Stephen Moore: la Cina rischia una recessione, nella guerra commerciale

La riduzione del tasso d’interesse da parte della Fed, i nuovi dazi imposti alla Cina da Trump, lo yuan che scende a un minimo storico, insieme alle affermazioni ufficiali degli Stati Uniti che designano la Cina come manipolatore di valuta, hanno un forte significato che è necessario chiarire.

In questo contesto, la conversazione tra Stephen Moore, capo economista della Heritage, e la reporter Simone Gao, aiuta a rispondere ad alcuni quesiti fondamentali sul perché si siano verificati questi fatti e sul come siano correlati l’un l’altro. Aiuta inoltre a comprendere meglio quali siano le prospettive della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti e in che modo questa potrebbe influenzare le elezioni del 2020, gli investimenti e la sicurezza del mondo del lavoro.

La Cina ha svalutato la sua valuta come risposta diretta ai nuovi dazi di Trump. Pensa che sia una buona mossa?

Quando la Cina fa così, quando cioè svaluta la propria valuta come risposta ai dazi, quello che realmente accade è che sono i cinesi a sostenere l’intero costo dei dazi. Perché significa…mi lasci fare un esempio concreto. Diciamo, per esempio, che la Cina venda un giocattolo negli Stati Uniti al costo di un dollaro, e poi all’improvviso gli Stati Uniti colpiscano la Cina con un dazio del 10 per cento su quel giocattolo; il costo passerebbe da un dollaro a un dollaro dieci a causa del dazio. Ma se a Pechino svalutano la valuta, il prezzo si riduce a 90 centesimi di dollaro, giusto? E poi il dazio del 10% rende il costo effettivo per il consumatore di nuovo di un dollaro. Quindi, in altre parole, costa ancora un dollaro. Perciò chi sopporta l’onere del dazio del 10 per cento? È effettivamente la Cina che sta pagando i costi, riducendo il prezzo dei prodotti.

Tuttavia non penso sia una strategia molto intelligente. Ancora una volta, si tratta di strategie a breve termine, per cercare di neutralizzare l’impatto dei dazi, ma non credo abbiano senso a medio e lungo termine. La Cina dovrebbe essere più cooperativa: voglio dire, si ha proprio l’impressione che i sostenitori della linea dura a Pechino abbiano preso il controllo di questi processi di negoziazione; ed è davvero frustrante per Donald Trump, per la Casa Bianca, per il popolo americano, che la Cina non stia facendo alcune ragionevoli concessioni per migliorare il rapporto tra i due Paesi; inoltre se si guarda al fatto – e questo è stato frustrante anche per me – che tutto ciò che Donald Trump sta chiedendo alla Cina è di smettere di rubare le proprietà intellettuali, di onorare i nostri brevetti e di aprire i mercati alle compagnie americane. Per fermare le varie forme di spionaggio che la Cina sta portando avanti. Queste sono tutte cose ragionevoli che gli Stati Uniti stanno chiedendo. E in effetti, quello che vorrei dimostrare è che se la Cina aprisse i suoi mercati agli Stati Uniti, sarebbe positivo per la Cina stessa. Sarebbe d’aiuto: aiuterebbe entrambi i Paesi. Per questo c’è molta insoddisfazione ora su questa sponda dell’Atlantico nei confronti della Cina che non sta negoziando in buona fede.

Quindi cosa pensa che accadrà nella guerra commerciale Usa – Cina dopo questa sequenza di eventi?

Penso che ciò che sta accadendo in questo momento sia un’escalation da entrambe le parti. Trump è rimasto insoddisfatto della risposta della Cina e ha ritirato l’accordo precedente, perciò ha imposto questi nuovi dazi. La Cina ha risposto dicendo: “Beh, non compreremo i tuoi prodotti agricoli”. Quindi questa è un’escalation di tensioni. Questo è il motivo per cui il mercato azionario, non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo, è crollato di conseguenza. Tutti vogliono una soluzione a questo problema. Non penso che Donald Trump si tirerà indietro, né penso che dovrebbe. Penso che abbia un angelo sulla spalla che gli suggerisce questo. La Cina è stata chiaramente l’attore cattivo – e questo per 25-30 anni – ed è stata capace di cavarsela con una specie di relazione a senso unico.

Ma la Cina ora è la seconda economia più grande del mondo, non è un Paese in via di sviluppo, si è sviluppata e ci sono nuove regole, si devono rispettare le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e si sa che non si può vivere con una Cina che impone dazi più alti di quelli che impongono gli Stati Uniti. Quindi penso che la Cina dovrà cambiare modo e fare alcune concessioni o credo che sarà davvero in pericolo. Ritengo che l’economia cinese potrebbe davvero implodere se questa guerra commerciale continuasse. Fa male a entrambi i Paesi. Ora abbiamo piena chiarezza su questo. Fa male agli Stati Uniti, fa male agli investimenti negli Stati Uniti, fa male agli azionisti, fa male ai lavoratori, ma fa anche molto male alla Cina. E mi sento di fare una previsione: che se non verrà risolto questo problema, nel prossimo anno, la situazione potrebbe spingere la Cina alla sua prima recessione in 30 anni.

Che dire dell’America?

Speriamo di no, ma chissà forse… comunque penso ancora che la nostra economia sia fondamentalmente forte, con i tagli delle tasse, le deregolamentazioni e la produzione di energia americana. Ma sa, c’è un aspetto negativo, stiamo vedendo in questo momento quello che sta succedendo, ed è che il mondo intero è teso in in questo periodo. E quando si arriva a questo tipo di nervosismo, tutti si precipitano a comprare dollari americani, perché è un ancora di salvezza, e così si vedono i tassi di interesse calare, la curva dei rendimenti invertirsi. Non è una situazione sana. È quasi come uno scenario di mutua e reciproca distruzione assicurata, se non risolviamo questa guerra commerciale. 

Penso che la Cina dovrà fare alcune concessioni sui propri dazi, sull’apertura dei mercati ai beni statunitensi e fare qualcosa per le proprietà intellettuali. Ma questi non sono…non penso che [Trump, ndr] abbia bisogno di importanti concessioni in questo momento, ma ha bisogno che la Cina cambi il suo comportamento rispetto al commercio. Negli Stati Uniti abbiamo l’impressione che le relazioni commerciali con la Cina siano diventate ingiuste. E questo penso che sia l’opinione, non solo della Casa Bianca, ma anche della maggior parte degli americani, e persino i democratici, che non gradiscono Trump, ora tendono ad essere d’accordo sul fatto che la Cina sia un grosso problema. Pertanto, negli Stati Uniti c’è un consenso molto diffuso sull’idea che la Cina sia un problema e che debba cambiare strada.

Pensa che il presidente Trump abbia davvero bisogno di un accordo commerciale con la Cina per la sua rielezione?

Penso che ne trarrebbe sicuramente beneficio. Sì! Ha bisogno di questo accordo commerciale. La Cina stessa ha bisogno dell’accordo commerciale. Inoltre tutti vogliono che l’accordo commerciale si realizzi.

Ma c’è il sospetto che la Cina abbia cambiato idea e in realtà non voglia un accordo commerciale ora.

Se non vogliono un accordo commerciale, non ci sarà un accordo commerciale. E l’economia cinese ne risentirà notevolmente. Tuttavia ora la Cina potrebbe portare giù con sé l’economia americana.

Lei ritiene che possa accadere davvero? Che la Cina sia in grado di far crollare l’economia americana insieme a lei?

Penso che Donald Trump l’abbia detto molto bene, e io lo dirò, e l’ho detto molte volte: se non possiamo commerciare con la Cina, ci viene il raffreddore. Se la Cina non può commerciare con gli Stati Uniti, prende la polmonite. E quindi ci sono molti più rischi  per la Cina di scendere in basso che per gli Stati Uniti. Tuttavia, è anche vero che negli Stati Uniti ci saranno elezioni molto importanti tra 14 mesi, e uno degli argomenti cardine di Donald Trump per essere rieletto è «guarda cosa ho fatto per la nostra economia. Vedi, sta andando bene». Se la guerra commerciale danneggiasse l’economia, ciò potrebbe certamente minare le possibilità di Trump di essere rieletto. A questo aggiungerei che c’è la sensazione che il governo di Pechino avrebbe preferito perdere Trump e per poi trattare con un Joe Biden, o qualcun altro, che sarebbe stato più accomodante. La mia opinione è che questo è un momento importante nella storia del mondo. Gli Stati Uniti non possono cedere e capitolare di fronte alla Cina. Non può accadere. Sarebbe il peggior risultato possibile. Preferirei che la guerra commerciale continuasse e vedere Trump non ritrattare in alcun modo. La Cina dovrà fare la prossima mossa e dovrà cedere su alcune cose e fare qualche concessione che avrebbe dovuto essere fatta molto tempo fa. Se lo farà, anche gli Stati Uniti faranno delle concessioni, ma è un momento instabile per gli Stati Uniti, la Cina e l’intera economia mondiale. 

Al Congresso ci sono alcune azioni da poter fare; ad esempio, il Senato potrebbe introdurre un disegno di legge che imporrebbe sanzioni alle principali banche cinesi che violano la legge statunitense sulle sanzioni.

Abbiamo già visto le sanzioni contro una delle compagnie più importanti in Cina, la Huawei, che ha subito danni per miliardi di dollari, perciò penso che molte cose simili saranno fatte: più sanzioni, più dazi, più restrizioni sulla Cina. Ma, mi perdoni, lo dirò ancora una volta, potremmo assistere a qualcosa di molto più grande: abbiamo visto le sanzioni contro Huawei danneggiare una delle aziende più redditizie e più grandi della Cina, e io posso vedere espandersi questa dinamica ad altre compagnie, tra cui anche molte banche cinesi. Ma in tutto questo c’è un vero pericolo ora, poiché gran parte degli asset cinesi sono contabilizzati in dollari, che, come si sa, sono a rischio di caduta libera nell’economia. Non credo che i leader di Pechino comprendano davvero quanto sia stata vulnerabile la Cina in passato, perché sono passati decenni da allora. La Cina è cresciuta ad un ritmo davvero impressionante per 25-30 anni consecutivi. È passato molto, molto tempo da quando l’economia era caduta in ginocchio. Ma potrebbe succedere in qualunque momento. Quindi anche la Cina sta giocando un gioco  molto pericoloso; francamente, penso che entrambe le parti lo stiano giocando.

Qual è la probabilità che la Fed riduca di nuovo il tasso di interesse?

La Fed deve abbassare i tassi di interesse e lo deve fare immediatamente. In effetti, ho scritto poco fa una rubrica [per un giornale, ndt] affermando che ha bisogno di una riduzione di 50 punti base dei tassi d’interesse per abbassare l’interesse sulle riserve, le riserve bancarie, e deve farlo entro la prossima settimana. Deve prendere una decisione immediata, una risoluzione di emergenza perché i mercati globali sono in tumulto in questo momento. I prezzi delle materie prime stanno diminuendo. Siamo in una deflazione e la Fed deve bloccarla immediatamente, indicendo una riunione di emergenza, e deve correggere l’andamento delle cose. Avrebbe dovuto abbassare di 50 punti base nell’ultima riunione, non l’hanno fatto ed è stato un errore. Dovrebbero correggere quell’errore. Non credo che si possa aspettare fino a settembre. Penso che debba essere fatto subito.

Sarebbe una reazione ai nuovi dazi e alla designazione, da parte del presidente Trump, della Cina come manipolatore di valuta?

È tutto correlato. Lei sa cosa è successo negli ultimi 10 giorni e così la Fed non ha tagliato abbastanza i tassi. Poi abbiamo avuto la guerra commerciale. E quello che è successo è che il 10 Year Treasury è all’1,6, credo, per cento. Questo è il più basso da decenni e decenni. Stiamo assistendo a un’inversione della curva dei rendimenti che è segno di una paura molto significativa di deflazione. Come combattere la deflazione? Si tagliano i tassi. E ciò che deve accadere è che la Fed deve iniettare liquidità in dollari nell’economia perché al momento c’è un’enorme domanda globale di dollari. E se non si soddisfa la domanda globale di dollari, il dollaro … si avrà una deflazione. E un enorme aumento del valore del dollaro, che è una situazione curiosa. Perciò è chiaro cosa la Fed deve fare e lo deve fare immediatamente.

Come è avvenuta la deflazione?

A causa della domanda globale di dollari. E così quando si ha una grande domanda di dollari, ma non si ha un corrispondente aumento dell’offerta di dollari, cosa succede al valore del dollaro? Cresce e questo è ciò che sta accadendo. Quindi non ci sono abbastanza dollari in circolazione nell’economia. Per questo la Fed deve scaricare quei dollari nell’economia… non solo nell’economia americana, ma nell’intera economia mondiale, in cui il dollaro è la valuta mondiale… come mezzo per assicurarsi che non si abbia una curva di rendimenti invertita e per assicurarsi che non si abbia una deflazione. I prezzi delle materie prime sono diminuiti sostanzialmente nelle ultime settimane: i prezzi del petrolio, del mais, del rame, e non si può continuare così, o si avrebbe una recessione davvero seria.

Lei ha detto che la Fed dovrebbe tagliare di nuovo il tasso di interesse la prossima settimana. E questo sarà prima del 1 settembre. Se il 1 settembre Trump aumentasse i dazi al 25 percento, pensa che la Fed dovrebbe tagliare di nuovo i tassi di interesse?

Penso che la Fed dovrebbe guardare una cosa: quello che sta succedendo con i prezzi. La Fed non può fare nulla riguardo ai dazi, giusto? Non ha il controllo dei dazi. Ha solo il controllo dell’offerta di moneta e dei tassi d’interesse. Quindi dovrebbe guardare cosa sta succedendo ai prezzi, in particolare delle materie prime, petrolio, mais, rame, grano e quelli che sono in calo. Quando si verifica un calo dell’indice delle materie prime e un calo dei tassi d’interesse, è un segno sicuro di deflazione e la Fed non può permettere che ciò accada o arrecherà un grave danno all’economia. Perciò dico che non mi piace questa guerra daziaria, voglio che finisca, ma la Fed non ha il controllo su questo. Tutto ciò che può controllare è quanti soldi ci sono nell’economia e quanti sarebbero da versare nell’immediato.

Quindi se la Cina non volesse fare un accordo, sarebbe meglio se gli Stati Uniti mantenessero i dazi e la Fed abbassasse il tasso di interesse?

Credo di sì. Voglio dire, odio persino parlare di quello scenario perché voglio  tanto risolverlo. Penso che tutti noi  lo vogliamo, farebbe bene a tutti. È positivo per tutti ottenere un accordo, che la Cina cambi i suoi modi, speriamo tutti che accada. La Cina è grande, ora, è la seconda economia più grande del mondo, è un’economia con un miliardo di persone. Dovrebbero acquistare più prodotti americani. Facciamo un sacco di cose buone qui. Facciamo buone macchine. La nostra agricoltura è la migliore al mondo. Tutte queste cose. Questo è il commercio internazionale. È una strada a doppio senso. Giusto? E per troppo tempo è stata una strada a senso unico. Quindi penso che il governo di Pechino non… Senta, non penso che i leader di Pechino capiscano quanto sia frustrato non solo Donald Trump, ma anche il popolo americano, nei confronti delle pratiche commerciali scorrette della Cina.

È passato tanto tempo dalle elezioni e il presidente Trump si è preso il merito dei passi in avanti che sono stati fatti nell’economia. Quali pensa possano essere i maggiori rischi per il mercato azionario?

Ci sono chiaramente due grandi rischi in questo momento. Il primo è che la Fed commetta degli errori; quando succede, fa molto male al mercato azionario. L’abbiamo visto accadere alla fine del 2008, quando il mercato azionario… quando la Fed ha alzato i tassi, quando avrebbero dovuto abbassarli. Il secondo pericolo è chiaramente questa guerra commerciale con la Cina, anch’essa fa molto male al mercato azionario. Tutti vogliono una soluzione per questo problema. Le aziende americane e i loro investimenti sono diminuiti perché c’è così tanta incertezza su ciò che accadrà nelle relazioni Usa-Cina. Voglio dire, siamo le due maggiori economie del mondo, perciò abbiamo bisogno di una convivenza pacifica e di una convivenza cooperativa. Questi penso siano i due maggiori rischi, è per questo se si trovasse una soluzione alla guerra commerciale si risolverebbero i problemi dei mercati di entrambe le parti. È così ovvio, ecco perché è così frustrante. Perché la Cina non dovrebbe comprare più i nostri prodotti agricoli? Perché la Cina non dovrebbe essere più rispettosa dei nostri diritti di proprietà e delle nostre proprietà intellettuali? Dovrebbe essere semplicemente così. È per questo che sono preoccupato del deterioramento delle relazioni, che non si trasformerà in una guerra fredda, ma in una guerra calda in cui sono solo i due Paesi che diventano una minaccia l’uno per l’altro a rimetterci. E questo è un male per tutti.

Articolo in inglese   China Could Face Recession If Trade War Not Resolved: Stephen Moore

 
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