Storia di un agente Cia venduto ai cinesi

L’ex agente della Cia Kevin Patrick Mallory, ora 60enne, ha lavorato per una vita nell’ambito dell’intelligence, sia per il governo che per privati. Poi, dopo aver appeso al chiodo pistola e occhiali scuri nel 2012, ha aperto un’azienda di consulenza privata, che però non ha avuto molto successo. Un bel giorno, certe spie cinesi gli hanno offerto soldi in cambio di documenti classificati. E l’agente in pensione Mallory ha accettato.

Inizialmente, gli agenti cinesi l’hanno semplicemente contattato su LinkedIn. Uno di loro, affermando di essere un reclutatore per un’azienda chiamata Darren and Associates, gli ha presentato un’altra persona che affermava di lavorare per l’Accademia delle Scienze Sociali di Shanghai (una copertura molto comune per gli agenti dell’Ufficio della Sicurezza Statale di Shanghai, che è una ramificazione del ministero della Sicurezza Statale cinese: una specie di Cia ed Fbi messi insieme).

A marzo e aprile 2017, dopo i primi contatti, Kevin Patrick Mallory, che parla benissimo il mandarino, è stato invitato a Shanghai. Il suo contatto, Michael Yang (il sedicente dipendente dell’Accademia delle Scienze Sociali) ha fornito a Mallory un sistema sicuro per le comunicazioni da usare per trasmettere i documenti.

Mallory è stato arrestato a giugno del 2017. Nella sua abitazione, gli agenti hanno scoperto una carta SD, nascosta in carta stagnola, contenente i documenti che aveva trasmesso. Un anno dopo, Mallory è stato condannato per spionaggio. I giudici hanno stabilito che Mallory ha ricevuto 25 mila dollari dai cinesi, e ora rischia l’ergastolo.

Naturalmente il contenuto dei documenti che Mallory ha trasferito ai cinesi non è noto, ma un agente della Cia, durante il processo tenuto l’anno scorso, ha specificato che uno dei documenti rivelerebbe l’interezza delle informazioni che la Cia ha in possesso su «uno specifico servizio di intelligence ostile straniero».
In più, gli appunti rivenuti in casa di Mallory contenevano i nomi di alcuni informatori e, secondo il funzionario della Cia, «è ragionevole aspettarsi che possano causare la perdita di informazioni importanti e forse l’incarcerazione o la morte di questi informatori segreti». Infatti Mallory aveva offerto anche i suoi appunti, alle spie cinesi.

UNA TENDENZA PREOCCUPANTE

Quello di Mallory è solo un caso fra molti in America. A giugno, un ex agente della Us Defense Intelligence Agency è stato arrestato con l’accusa di spionaggio per conto della Cina. E a maggio, Jerry Chun Shing Lee, ex agente della Cia, è stato accusato di aver raccolto informazioni classificate con l’intenzione di passarle al governo cinese. Anche Lee era stato contattato da spie cinesi che gli avrebbero offerto dei soldi.

 

Articolo in inglese: The Curious Case of a Former CIA Agent Selling Intel to China

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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