La Teoria Critica della Razza spiegata bene | America Uncovered

Di Chris Chappell

Cosa è la Teoria Critica della Razza? E perché alcuni Stati americani la hanno vietata?

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Genitori, avete difficoltà a “spiegare” questo ai vostri figli? Sapete, a parlarne… Proprio così: spiegare come il razzismo sia un problema sistemico, insito in ogni aspetto della società e della storia americana.

Non è semplice per un genitore esporre queste cose. Ma non preoccupatevi, non siete soli: c’è chi vi aiuta. È la scuola pubblica. Insegnerà ai vostri figli tre cose: leggere, scrivere e… il razzismo. Esatto: ci penseranno gli insegnanti e i presidi delle scuole. Non dovete fare altro che sedervi, staccare il cervello e rilassarvi. La Teoria Critica della Razza, sta entrando nella scuola.

Davvero! Le scuole americane primarie e secondarie, in tutto il Paese, adottano sempre più programmi come: pedagogia antirazzista, insegnamento culturalmente reattivo, educazione all’equità e… “Se è bianco, non va bene”. Scherzavo… sull’ultima cosa. Ma le altre sono vere.

Questi programmi si basano, in qualche modo, su una certa Teoria critica della razza. E la diffusione di queste idee nel sistema educativo di queste scuole, desta allarme.

Un tale allarme, che recentemente l’Idaho ha proibito l’insegnamento di questa Teoria ai ragazzi. Anche il Tennessee… l’Oklahoma… e tanti altri Stati, discutono se vietare l’insegnamento di questi cosiddetti “concetti discriminatori” nelle scuole.

Sono: Georgia, Arkansas, Sud Dakota, Utah, Arizona, New Hampshire, Iowa, Louisiana, Missouri, Rhode Island, West Virginia e, naturalmente, il Texas. Praticamente ovunque ci sia un barbecue decente… Più Rhode Island e New Hampshire. Non sono pochi. Allora, ritengo sia giusto che USA Today faccia su questa improvvisa ondata di leggi sulla Teoria Critica della Razza, un “dibattito nazionale”.

Nel frattempo, il sito Atlantic la definisce “un’ossessione dei repubblicani”. E lo zio Jimmy “lavaggio del cervello del deep state comunista”. È vero che le leggi che vietano la Teoria della Razza Critica o “concetti discriminatori”, sono tutte proposte dai repubblicani. E alcuni affermano che l’attenzione repubblicana su questa Teoria sia una montatura. Che sia un finto “spauracchio”, un “fantasma” e un “mostro sotto il letto”. Insomma, come i repubblicani vedono Hillary Clinton.

Teoria? Permettetemi di definirla in poche parole. La Teoria Critica della Razza è un modo di interpretare tutto quello che accade nella società.

Ideologicamente, è un derivato del marxismo. Tutta la società viene vista come un perenne conflitto sociale. Cosa c’entra il marxismo con questo?… Vedete, il marxismo è molto più dell’idea che lo Stato debba controllare i mezzi di produzione e che tutti abbiano una parte uguale.

Questa è solo una piccola parte. Più piccola della razione di pane che la gente riceveva in Unione Sovietica. Il marxismo è una filosofia più vasta. Karl Marx ha scritto che tutta la storia umana deve essere vista come una lotta di classe tra gruppi di persone.

Nel marxismo, non esiste una situazione vincente per tutti: se una parte, vince, l’altra, deve perdere. Ogni forma di società è basata su “oppressori e oppressi”. Beh, almeno fino a quando la rivoluzione popolare non rovescia lo statu quo. Allora i posti si invertono… con i marxisti in alto. E quando arrivano al potere, non opprimono mai nessuno. Creano solo utopie.

Per esempio… La Teoria Critica della Razza prende l’idea della lotta di classe del marxismo, e la applica alla razza anziché alla classe. Secondo la Teoria Critica della Razza, non è la borghesia che opprime il proletariato, sono i bianchi che opprimono quelli di colore. E la lotta *razziale* diventa la forza motrice della storia umana. Dopo, naturalmente, la sopravvivenza, la riproduzione, e il tentativo di provare che tuo padre si sbagliava su di te. Vedrai, papà!… Vedrai!… No, scusate… questa è la Teoria Critica del padre.

Questa nuova Teoria ha portato cose come il Progetto 1619: una versione rivisitata della Storia. L’America non è stata fondata nel 1776 sulla Dichiarazione d’Indipendenza, che chiedeva la libertà. No: è stata fondata nel 1619, anno in cui furono deportati i primi schiavi. Perché la schiavitù e la lotta razziale, sono il fondamento dell’America, non la libertà!

Ci sono diverse definizioni di questa Teoria, e la maggior parte dice che il razzismo sistemico è profondamente radicato nella società americana.

Secondo questa visione, il rimedio più semplice per sistemare la società sarebbe la motosega. Allora.. chi beneficia maggiormente del razzismo… sono gli scoiattoli. Non c’è da stupirsi che sappiano camminare sui cavi elettrici.

Il privilegio dei bianchi è questo. In ogni caso, il marxismo sostiene che gli obiettivi non si raggiungono con le riforme, ma solo con la sovversione delle condizioni sociali esistenti”.

Basandosi su questa ideologia, la Teoria Critica della Razza, intende smantellare le istituzioni americane, che giudica razziste, come per esempio la polizia. L’idea di base della lotta per il potere razziale esiste da tempo, e in forme diverse. Comprese quelle “scomode” di cui parlare.

Ma questa teoria, fino agli anni ’70, non si chiamava così. A quel tempo, era solo un oscuro corso universitario, utile per aggiungere disperatamente crediti nel semestre.

Negli ultimi anni, ha cambiato volto. È stata ribattezzata “Antirazzismo” da “studiosi” come Ibram X. Kendi, autore di How to Be an Antiracist, e Robin DiAngelo, autore di White Fragility, entrambi bestseller.

Secondo l’antirazzismo, ogni esito iniquo per i non bianchi, è dovuto alla “cultura della supremazia bianca”. Quindi, la “cultura della supremazia bianca”, è il motivo per cui Joe Biden, che è bianco, ha ottenuto la nomina democratica, al posto di un candidato non bianco, come…. Elizabeth Warren!

L’antirazzismo ha avuto un’impennata di popolarità intorno al 2018, quando è comparso nelle sessioni di formazione del lavoro e nei piani di studio scolastici. E, nel 2020, ha preso più piede, dopo l’uccisione di George Floyd, che ha scatenato numerose proteste, per lo più pacifiche.

La rapida diffusione della Teoria Critica della Razza, ha spinto l’ex presidente Trump, nel settembre del 2020, a vietarla nelle sessioni di formazione federale. Biden, al secondo giorno di incarico, l’ha ripristinata. Voleva disfarsi di tutte le cose di Trump. Ma non può liberarsi dall’essere un vecchio uomo bianco, accusato di violenza sessuale, che occupa lo Studio Ovale. Questo è difficile da azzerare.

Però, aspettate, molti Stati non volevano che Biden annullasse la politica di Trump. Immaginate quanti Stati non sono d’accordo.

Ma il ministero dell’istruzione di Biden, sovvenziona le scuole che adottano le idee in linea con questa teoria, come il Progetto 1619 e il libro di Kendi “Come essere antirazzista”.

E questo ci riporta agli Stati che hanno vietato la Teoria della Razza Critica nel 2021. Diversi repubblicani degli Stati portano avanti quello che Trump ha iniziato, e cercano di fermare la diffusione delle idee marxiste. Anche se in questo, l’anno scorso, il Texas ha fallito, quando ci sono state lunghissime code per il cibo.

I repubblicani contrari all’introduzione nelle scuole di questa teoria, dicono che è propaganda anti-americana, che alimenta la divisione razziale. E che promuova la teoria che l’America sia intrinsecamente razzista e malvagia, mentre non è così.

I sostenitori affermano che, insegnarla, renda gli studenti consapevoli del razzismo sistemico, e che sia necessario combatterlo, per contrastarne gli effetti.
Sostengono che gli attuali modelli educativi promuovano una visione impeccabile dell’America,che non sarebbe reale. Quindi: tutti vogliono fermare il razzismo. Ma i conservatori vedono l'”antirazzismo”, di fatto, razzista. E i progressisti vedono… tutto, come razzista. Mentre i razzisti *veri* vedono tutto… attraverso i cappucci bianchi.

Perlomeno credo indossino delle maschere. Quindi, cosa significa per le scuole insegnare questa Teoria? Perché tutto questo chiasso? Vediamo qualche esempio di come viene insegnata nelle scuole.

A New York, la scuola superiore privata Manhattan Grace Church divide gli studenti in “gruppi di affinità”, isolandoli secondo la razza, durante le lezioni e le riunioni obbligatorie.

Poiché questa Teoria è incentrata sul conflitto razziale, vede la separazione delle razze come l’unico modo per proteggere quelle “oppresse”, e per evitare che vengano penalizzate dagli “oppressori”. Sostiene che, a razze diverse, si debbano insegnare cose diverse, perché ognuna ha esperienze radicalmente diverse nella società.

Così, la scuola ha separato gli studenti, per razza, per dare loro un’educazione separata… ma uguale. Sì, sembra che abbiano cercato talmente tanto di non essere razzisti, che sono ridiventati razzisti.

E in quella scuola, ogni dissenso con la teoria veniva attentamente controllato e represso. Nelle e-mail, alcuni docenti sostenevano che si dovesse “‘segnalare ufficialmente gli studenti’ che ‘resistono’ alla ‘cultura che stiamo cercando di stabilire'”, tra cui “‘insistere con l’ideologia daltonica’, ‘suggerire di trattare tutti con rispetto’, ‘un credo nella meritocrazia’ e ‘solo silenzio'”.

In altre parole, se Martin Luther King fosse in quella classe – e dicesse che le persone non dovrebbero essere giudicate dal colore della pelle, ma dal carattere – verrebbe severamente controllato e messo a tacere.

Alcuni studenti della scuola di Manhattan hanno detto all’insegnante di matematica, Paul Rossi, che non osavano contestare il piano di studi antirazzista. Così Rossi ha fatto una riunione su Zoom per soli studenti e docenti bianchi.

E ha fatto qualcosa di veramente spregevole. Ha fatto domande, sperando di intavolare una discussione. In seguito, la scuola lo ha incolpato ufficialmente di razzismo. Rossi ha poi pubblicato una lettera contro l’educazione antirazzista. Ma è stato licenziato.

Quindi, ricapitolando: un insegnante di matematica pensava che introdurre la Teoria della Razza, avrebbe ‘diviso’ la scuola. Quando ne ha parlato, è stato ‘licenziato’. Almeno avrebbe potuto continuare a insegnare matematica.

 

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