Telecomunicazioni, l’Europa preoccupata dalla ‘conquista’ cinese

I Paesi europei sono sempre più preoccupati delle potenziali minacce per la sicurezza informatica provenienti da Pechino. L’Unione sta quindi cercando di imporre misure restrittive nei confronti delle aziende di telecomunicazioni cinesi che investono nel continente.

Un diplomatico occidentale citato dal Financial Times ha affermato che Bruxelles intende intensificare gli sforzi per monitorare l’influenza della Cina sulle principali infrastrutture tecnologiche europee. La decisione sarebbe stata presa in seguito alle crescenti pressioni da parte di Washington e all’aumento delle preoccupazioni in Paesi come la Germania e il Giappone.

Il diplomatico ha parlato del perché la Cina sia interessata alla realizzazione della rete mobile di quinta generazione (5G), e ha sollecitato i governi a essere prudenti in vista delle imminenti aste per le frequenze 5G in Europa: «Paesi europei come la Spagna, l’Italia, e la Finlandia, hanno tenuto le aste per le frequenze 5G nel 2018, mentre in altri Paesi le aste sono in programma per il 2019. I governi possono guadagnare miliardi di euro con la vendita delle frequenze. Tuttavia consigliamo a tutti di non prendere decisioni avventate che potrebbero rimpiangere in futuro».

Le compagnie di telecomunicazioni cinesi sono finite sotto i riflettori internazionali in seguito all’arresto della direttrice finanziaria della Huawei, Meng Wanzhou, da parte delle autorità canadesi. Di fatto i governi, in tutto il mondo, ritengono che l’azienda sia un importante strumento nelle mani di Pechino e che operi per conto del regime.

Il vicepresidente della Commissione Europea Andrus Ansip, che si occupa delle questioni relative al mondo digitale, ha infatti dichiarato di recente che l’Ue dovrebbe prestare particolare attenzione a Huawei e ad altre aziende di tecnologia cinesi per via dei pericoli che rappresentano per la ciber-sicurezza: «Non è un buon segno quando le aziende sono costrette a ospitare al loro interno i servizi segreti – ha affermato Ansip durante una conferenza stampa tenuta a Bruxelles il 7 dicembre – In qualità di normali cittadini, naturalmente, dobbiamo essere preoccupati».
Ansip ha inoltre dichiarato che queste aziende producono dei microchip che possono essere utilizzati per «ottenere i nostri segreti».

La corsa al 5G

Le aziende di telecomunicazioni in tutto il mondo stanno competendo selvaggiamente per assicurarsi il ‘vantaggio della prima mossa’ nello sviluppo delle reti di telefonia mobile 5G.

Pechino riconosce i benefici economici del 5G e considera una priorità nazionale diventare leader mondiale in questo settore tecnologico. Perciò il regime ha sostenuto pesantemente gli sforzi delle imprese di telecomunicazioni e i produttori delle relative apparecchiature.

Il governo cinese vorrebbe primeggiare nello sviluppo degli standard internazionali per il 5G, al fine di imporre i propri, come standard globali. In questo modo la Cina potrebbe ottenere grandi guadagni e il controllo del mondo informatico.

Declan Ganley, imprenditore irlandese nel settore delle telecomunicazioni nonché fondatore di Rivada Networks, ha dichiarato: «È lì che si svolgerà la Pearl Harbor del futuro. Chi riuscirà a dominare l’architettura del 5G otterrà enormi vantaggi in termini di sicurezza strategica, e francamente anche economici».

Per vincere la corsa al 5G, secondo Ganley, i governi occidentali devono rivedere le vulnerabilità del proprio modello commerciale delle reti di telefonia mobile, che i cinesi stanno sfruttando ormai da diversi anni. Le aziende sono costrette a versare in anticipo cifre esorbitanti ai governi per aggiudicarsi le frequenze, cosi diventa difficile per loro competere con le aziende cinesi, che hanno alle spalle lo Stato.
Ganley consiglia che i Paesi occidentali cambino questo modello commerciale creando un sistema dove il governo dia in concessione le frequenze, ma ne rimanga proprietario.

Con questo nuovo modello commerciale «le aziende private potrebbero progettare, finanziare, costruire e gestire l’intera rete 5G. Il governo darebbe in concessione le frequenze e avrebbe una rendita costante, ma non cederebbe la proprietà delle frequenze».

«Agendo cosi si potrebbe annullare completamente il vantaggio dei cinesi».

 

Articolo in inglese: EU to Harden Stance on Chinese Telecom Firms

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