Spia cinese diserta e rivela operazioni segrete

Lo si sapeva già, ma ora c’è la confessione: un’ex spia dell’intelligence militare cinese, rifugiatasi in Australia, ha confermato ai servizi di intelligence che il regime cinese sta tentando di sovvertire e minare i Paesi avversari.

Secondo un articolo del 22 novembre del media australiano Nine Network, l’ex spia cinese Wang Liqiang ha rivelato una serie di informazioni «senza precedenti» su come il regime comunista cinese finanzi e diriga operazioni per sabotare il movimento democratico di Hong Kong, per intromettersi nelle elezioni di Taiwan e per infiltrarsi negli ambienti politici australiani.

In una precedente intervista con Epoch Times, la spia 27enne aveva raccontato la sua delusione nei confronti del Pcc e delle sue mire totalitarie, che lo aveva spinto alla decisione di disertare nel maggio di quest’anno.

Wang Liqiang è la prima spia cinese a rendere pubblica la sua identità: «Man mano che crescevo e la mia visione del mondo cambiava – racconta – mi rendevo gradualmente conto del danno che l’autoritarismo del Pcc stava facendo alla democrazia e ai diritti umani in tutto il mondo. La mia opposizione al Partito e al comunismo è diventata sempre più chiara, quindi ho preparato un piano per lasciare questa organizzazione».

Ad aprile, infatti, Wang ha lasciato Hong Kong per Sydney, dove vivono la moglie e il figlio, e ha presentato tutto il materiale in suo possesso sui piani del Pcc alla Australian Security and Intelligence Organization (Asio), la principale agenzia di intelligence del Paese. Ora si trova in un luogo segreto mentre collabora con l’agenzia. 

Dall’artista all’agente segreto

Secondo una dichiarazione che ha fornito a Epoch Times, l’ex spia proviene dalla provincia sud-orientale cinese di Fujian, le cui coste si trovano proprio di fronte all’isola di Taiwan (nazione insulare indipendente nota per il sistema democratico semipresidenziale opposto a quello della Cina continentale dove invece vige il regime totalitario monopartitico del Pcc). 

Wang, figlio di un funzionario locale del Partito Comunista Cinese, ha ricevuto un’educazione borghese e si è specializzato in pittura ad olio presso l’Università di Finanza ed Economia Anhui. Le foto che lo ritraggono a tempi dello studentato lo vedono spesso vincitore di premi scolastici per le sue opere d’arte.

Alla fine della sua formazione, un alto funzionario dell’università gli ha consigliato di chiedere lavoro presso la China Innovation Investment Limited (CIIL), una società con sede a Hong Kong specializzata in tecnologia, finanza e media. Nel 2014 Wang ha infatti iniziato a lavorare con l’azienda.

Tuttavia, sebbene la Ciil si presenti come una società di investimento focalizzata su beni della Difesa cinese quotati e non quotati, come Wang ha scoperto ben presto era in realtà una copertura per un importante ente di spionaggio estero del Partito, al servizio di vari funzionari del Pcc e di una molteplicità di organi di sicurezza del Paese.

Con il passare degli anni, secondo quanto riportato da Nine Network, il neolaureato è poi entrato nel «sancta sanctorum» dell’azienda quando ha cominciato a dare lezioni di pittura alla moglie di Xiang Xing, amministratore delegato della Ciil. Questo gli ha dato ampio accesso a informazioni sui casi passati e in corso di operazioni di intelligence cinesi, in gran parte legate all’acquisizione di tecnologia militare da parte del Partito.

Durante le elezioni di Taiwan del 2018 (conosciute col nome «nove in uno»), Wang aveva contribuito a coordinare, per conto del Pcc, una massiccia campagna di disinformazione per minare l’amministrazione del presidente di Taiwan Tsai Ing-wen. 

Nel frattempo, è stato anche responsabile delle relazioni con gli studenti della Cina continentale ad Hong Kong, volte a mantenere su di loro l’influenza ideologica del Pcc e a reclutarli per vari compiti relativi all’intelligence.

Nei commenti su Nine Network, Wang ha approfondito il modo in cui lui e altri agenti si sono infiltrati «in tutte le università, comprese le associazioni di studenti e altri gruppi e corpi di studenti». Ha spiegato inoltre quanto fosse facile reclutare gli studenti della Cina continentale: spesso bastava promettere che sarebbero stati «fatti loro alcuni piccoli favori e concessi alcuni benefici».

Il giornale australiano ha scritto inoltre che Wang, in quanto cittadino cinese cresciuto con l’idea che essere un patriota significasse proteggere il dominio del Pcc, pensava che lavorare come spia per il regime fosse una prospettiva allettante: «È pagato bene» ha affermato, «e sentivo di star facendo qualcosa per il Paese».

Peter Mattis, un ex analista della Cia ed esperto di spionaggio cinese, ha spiegato alla stampa che Wang era probabilmente un «cut-out» o un elemento «cooptato», cioè una persona che lavora come aiutante (esterno) di un ufficiale dell’intelligence al fine di «costruire una serie di risorse da utilizzare per l’intelligence o l’influenza politica».

Infiltrazioni nei media e nella politica

Wang ha indicato che anche molti importanti media di Hong Kong e Taiwan sono stati acquistati o hanno subito l’infiltrazione di agenti del Pcc per diffondere e sostenere le versioni e le posizioni del Partito.

Per esempio, al quotidiano di Nine ha rivelato che «un dirigente di una grande rete televisiva asiatica è in realtà un quadro militare in carica del grado di comandante di divisione » dell’esercito del Pcc.

Ha inoltre corroborato le tesi secondo le quali il Partito Comunista Cinese aveva costruito una formidabile rete di influenza in Australia cooptando politici e partiti politici, oltre che lavorando tra studenti di etnia cinese, il tutto per soffocare il dissenso alle politiche del regime cinese.

«Il signor Wang ha mostrato le transazioni di un conto bancario per sostenere le sue affermazioni» secondo cui gli organi di intelligence del Pcc «avevano rapporti con diversi importanti donatori politici australiani, tra cui un ex membro dello staff dell’ufficio di un parlamentare federale».

Anche Chen Yonglin, un ex diplomatico cinese che aveva disertato in Australia nel 2005, aveva avvertito il Paese all’inizio dell’influenza sovversiva degli agenti di Pechino, affermando che all’epoca il Pcc aveva mille spie attive in Australia. Allora, una delle principali priorità del Partito era diffamare ed emarginare i praticanti del Falun Gong, una disciplina spirituale cinese vietata dal Pcc nel 1999.

Nel 2017, le rivelazioni delle operazioni di influenza del Pcc in Australia hanno fatto notizia, comprese le accuse di  miliardari cinesi che usano donazioni per influenzare i politici a nome del regime.

L’Australia ha approvato leggi nel 2018 per combattere le interferenze straniere, che sono state introdotte sulla scia di quello che l’allora primo ministro Malcolm Turnbull ha descritto come «notizie inquietanti sull’influenza cinese». Modellate su leggi simili negli Stati Uniti, le leggi australiane hanno introdotto nuovi reati di spionaggio, istituito un registro per gli agenti stranieri e vietato le donazioni politiche straniere.

Di conseguenza la prima azione diretta contro un sospetto agente di influenzamento del Pcc da quando sono state introdotte le leggi è avvenuta all’inizio di quest’anno: il miliardario cinese Huang Xiaomo è stato spogliato del suo status di residente permanente e gli  è stata negata la cittadinanza australiana.

Secondo quanto riferito, Huang, sviluppatore immobiliare che ha stretti legami con il Pcc, ha donato 2.7 milioni di dollari australiani ai principali partiti politici australiani negli ultimi cinque anni. Era inoltre presidente del Consiglio australiano per la promozione della riunificazione pacifica della Cina (Pprc Australia), un gruppo sotto l’egida del Dipartimento del Lavoro del Fronte Unito, un’agenzia del Pcc incaricata di diffondere l’agenda di Pechino all’estero.

Secondo quanto riferito da Reuters, il tesoriere australiano Josh Frydenberg ha affermato che le implicazioni del conto di Wang sono «molto inquietanti» e che le agenzie governative hanno affrontato la questione.

Come c’era d aspettarsi, il regime di Pechino ha respinto le dichiarazioni di Wang, usando le dichiarazioni della polizia di Shanghai che sostiene che il 26enne non fosse una spia, ma un disoccupato che era stato precedentemente incarcerato per frode.

L’ambasciata cinese ha aggiunto in una dichiarazione del 24 novembre che Wang è ricercato in relazione a un caso di frode all’inizio di quest’anno.

La nota dell’ambasciata cinese afferma che «il 19 aprile 2019, la polizia di Shanghai ha avviato un’indagine su Wang, che presumibilmente ha truffato una persona soprannominata Shu per un cifra che ammonta a 4.6 milioni di yuan attraverso un falso progetto di investimento che ha comportato l’importazione di auto a febbraio».

L’ambasciata ha detto inoltre che Wang è partito per Hong Kong il 10 aprile, portando un falso passaporto cinese e un falso documento di residenza permanente a Hong Kong, e che la polizia di Shanghai stava indagando sulla questione.

Lasciare il Pcc per ragioni di coscienza

Secondo Nine Network, la lotta interna di Wang ha raggiunto un punto di svolta quando ha ricevuto un falso passaporto sudcoreano, con il quale doveva entrare a Taiwan e partecipare ai tentativi in ​​corso del Pcc di interferire nelle elezioni presidenziali del 2020.

Il media australiano ha scritto: «Fissare la propria faccia su un passaporto falso ha suscitato qualcosa in Wang. Si era reso conto di stare rischiando di perdere sé stesso. Come avrebbe scritto più tardi egli stesso, era sul punto limite in cui sarebbe diventato “una persona senza una vera identità”».

Il 23 aprile, Wang ha lasciato il suo posto a Hong Kong per visitare  la moglie e il figlio a Sydney, dopo aver ottenuto l’approvazione dalla moglie del suo capo.

Per Wang, tradire il Partito Comunista Cinese, sapendo che non sarebbe mai stato in grado di tornare in Cina o vedere i suoi parenti, non è stata una decisione facile da prendere: «Ogni volta che penso a questo, sono molto triste. La mia famiglia, non solo i miei genitori, ma anche i miei nonni […] Non oso comunicare molto con loro, dato che i nostri telefoni sono sotto controllo. Questa è la cosa più triste. […] Il mio cuore è estremamente triste e nessuna parola può esprimere il mio dolore».

Tuttavia, ritiene che lo spionaggio fosse troppo rischioso e immorale per continuare: «Ho pensato e ripensato più volte», ha detto Wang a Epoch Times; «mi chiedevo se questa decisione sarebbe stata positiva o negativa per la mia vita. Non posso dirlo in modo definitivo, ma credo fermamente che se fossi rimasto con il Pcc, non sarei andato incontro ad una buona fine».

La decisione di Wang è stata anche formata dalle sue esperienze vissute in società democratiche. Oltre a Taiwan, aveva già visitato la sua famiglia in Australia a dicembre 2018.

«Durante i pochi mesi trascorsi in Australia, ho sperimentato le libertà democratiche di questo paese e mi sono vergognato sempre più per ciò che il Pcc sta facendo per minare la democrazia in tutto il mondo. Così ho deciso di abbandonare completamente il mio lavoro e dare un taglio netto  al mio legame col Partito».

 

Articolo in inglese:Chinese Spy Defects to Australia, Provides Unprecedented Account of Beijing’s Influence Operations

 
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