Studio su Nature: «Il virus potrebbe mutare per superare astutamente i nostri vaccini»

Di Lily Zhou

Il virus potrebbe «mutare per superare astutamente i nostri vaccini», afferma un nuovo studio del Regno Unito, destando nuove preoccupazioni.

In un articolo pre-pubblicato venerdì da Nature, un team guidato da ricercatori dell’Università di Cambridge ha affermato di aver assistito a ripetute mutazioni durante il trattamento di un paziente immunocompromesso.

Il team ha sequenziato 23 volte in 101 giorni i genomi del virus in un paziente sotto trattamento per il Covid-19, la malattia causata dal virus del Pcc (Partito Comunista Cinese), comunemente noto come il nuovo coronavirus.

Dopo che al paziente sono state somministrate due dosi di siero di convalescenza – plasma dal sangue di recuperati da pazienti Covid-19 che contiene anticorpi – il team ha assistito a un «notevole cambiamento» dello stato virale. Il paziente, ora deceduto, era un uomo sulla settantina con un sistema immunitario «gravemente compromesso».

Secondo un comunicato stampa dell’Università di Cambridge, una delle varianti emerse divenuta dominante per un po’, conteneva due mutazioni preoccupanti. Una è la mutazione D796H, che sembrava essere responsabile della diminuzione della suscettibilità agli anticorpi nel plasma, una tipica mutazione virale per sfuggire alla pressione immunitaria. L’altra è la delezione dell’amminoacido ΔH69 / ΔV70 in parte della proteina spike, una mutazione che rende il virus due volte più infettivo.

«Questo paradigma è classico per i virus, in base al quale le mutazioni di fuga sono seguite o accompagnate da mutazioni compensatorie», ha scritto l’università. La delezione ΔH69 / ΔV70 è stata rilevata più volte , anche nella cosiddetta variante britannica Vui 202012/01 e in quella cluster-5 trovata sia nei visoni che nell’uomo in Danimarca. Ma questa è la prima volta che i ricercatori hanno osservato la sua comparsa in un paziente.

Il team ha scoperto che sebbene la variante dominante «inizialmente sembrava morire, è poi riemersa di nuovo quando sono stati somministrati il ​​terzo ciclo di remdesivir e la terapia al plasma di convalescenza».

Ravi Gupta, un professore di Cambridge che ha diretto la ricerca, ha dichiarato: «Quello che stavamo vedendo era essenzialmente una competizione tra diverse varianti del virus, e pensiamo che sia stata innescata dalla terapia al plasma di convalescenza»; i risultati, conclude Gupta, sollevano una «possibilità preoccupante. Dato che sia i vaccini che le terapie mirano alla proteina spike, che abbiamo visto mutare nel nostro paziente, il nostro studio solleva la preoccupante possibilità che il virus possa mutare bypassando astutamente i nostri vaccini. È comunque improbabile che questo effetto si verifichi in pazienti con un sistema immunitario funzionante, dove è probabile che la diversità virale sia inferiore per via di un migliore controllo immunitario, ma mette in evidenza la cura che dobbiamo prestare nel trattamento di pazienti immunocompromessi, dove può verificarsi una replicazione virale prolungata, che offra maggiori opportunità di mutazione al virus».

Il dottor Julian Tang, virologo dell’Università di Leicester, ha affermato che un simile fenomeno era stato osservato anche in un paziente immunocompromesso di 45 anni che aveva ricevuto un trattamento diverso.

 

Articolo in inglese: Study Raises Concerns Over CCP Virus Mutations During Chronic Infection

 
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