Il caso del vaccino cinese Sinovac, i Paesi che lo usano peggiorano anziché migliorare

Di Eva Zhao

Un po’ troppe, nell’isola di Hong Kong, le reazioni avverse al vaccino cinese contro il Covid-19. In appena un mese, sono morte 13 persone, 11 delle quali avevano ricevuto il vaccino della Sinovac, una grande azienda farmaceutica cinese.

Tuttavia, nella parte continentale della Cina, il Partito Comunista Cinese (Pcc) non ha riportato un singolo caso di gravi effetti collaterali, né alcun decesso, sebbene abbia annunciato il 28 marzo di aver somministrato ben 100 milioni di dosi del vaccino della Sinovac.

Qualcosa non torna e non è tutto qui: sono almeno quattro gli strani fenomeni che circondano il vaccino cinese Sinovac.

L’epidemia si intensifica nei Paesi che usano i vaccini Sinovac

Il Regno Unito è stato il primo Paese a iniziare le vaccinazioni Covid-19, approvando l’uso del vaccino Pfizer-BioNTech a dicembre, prima di introdurre il vaccino AstraZeneca a gennaio. In seguito, l’epidemia si è gradualmente attenuata nel Paese, a partire dal 9 gennaio. Il Regno Unito ha infatti registrato 4.715 casi il 27 marzo, in netto calo rispetto ai 6.187 casi del giorno prima. Anche negli Stati Uniti e in Israele, dove il vaccino Pfizer-BioNTech è stato scelto come vaccino principale, l’epidemia è rallentata significativamente dopo le vaccinazioni di massa.

Al contrario, il numero di casi confermati in Cile, Turchia e Pakistan, che hanno scelto di ricevere il vaccino cinese Sinovac, è aumentato.

Il Cile ha somministrato quasi 9 milioni di dosi di vaccini Sinovac a febbraio, con una media di 47 dosi per 100 abitanti, il che lo ha reso il Paese con il più alto tasso di vaccinazione in Sud America. Tuttavia, il numero di persone risultate positive ai test in Cile è aumentato invece di diminuire: il 26 marzo è stato registrato un nuovo record di 7.626 casi in un giorno, cosa che ha portato a una carenza di letti d’ospedale e a un lockdown della capitale Santiago.

La Turchia ha iniziato a somministrare i vaccini Sinovac a metà gennaio, e almeno otto milioni di persone hanno ricevuto il vaccino, pari a oltre il 10% della popolazione. Ma il numero di casi è aumentato a partire dalla fine di febbraio, con 37.303 nuovi casi giornalieri registrati il 30 marzo, la cifra più alta in un solo giorno dall’inizio dell’epidemia. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato il 2 aprile un coprifuoco durante i fine settimana per tutto il mese di Ramadan.

Inoltre, il Pakistan, che sta usando il vaccino cinese dall’inizio di febbraio, sta ora vivendo una terza ondata della pandemia, con il rapporto di positività nazionale che è salito all’11%: il livello più alto dall’inizio dell’epidemia. Oltre 20 città sono state poste in lockdown a causa della gravità dell’epidemia.

Il presidente pakistano Arif Alvi ha scritto il 29 marzo di essere risultato positivo, sebbene avesse ricevuto la prima dose del vaccino prodotto dalla National Pharmaceutical Group Corp cinese il 15 marzo. In precedenza, anche il primo ministro pakistano Imran Khan era risultato positivo al virus il 18 marzo, due giorni dopo aver ricevuto la sua prima dose di vaccino prodotto dalla stessa azienda cinese.

Dal canto suo, Lin Xiaoxu, un ex ricercatore di virologia presso il Walter Reed Army Institute of Research, ha dichiarato che il Pcc ha affermato a febbraio che 20 milioni di persone nella Cina continentale avevano ricevuto il vaccino, ma non ha rilasciato alcuna analisi sul reale tasso di efficacia.

Lin ha dichiarato: «I Paesi che iniettano il vaccino prodotto dalla cinese Sinovac Biotech o dalla National Pharmaceutical Group Corp dovrebbero prima chiedere alla Cina di fornire i dati su quanta protezione hanno avuto i cinesi dopo aver ricevuto il vaccino».

Nessun decesso registrato in Cina

A Hong Kong, risale al 28 febbraio il primo decesso apparentemente legato alle vaccinazioni. Mentre al 28 marzo risultavano 13 persone morte dopo aver ricevuto il vaccino, con un’età compresa tra i 55 e gli 80 anni. Tra loro, 11 avevano ricevuto il siero della Sinovac, mentre due il più noto Pfizer-BioNTech.

Inoltre, una donna di 80 anni è morta a casa sua il giorno dopo aver ricevuto il vaccino della Sinovac il 20 marzo, ma il Dipartimento della Salute di Hong Kong non ha segnalato né pubblicizzato l’incidente: «Non c’era una relazione causale diretta tra la sua morte e la vaccinazione, quindi non soddisfa i criteri di segnalazione», ha spiegato il governo.

Secondo un medico di medicina cinese, il dottor Cheung Wai Lit, probabilmente si sono verificati anche altri decessi legati al vaccino cinese, ma che non c’è modo di confermarlo per i non addetti ai lavori.

Ad ogni modo, in risposta alle 13 persone morte a Hong Kong dopo aver ricevuto il vaccino, le autorità hanno dichiarato che la maggior parte di loro sono morti di malattie cardiovascolari e che nessun decesso ha un legame diretto con la vaccinazione.

Non la pensa così però Law Cheuk You, vicepresidente della Hong Kong Hospital Authority: «In generale, la possibilità di alcuni effetti collaterali indiretti non è da escludere completamente. Infatti, molti farmaci hanno [effetti collaterali, ndr]». Law fa notare che ci sono casi di morte dopo la vaccinazione Covid-19 anche in altri Paesi. Ma anche per i casi che potrebbero non mostrare una relazione diretta, le autorità dovrebbero comunque fornirne i dati – sostiene – in quanto fornire i dati dà agli altri la possibilità di adottare le misure appropriate.

In effetti, il 30 marzo, la Germania ha annunciato che il 29 marzo oltre 2,7 milioni di persone avevano ricevuto il vaccino di AstraZeneca e che 31 persone avevano sviluppato coaguli di sangue, con 9 morti. Il governo tedesco ha quindi deciso di sospendere il vaccino per le persone sotto i 60 anni.

Il 29 marzo, anche il Canada ha annunciato che stava sospendendo l’uso del vaccino AstraZeneca per le persone sotto i 55 anni a seguito delle segnalazioni di coaguli di sangue, sebbene non risultassero casi rilevanti nel Paese al momento.

Il governo di Hong Kong, tuttavia, sebbene abbia recentemente sospeso l’uso dei vaccini BioNTech a causa di difetti di imballaggio, non ha ancora sospeso l’uso del vaccino Sinovac, dopo 11 morti su un totale di circa 450 mila persone vaccinate in un mese. Un fatto che ha causato preoccupazione nell’opinione pubblica.

Law ha dichiarato che non ci sono dati statistici sufficienti per l’uso del vaccino Sinovac sulle persone oltre i 60 anni e che i suoi dati clinici di fase III non sono stati pubblicati in riviste mediche con peer-review. Ciononostante, il governo di Hong Kong chiede ancora agli anziani di sottoporsi al vaccino. Dal canto suo, il medico ha invitato le persone a farsi iniettare solo i vaccini supportati da sufficienti dati clinici.

Invece Yuen Hoi Man ha suggerito che sarebbe bene sospendere l’uso del vaccino Sinovac per le persone oltre i 60 anni e per quelle affette da malattie croniche.

Ad ogni modo, vale la pena sottolineare che la Commissione Nazionale per la Salute del Pcc ha annunciato il 28 marzo di aver somministrato oltre 100 milioni di dosi dei suoi vaccini in Cina, ma non ha riportato alcun decesso o caso di gravi effetti collaterali. Al contempo, però, qualsiasi commento sugli effetti collaterali dei vaccini viene rapidamente cancellato dall’internet cinese.

Tasso di reazioni avverse simili a quelle del gruppo placebo

Al momento, il vaccino Sinovac ha rilasciato solo i dati degli studi clinici di prima e seconda fase, i quali mostrano che il tasso di reazioni avverse è pari ad appena il 20%, una cifra più bassa rispetto agli altri vaccini. Il dottor Dong Yuhong, un virologo europeo e direttore scientifico in una società svizzera di biotecnologie, ha dichiarato sulla rivista medica The Lancet che, da un punto di vista accademico, ci sono due punti discutibili sui dati relativi al Sinovac.

In primo luogo, in vari altri vaccini per il Covid-19, la percentuale di reazioni avverse nel gruppo dei vaccinati è di solito significativamente più alta di quella del gruppo placebo. Mentre la percentuale di reazioni avverse post-vaccinazione del Sinovac è risultata in linea con quella del gruppo placebo. Alcuni effetti collaterali erano addirittura meno frequenti nel gruppo di vaccinazione che nel gruppo placebo.

In secondo luogo, in generale, con l’aumentare della dose iniettata, si registra un aumento degli effetti collaterali. Questo fenomeno può essere osservato negli studi clinici di altri vaccini ed è chiamato «correlazione con la dose». Tuttavia, i risultati dello studio sul vaccino Sinovac non sembrano seguire questo modello. Gli effetti collaterali in alcuni gruppi a basso dosaggio risultano più frequenti di quelli dei gruppi ad alto dosaggio.

Il dottor Dong ha dichiarato che gli scienziati si aspettavano di poter esaminare i dati clinici di fase III del Sinovac, ma purtroppo ne stanno ancora attendendo la pubblicazione, e il numero di soggetti coinvolti nei suoi studi clinici di fase I-II è relativamente piccolo, quindi è difficile valutare la reale entità delle reazioni avverse legate al vaccino Sinovac.

Dunque, i dati rilasciati dal Pcc sul vaccino Sinovac mostrano che gli effetti collaterali nelle sperimentazioni cliniche sono stati rari quanto nel gruppo placebo. Tuttavia, il 6 gennaio l’agenzia stampa di regime Xinhua ha reso noto che le donne incinte o in fase di allattamento non dovrebbero ricevere il vaccino cinese. Addirittura, l’agenzia ha raccomandato alle donne che sarebbe meglio non rimanere incinte per almeno tre mesi dopo aver ricevuto il vaccino.

Al contempo, un residente nella Cina continentale ha dichiarato di aver ricevuto un avviso dalla sua comunità locale, secondo cui la gravidanza dovrebbe essere posticipata di almeno sei mesi dopo aver ricevuto il vaccino, cosa che fa pensare che il vaccino cinese possa avere gravi effetti collaterali sulla fertilità.

In definitiva, il dott. Cheung Wai Lit ha dichiarato che nella grande campagna di vaccinazione in Cina, il Pcc ha continuato a rilasciare nuove linee guida e direttive. Secondo il dottore, «coloro che somministrano i vaccini ora stanno effettivamente attraversando un fiume tastando le pietre, usando corpi umani per i test clinici».

Vaccinazione obbligatoria politicizzata

Poiché i dati sui vaccini cinesi mancano di trasparenza, in molti sono preoccupati per la sicurezza dei vaccini. Non sorprende quindi che siano emersi articoli sul basso tasso di accettazione dei vaccini a Shanghai e in altre metropoli cinesi. Al 27 marzo, il tasso di vaccinazione in Cina ha raggiunto appena il 7%.

Recentemente, Epoch Times ha ottenuto un documento che mostra che, al fine di aumentare il tasso di vaccinazione, il Pcc ha politicizzato il vaccino e costretto la gente a vaccinarsi.

Questo documento interno proviene da una grande impresa privata, il Chongqing Sokon Industry Group. Era intitolato ‘Avviso sul rafforzamento della prevenzione e del controllo delle epidemie’. L’avviso dichiarava: «Tutte le unità devono essere all’altezza delle considerazioni politiche, seguire il principio del ‘tutti devono prenderlo’ […] con una rigorosa attuazione, ed essere responsabili. […] Il Gruppo perseguirà qualsiasi unità e individuo che non riesce a portare avanti il nuovo programma di vaccinazione Covid in base alle sue responsabilità».

Oltre alle grandi imprese, la portata della vaccinazione obbligatoria con vaccini di fabbricazione cinese ha cominciato a estendersi in altri modi. Il signor Liu, un commerciante di verdure al mercato Honggang della città di Sanya, nella provincia di Hainan, ha dichiarato a Epoch Times che ora viene richiesto il certificato di vaccinazione per entrare nel mercato: «Tutta Sanya è ora soggetta alle vaccinazioni, è obbligatorio».

Dal canto suo il signor Wu, un avvocato dei diritti umani della Cina continentale, aveva parlato a Epoch Times delle problematicità legate ai vaccini cinesi (precedenti al Covid): «La sicurezza, la qualità e l’efficacia dei vaccini cinesi sono molto basse. In passato, ci sono stati bambini che sono diventati disabili e ritardati mentalmente dopo la vaccinazione. [Hanno sviluppato i vaccini, ndr] in così poco tempo, sapevano che la qualità non era buona, ma hanno comunque costretto oltre un miliardo di cinesi ad accettarlo. È troppo spaventoso. È davvero trattare la vita delle persone come uno scherzo».

Del resto, l’ex capo dell’Istituto Nazionale della Salute del Perù, Ernesto Bustamante, ha recentemente dichiarato in un programma televisivo locale che il vaccino della Sinopharm prodotto a Wuhan aveva solo il 33% di efficacia, mentre il vaccino prodotto a Beijing aveva l’11,5%. Quello della Sinovac invece, secondo i dati del Brasile, aveva appena il 50,4% di efficacia. Peraltro, i casi di vaccini difettosi o falsi in Cina, nel corso degli anni, sono ancora più comuni e scioccanti.

Nel 2018, la Changsheng Biotechnology ha venduto oltre 250 mila dosi scadenti del vaccino DTap (un vaccino esavalente per i bambini piccoli, che aveva lo scopo di aiutare a sviluppare l’immunità contro la difterite, la pertosse e il tetano). Mentre nel 2013, ci sono stati molti casi di bambini morti a causa di un vaccino contro l’epatite B nel sud della Cina. Nel 2007, infine, l’incidente del vaccino Shanxi ha ucciso o reso gravemente disabili quasi 100 bambini.

 

Articolo in inglese: The Strange Sinovac Vaccine Phenomenon: Countries Report Increased Cases After Using Vaccine



 
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