Nuove email che inchiodano Biden, incontri con i cinesi mediati dal figlio

Di Cathy He

Dei soci in affari di Hunter Biden hanno aiutato a organizzare degli incontri tra un gruppo di magnati cinesi e alcuni importanti funzionari della Casa Bianca nel 2011, durante l’era Obama; questo è quanto emerge da alcune email private ottenute dall’autore Peter Schweizer e visionate dall’edizione americana di Epoch Times.

Gli allora soci in affari di Biden, Devon Archer e Bevan Cooney, avrebbero aiutato un gruppo dell’élite commerciale e politica cinese dell’esclusivo China Entrepreneur Club (Cec) a visitare la Casa Bianca e incontrare alcuni funzionari del governo nel novembre 2011, durante un loro viaggio negli Stati Uniti.

Stando al sito web del China Entrepreneur Club, la delegazione cinese avrebbe anche incontrato l’allora vice presidente Joe Biden durante quel viaggio in America. Una delle e-mail indica inoltre che Archer aveva parlato con Hunter Biden dell’organizzazione dell’incontro alla Casa Bianca per il gruppo in questione.

Come era prevedibile, gli affari di Hunter Biden in Cina e in Ucraina sono finiti al centro dell’attenzione da quando suo padre ha deciso di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Recentemente il giovane Biden ha anche fatto parlare di sé per i suoi presunti affari con i dirigenti cinesi di un conglomerato petrolifero legato all’esercito cinese, come dettagliato nelle e-mail ottenute dal New York Post e in una relazione del Senato.

L’altro socio di Biden, Beyan Cooney, sta attualmente scontando una pena detentiva per il suo ruolo in una truffa organizzata nel 2016 ai danni di una tribù di nativi americani. È stato proprio lui ad autorizzare Schweizer, autore del libro Secret Empires, ad accedere al suo account personale di posta elettronica e pubblicare le email in questione. Schweizer ha anche pubblicato i risultati delle sue analisi di queste email in un articolo di Breitbart. Ed è bene sottolineare che si tratta di una serie di email separate da quelle ottenute recentemente dal New York Post.

Anche Archer è stato giudicato colpevole nello stesso processo del 2016 ed è attualmente in attesa della sentenza. Lui e Hunter Biden erano soci nella Rosemont Seneca Bohai, una società di gestione patrimoniale. Inoltre, sono entrambi entrati a far parte nel 2014 del consiglio di amministrazione della Burisma Holdings, una importante società ucraina di energia.

Il 5 novembre 2011, Archer ha ricevuto una e-mail da un procacciatore d’affari, Gary Fears. L’e-mail conteneva una richiesta di aiuto da parte di Mohamed A. Khashoggi, apparentemente un intermediario del China Entrepreneur Club (Cec), che voleva organizzare una visita alla Casa Bianca e incontri con funzionari del governo. Kashoggi ha scritto che il business club cinese aveva spedito inviti per un incontro a diversi membri del governo Obama e parlamentari, ma che non aveva ricevuto alcuna risposta.

In una delle e-mail Khashoggi ha scritto: «Un tour della Casa Bianca e un incontro con un membro dell’ufficio del capo dello staff e John Kerry sarebbe fantastico […] Se riusciamo a organizzare incontri con Rominy [sic] o con funzionari non eletti potrebbe essere più facile. Non sono sicuro che si debba essere registrati per farlo», riferendosi presumibilmente alla registrazione degli agenti stranieri (Foreign Agents Registration Act).

Khashoggi ha anche spiegato che il «compito del gruppo è quello di far sapere agli Stati Uniti che il ‘settore privato cinese’ è pronto e disposto a investire in America».

«Penso che sia un gioco di diplomazia soft che potrebbe essere molto efficace», continuava Khashoggi, aggiungendo che avrebbe dato ai partner commerciali di Hunter Biden «un buon accesso [ai cinesi, ndr] per qualsiasi accordo in futuro».

Il Cec, spesso definito il ‘club dei miliardari’, è composto dai principali leader commerciali cinesi, oltre che da economisti e diplomatici. All’epoca contava 50 membri, tra cui Liu Chuanzhi, fondatore e allora presidente del gigante dell’informatica Lenovo, Jack Ma, fondatore del gigante dell’e-commerce Alibaba Group, e Wu Jianmin, un diplomatico cinese di spicco.

Il reddito di 44 membri del Cec ammontava a oltre 1,5 trilioni di yuan (224 miliardi di dollari) e rappresentava circa il 4% del prodotto interno lordo cinese, secondo quanto scritto in una e-mail da Khasoggi, che si è persino riferito al Club dicendo: «Questa la China Inc.» .

L’11 novembre 2011, Fears ha scritto ad Archer un’e-mail per sapere come fosse andato l’incontro con Khashoggi. In quella e-mail Fears ha anche chiesto ad Archer di dire a Hunter Biden di chiamarlo. Al che Archer ha risposto: «Hunter è in viaggio negli Emirati Arabi Uniti per una settimana con la famiglia reale, quindi probabilmente la prossima settimana».

In una risposta successiva, Archer ha scritto: «Non ho potuto confermare questo con Hunter in linea, ma gli abbiamo procurato il suo incontro lunedì allla Wh [White House, ndt] per i cinesi».

Il 14 novembre 2011, il giorno dell’incontro con la delegazione cinese, Cooney ha inviato un’e-mail a Fears confermando: «Archer si è occupato dei ragazzi cinesi a Washington».

I registri dei visitatori della Casa Bianca mostrano di fatto che una delegazione di circa 30 persone del Cec ha visitato la Casa Bianca quel giorno, ed è stata accolta da Jeff Zients, allora direttore dell’Ufficio di Gestione e Bilancio.

Sebbene i registri americani non attestino un incontro con l’allora vice presidente Biden, un documento del Cec contenente le biografie dei membri indica che la delegazione ha incontrato proprio Biden-padre, oltre al sottosegretario Robert Hormats, all’ex segretario di Stato Madeleine Albright e al generale Colin Powell.

Gli incontri con Hormats, Albright e Powell sono anche presenti in un itinerario del viaggio, che indica inoltre un incontro con l’allora segretario del Commercio John E. Bryson.

Il 17 ottobre, Schweizer ha dichiarato a Fox News che le e-mail pubblicate – così come altre che non sono state rilasciate – rivelano l’esistenza di un’ampia rete che utilizzava il nome di Biden per accedere alla Casa Bianca, con «Hunter che fungeva da collegamento con il governo per aiutare i loro clienti e guadagnare nuovi clienti». Schweizer ha inoltre precisato che «i nomi che vengono fuori in questa faccenda sono cinesi, russi, ucraini, kazaki. Sono delle vere e proprie Nazioni Unite della corruzione. E dimostrano che Joe Biden, in qualità di vicepresidente degli Stati Uniti, era un punto di riferimento».

La campagna elettorale di Biden e Gary Fears sono stati contattati per una richiesta di commento ma non hanno risposto in tempo utile per la redazione dell’articolo.

 

Articolo in inglese: Hunter Biden’s Business Associates Helped Chinese Tycoons Meet With Obama White House Officials, Emails Show

 
Articoli correlati