Vaticano: intollerabile il traffico di organi in Cina

ROMA — Il 7 e l’8 febbraio 2017 al Vaticano si è tenuto il summit internazionale sul traffico di organi; tra i partecipanti figura anche il nome della Cina, la cui attività proprio in materia di trapianti ha sollevato non pochi sospetti negli ultimi anni: l’avvocato canadese David Matas, con la sua dettagliata indagine, ha infatti portato alla luce un losco giro d’affari attorno al prelievo forzato d’organi ai danni dei prigionieri di coscienza in Cina; quello che emerge dall’inchiesta è che il racket è gestito direttamente da una parte occulta del governo cinese, e che le proporzioni del fenomeno sono molto vaste.

A rappresentare la Cina al summit c’è Huang Jiefu, capo del programma statale cinese sul trapianto d’organi, che da tempo promette di riformare il sistema dei trapianti in Cina. Una riforma sulla cui reale attuazione permangono forti e fondati dubbi.

Ecco perché, la Dafoh (Doctors against organ harvesting, l’Ong internazionale Medici contro il prelievo forzato di organi, ha espresso la sua profonda preoccupazione in merito alla partecipazione della Cina a questo summit; quel che più preoccupa la Dafoh è che Huang Jiefu, davanti al palcoscenico internazionale offerto dalla Santa Sede, possa usare il Vaticano per coprire, con le sue rassicurazioni basate su riforme di facciata, quello che, dalle prove emerse, appare uno dei più gravi crimini contro l’umanità.

La preoccupazione della Dafoh sulla partecipazione della Cina al summit, è più che fondata se si pensa anche al fatto che in gioco ci sono diversi interessi e pressioni internazionali, che potrebbero rendere difficoltoso, anche da parte di chi al summit è a conoscenza delle responsabilità della Cina, un intervento di opposizione o perlomeno una richiesta di chiarimento da parte della Cina stessa. Questa sorta di ‘omertà obbligata’, continuerebbe a lasciare il fenomeno nell’ombra e le responsabilità impunite.

Nell’inchiesta di David Matas si parla infatti di centinaia di migliaia, se non milioni, di innocenti uccisi per i loro organi, poi venduti al mercato nero. Dall’inchiesta di Matas emerge, infatti, che in Cina, tutti i prigionieri di coscienza (che per la maggior parte sono praticanti della disciplina spirituale di meditazione del Falun Gong) rinchiusi nei campi di concentramento possono diventare in qualsiasi momento fonte di organi e quindi di profitto per lo Stato cinese.

Per creare una consapevolezza nell’opinione pubblica su questo problema, la Dafoh ha organizzato una conferenza stampa all’Hotel Oxford di Roma. La conferenza si è svolta in concomitanza con il summit in Vaticano. Tra gli invitati c’era anche il senatore e medico Maurizio Romani, membro della Pafoh (Parliamentarians Against Forced Organ Harvesting, Parlamentari contro il prelievo forzato di organi) e promotore della legge da poco approvata in Italia contro il traffico illegale di organi.

La portavoce della Dafoh, Gina Sturdza, ha dato il via alla conferenza con queste parole: «La partecipazione della Cina al summit al Vaticano arriva senza nessuna prova che il prelievo forzato di organi in Cina sia realmente finito, a causa della mancanza di trasparenza della Cina».

A parlare per primo è stato Carlos Iglesias, avvocato dei diritti umani e consulente legale Dafoh: «In quanto avvocato volontario per i diritti umani posso dire che le giornate che si celebrano in Vaticano oggi e domani con il titolo ‘Traffico di organi e turismo dei trapianti’, verranno utilizzate dalla Cina e dai suoi oscuri rappresentanti, Huang Jiefu e Wang Haibo, per lavare i terribili crimini commessi dal Partito Comunista Cinese, il prelievo forzato di organi e le uccisioni di centinaia di migliaia di persone innocenti».

«Il 20 luglio 1999, sotto la direzione dell’allora presidente cinese Jiang Zemin, il Partito Comunista Cinese lanciò una brutale persecuzione contro quasi 100 milioni di cittadini cinesi, per il solo fatto che esercitavano le proprie credenze spirituali, di essere praticanti dell’antico insegnamento spirituale cinese chiamato Falun Gong e che credevano nei principi di Verità, Compassione e Tolleranza. In Cina così tanti praticanti, così tante persone con standard morali, comportamenti etici e credenze spirituali, erano troppe per essere accettate dalla dittatura del pensiero unico e ateo del Partito comunista cinese […] Ma il Partito Comunista Cinese aveva programmato un finale ancora peggiore per questa persecuzione di milioni di praticanti del Falun Gong, configurando il crimine di prelievo forzato di organi, uccidendo su grande scala negli ultimi 12 anni, centinaia di migliaia di persone, estirpando i loro organi per offrirli a stranieri, all’interno di un commercio multimilionario, illegale e sanguinario».

«Informazioni indipendenti elaborate dall’organizzazione canadese per i diritti umani rappresentato da David Kilgour, David Matas e dal giornalista Ethan Gutmann forniscono prove di questi crimini, prove avvallate dalla Risoluzione del Parlamento Europeo del 12 dicembre 2013 e dalla recente Dichiarazione Scritta del Parlamento Europeo 48/2016, che condanna questi crimini di prelievo di organi in Cina e ne chiede l’immediata fine».

«Con questa conferenza di due giorni in Vaticano, si vuole offrire al mondo una riflessione per evitare il traffico di organi e il turismo dei trapianti, che si è rivelato una nuova forma di schiavitù, per usare le parole di Sua Santità Papa Francesco. Ma il nostro dovere, qui e ora, è quello di dare un segnale di allarme affinché né il Papa né il Vaticano siano ingannati e la loro immagine venga usata per dare ossigeno a dei criminali contro l’umanità».

Il senatore Maurizio Romani, ha proseguito parlando della sua legge contro il traffico di organi da poco approvata, e nata proprio dalla sua stessa presa di coscienza: «Le prime volte che io ho parlato di questo in parlamento tutti dicevano “non è possibile”; e quando ho portato poi un filmato e dei documenti su questa situazione, tutti hanno capito che ci eravamo semplicemente girati dall’altra parte; è difficile pensare che nel duemila esistano ancora cose di questo genere».

Il senatore ha poi continuato facendo notare che l’Italia, seppure tra i primi Paesi, non è stata la prima ad approvare una legge simile: «Non siamo stati gli unici, ci sono molte persone che hanno diffuso queste notizie in altre nazioni, ho sentito Israele, Spagna, Canada».

Nel finale della conferenza, rispondendo a Ntd Television, in merito a questa decisione del Vaticano di invitare anche la Cina, ha voluto dire: «Il fatto che Huang Jiefu cerchi di portare avanti un discorso per coprire quello che è stato fatto in passato e quello che sta succedendo ancora in Cina, credo che sia una cosa vergognosa ma la risposta è questa: ormai la coperta è corta e ognuno la può tirare da che parte vuole ma ormai la verità è sul piatto e negli occhi di tutti, cioè questo è un crimine che è stato perpetuato per anni, è venuto alla luce. Cercare di coprire il crimine sarebbe come cercare di dire che il Nazismo non è esistito […] è chiaro che questo lo voglio vedere più come una svista che come un errore vero e proprio, perché, da quello che sentiamo da Papa Francesco è evidente che Papa Francesco è schierato dalla nostra parte, è schierato dalla parte dei giusti».

Ha poi concluso: «Gli organizzatori del Vaticano devono stare molto attenti a quello che Jiefu afferma e contrastare affermazioni che loro ritengono false. A lui invece dico che è inutile che venga qui a raccontare bugie. È molto più utile invece che venga qui per cercare una soluzione, la soluzione che guardi al futuro. Non possiamo chiudere gli occhi sul passato, lo dobbiamo alle vittime, ma siamo disponibili a contrattare e a sorridere per un futuro migliore».

Degno di nota è stato anche l’intervento della dottoressa Katerina Angelakopoulou, organizzatrice della conferenza e membro della Dafoh: «Quando le persone hanno avuto la possibilità di scegliere se liberare Barabba o Gesù, l’agnello è stato sacrificato. Speriamo che il messaggio di misericordia sia inviato alle vittime che sono state massacrate per i loro organi. Sarebbe davvero meraviglioso per il miliardo di cinesi, se vedessero Sua Santità mostrare la sua vicinanza a quei cinesi che sono stati uccisi per i loro organi. Un miliardo di cinesi vedrebbero immediatamente il messaggio di Gesù. Speriamo inoltre che Sua Santità non venga strumentalizzata dai partecipanti cinesi alla conferenza sui trapianti di organi, per nascondere quello che è un crimine contro Dio; volevo condividere il messaggio che la misericordia per le vittime di prelievo forzato di organi in Cina invia il messaggio di Gesù in Cina, se coloro che hanno prelevato gli organi dai prigionieri ricevano la benedizione, allora i cinesi potrebbero perdere la possibilità di vedere la misericordia di Dio. Speriamo che Sua Santità possa inviare un messaggio di misericordia a coloro che subiscono la persecuzione. Saremmo profondamente lieti se Sua Santità ricevesse la nostra delegazione».

Hanno concluso la conferenza gli interventi della rappresentante Dafoh Mag. Katja Hasmann, che ha invitato i vertici che partecipano al summit a pretendere trasparenza da parte di Huang Jiefu e a chiedere la fine del prelievo forzato di organi, e i toccanti interventi di due praticanti del Falun Gong che sono scampati alla morte, che molti dei loro amici rinchiusi nei campi di concentramento cinesi non hanno invece potuto evitare: «Nella prima metà del 2003, le autorità del carcere hanno all’improvviso chiesto a tutti i praticanti di fare un controllo sulla salute; era una situazione molto insolita; […] l’esame consisteva nell’analizzare occhi, altezza, sangue, urina, genitali, cuore, fegato e reni».

«Durante la detenzione noi non conoscevamo la situazione del prelievo degli organi, per cui era molto strana la situazione; c’erano anche dei praticanti detenuti che non erano residenti a Shanghai e quindi per non coinvolgere la loro famiglia non hanno denunciato i loro nomi o provenienza e avevano soltanto un codice identificativo, e molte di queste persone non le abbiamo più viste, credevamo che fossero stati spostati in un altro carcere ma purtroppo oggi sono preoccupata per il loro destino», ha raccontato Bao trattenendo a stento le lacrime.

La signora Bao ha poi concluso la sua testimonianza: «Loro sanno che i praticanti del Falun Gong sono in buona salute quindi la qualità dei loro organi è buona. Io sono fortunata. Vorrei dire a tutto il mondo che questo crimine di prelievo forzato di organi da persone viventi, praticato dal malvagio partito comunista, esiste realmente ed è ancora in corso. Mi auguro di sensibilizzare l’opinione pubblica di tutto il mondo, in modo che tutti possano fare qualcosa per fermare questa malvagità, che va oltre ogni possibilità di descrizione».

LA RISPOSTA DEL VATICANO

Secondo il senatore Maurizio Romani, Papa Francesco è sicuramente schierato «dalla parte dei giusti». Secondo La Stampa, infatti, l’appello della Dafoh è arrivato anche al Papa che ha replicato chiedendo alla Cina di rispondere con i fatti e di «smontare le sale operatorie nelle carceri». Anche monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, ha voluto chiarire: «Qualcuno potrebbe pensare che il Vaticano copra le cattive pratiche della Cina, ma non è così».  L’intento di invitare la Cina a questo convengno, ha continuato monsignor Sorondo, è stato quello di «rafforzare la posizione attuale del governo cinese, del presidente e dei ministri che vogliono realmente operare un cambiamento, rispettare la dignità umana e impedire l’attuale pratica della vendita di organi di prigionieri […] C’è una evoluzione in questo senso: chiedono un aiuto dalla comunità internazionale e dalla Chiesa, noi siamo contenti di questo atteggiamento e crediamo realmente nella loro volontà di cambiamento».

La Cina avrebbe ribadito quindi il suo impegno a cambiare direzione, come del resto ha fatto anche in passato. Ma dalle inchieste di David Matas è emerso che poco o nulla è cambiato. E a questo proposito anche monsignor Sorono ha ammesso: «Che oggi in Cina non avvenga alcun trapianto illegale di organi non lo possiamo dire, però vogliamo sostenere fortemente il cambio di direzione».

Continuando poi: «Dobbiamo affermare chiaramente che questo è un crimine contro la persona umana perché se non lo diciamo, si confonde la gente… Estrarre un organo ad una persona, nel modo così cosciente come si fa, è un delitto contro l’umanità. È necessario che le legislazioni trovino un accordo su questo, ci sono già delle leggi ma non sono sufficienti. Le multinazionali sono più veloci delle leggi e approfittano delle circostanze».

«Negli anni passati si diceva che questo rappresentava solo l’1% di tutto il traffico, ora no… Ora si parla di un fenomeno di grosse dimensioni e vogliamo avere, dopo questo incontro, una informazione più o meno vasta di quale sia il movimento di soldi che gira intorno a esso. Naturalmente la prima cosa che tutti hanno osservato oggi è che c’è molto silenzio! Si tratta di una pratica che non si può fare senza la complicità dei medici; bisogna quindi promuovere l’etica, in modo che i medici coinvolti possano recuperare la loro coscienza», ha concluso monsignor Sorondo, lasciando intendere che il Vaticano è disposto a indagare più approfonditamente sul fenomeno, per capirne le reali proporzioni e la reale gravità.

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