non c’è confine tra l’uso militare e civile, che sia nell’utilizzo della tecnologia o di questioni interne alle aziende. Qualunque cosa il Pcc voglia usare, la usa: rivendica la proprietà di tutto e di tutti in Cina. Gli Stati Uniti hanno finalmente capito questo fatto. E tale consapevolezza è un passo importante per arginare la perdita della proprietà intellettuale, soprattutto quella relativa alla sicurezza nazionale.

Trasparenza dalle aziende cinesi

Il terzo punto è che gli Stati Uniti richiederanno trasparenza dalle società cinesi quotate nelle borse americane, e le tratteranno con gli stessi standard applicati alle società statunitensi.

In Cina è un segreto di Pulcinella il fatto che le società cinesi, comprese alcune società statali in bancarotta, hanno creato resoconti patinati per arrivare a Wall Street. I cinesi usano proprio il detto «raccogliere denaro a Wall Street». E si rifiutano di rendere trasparenti i loro registri contabili come fanno invece le altre società, le cui azioni sono vendute nelle borse americane.

È incredibile che abbiano potuto farla franca per così tanto tempo, con così tanti americani che investono in società mal gestite e in molte società militari. Gli americani stanno pagando le loro tasse per costruire l’esercito americano, mentre allo stesso tempo investono nell’esercito del Pcc, che ha il chiaro obiettivo di battere gli Stati Uniti.

Stop a status speciale a Hong Kong

Infine, Trump revocherà lo status di libero scambio a Hong Kong, dato che il Pcc sta togliendo alla città l’ultimo briciolo di autonomia. Il Pcc ha usato Hong Kong come una finestra per ottenere dollari e alta tecnologia dall’Occidente; e gli Stati Uniti hanno perso molto a causa di questa speciale attenzione riservata a Hong Kong: una rispettabile facciata che favorisce le macchinazioni del Pcc. In effetti, è il momento giusto per chiudere questa scappatoia che dà al Pcc libero accesso ai finanziamenti e alla tecnologia negli Stati Uniti.

Con queste mosse, l’amministrazione Trump sta prendendo seri provvedimenti per proteggere la ricchezza e la tecnologia del Paese. E l’approccio è finalmente quello giusto: separazione!

Manca però almeno un pezzo importante. Gli Stati Uniti non dovrebbero consentire l’uso di social media cinesi come WeChat e TikTok nel Paese. Questo ripristinerebbe la reciprocità, dal momento che il Pcc non ammette i social media americani in Cina.

C’è un folto gruppo di cinesi attivi sui social media negli Stati Uniti. Attaccano Trump, fingono di essere americani di sinistra e si divertono a esercitare la libertà di parola. Questo approccio è riuscito a influenzare un’elezione di importanza critica per il sindaco di Kaohsiung a Taiwan nel 2018. E il loro obiettivo è quello di influenzare le elezioni negli Stati Uniti e di cogliere al volo ogni occasione per attaccare i valori americani.

Trattare con i comunisti

Negli ultimi anni, Trump ha cercato di concludere un buon accordo commerciale con la Cina. Questo è in realtà un grande spreco di tempo.

Quando un Paese libero dialoga con un regime comunista, non c’è modo di ottenere una situazione vantaggiosa per entrambi. Robert Lighthizer ha svolto un ottimo lavoro per il presidente Ronald Reagan, quando gli Stati Uniti erano in ‘guerra commerciale’ con il Giappone. Ma il Giappone è una società umana.

Un negoziato con il Pcc è molto diverso, e molto più difficile. Con un regime comunista, è come cercare di ragionare con un diavolo. Ecco perché tutti i negoziati finiranno per essere una perdita di tempo. Trump vuole combattere come un gentiluomo, un gentiluomo intelligente. Ma nel negoziare con un regime malvagio – un diavolo – una mentalità umana non ha possibilità di vincere. L’unica via d’uscita è la separazione.

Il Pcc ha sempre visto gli Stati Uniti come il suo nemico numero uno. La sua strategia è indebolire gli Stati Uniti, rovinarli e poi distruggerli. I comunisti vedono i valori del mondo libero come la più grande minaccia. Purtroppo, il Pcc [ingannando le persone e portandole dalla sua parte, ndr] è stato abbastanza efficace nel raggiungere il suo obiettivo.

L’arresto di George Floyd sarebbe scaturito dal suo tentativo di usare una banconota falsa da 20 dollari in un negozio. Da dove viene questa banconota? Speriamo in un’indagine che ne scopra presto l’origine. Secondo un resoconto di Usa Today del 28 gennaio, i funzionari della U.S. Customs and Border Protection hanno confiscato 45 scatole di banconote contraffatte del valore di 900 mila dollari, «tutti in banconote singole».

«Le banconote in dollari sono state scoperte a dicembre al valico di frontiera International Falls del Minnesota, in una spedizione proveniente dalla Cina», si legge nel rapporto.

La contraffazione di una banconota da un dollaro ha un basso valore economico, a meno che non si tratti di una strategia nazionale. In una società strettamente controllata come la Cina, non è possibile stampare moneta statunitense o produrre ed esportare droga – come il fentanil – senza il coinvolgimento di funzionari del Partito.
Il libro Unrestricted Warfare, scritto da due colonnelli dell’Esercito Popolare di Liberazione, riporta le strategie non convenzionali che il regime cinese può utilizzare per sconfiggere gli Stati Uniti. Non è solo un libro, ma un progetto.

Gli Stati Uniti, come leader del mondo libero, hanno la responsabilità di contrastare il regime comunista, per proteggere la libertà in questo mondo. E mentre gli Stati Uniti difendono la libertà sul Pianeta, stanno anche lottando per la libertà del popolo cinese, basta guardare agli americani che si schierano con il popolo di Hong Kong.

Questo è un momento storico. Non è una lotta tra Stati Uniti e Cina. Non è una lotta tra razze. Questa è una lotta tra il bene e il male, tra libertà e totalitarismo.

 

Diana Zhang, dott.ssa di ricerca, è una scrittrice dello staff con 20 anni di esperienza nello studio della Cina. Abita negli Stati Uniti e usa uno pseudonimo per proteggere i suoi familiari in Cina.

Le opinioni espresse in quest’articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

 

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Articolo in inglese: Trump’s New Speech on China Is a Turning Point in History

 
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