Sì, la «chirurgia di affermazione del genere» sui minori è mutilazione e abuso

Di Charlotte Allen

Se un chirurgo usa il suo bisturi per tagliare e alterare permanentemente gli organi riproduttivi di una giovane ragazza in nome delle tradizioni religiose e culturali del Terzo Mondo, la chiamiamo «mutilazione genitale femminile».

Negli Stati Uniti, si tratta di un reato ai sensi di una rigida legge federale approvata con il sostegno bipartisan nel 2020 e firmata da Donald Trump poco prima di lasciare la presidenza nel gennaio 2021. Chiunque consenta questo intervento chirurgico drastico, dall’esecuzione in prima persona delle procedure al trasporto delle giovani vittime a cliniche con medici più accomodanti fuori dagli Stati Uniti è soggetto a una pena detentiva da cinque a dieci anni.

Invece, se un chirurgo usa il suo bisturi per tagliare e alterare permanentemente gli organi riproduttivi di una giovane ragazza in nome dell’ideologia medica del Primo Mondo, lo chiamiamo «cura di affermazione del genere».

Ha la piena approvazione di auguste organizzazioni di medici come l’American Medical Association e l’American Pediatric Academy. La procedura può essere «chirurgia alle parti basse» – la rimozione delle ovaie e dell’utero e il tentativo di costruire un pene per sostituire la vagina della ragazza – oppure può essere «chirurgia alle parti alte», che consiste cioè nel tagliare il seno. Ma ci è semplicemente proibito impiegare gli stessi vocaboli che usiamo quando parliamo delle pratiche culturali di modifica del corpo di asiatici e africani, per descrivere questa occidentalissima forma di modifica del corpo.

È come il Fight Club. La prima regola delle mutilazioni genitali dei minori è di non parlare delle mutilazioni genitali dei minori.

Ad esempio, a febbraio, il procuratore generale del Texas Ken Paxton ha emesso un parere in cui ha affermato di ritenere che queste «procedure di sterilizzazione irreversibili» costituissero «abuso di minori». Insieme alla chirurgia per deformare il corpo, Paxton ha incluso nel suo parere gli interventi come la somministrazione di bloccanti della pubertà e di dosi massicce di ormoni del sesso opposto ad adolescenti e preadolescenti che potrebbero provare insoddisfazione in merito al loro sesso biologico: «Queste procedure chimiche impediscono al corpo di una persona di sviluppare la capacità di procreare», ha scritto Paxton.

Il Texas è uno dei circa 19 Stati che hanno approvato o hanno leggi in lavorazione che limiterebbero l’accesso a tali interventi chirurgici e farmaci per i minori. Il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, ha incaricato i servizi di protezione dell’infanzia di indagare su questi casi. In precedenza, Abbott aveva usato la parola tabù con la m-, in un’intervista radiofonica: «Qualsiasi tipo di mutilazione genitale è abuso su minori».

Il progressista Texas Tribune, per non parlare delle istituzioni mediche e per le libertà civili del Texas, è partito in quarta: «I bambini trans meritano di avere la stessa assistenza sanitaria che hanno tutti i bambini, che è un’assistenza sanitaria basata sulle prove, che serve a promuovere la loro crescita e sviluppo per aiutarli a diventare adulti sani e pienamente funzionanti», ha affermato il presidente della Texas Pediatric Society Seth Kaplan, citato dal giornale.

Sahiyo, un’organizzazione di donne asiatiche specificamente formata per combattere le mutilazioni genitali, ha affermato: «In questo momento, i legislatori in Texas e Idaho stanno cercando di utilizzare i divieti preesistenti sull’Fgc [taglio genitale femminile, ndr] per impedire ai giovani transgender di ricevere cure mediche salvavita per l’affermazione di genere e trattamenti necessari a tal fine. Si tratta di un’azione discriminatoria che non ha fondamento nel lavoro cruciale per porre fine all’Fgc».

Ms. Magazine (una rivista femminista) è intervenuta: «L’uso irresponsabile e scorretto [di Abbott, ndr] del termine ‘mutilazione’ distoglie l’attenzione dal vero e serio problema della mutilazione e del taglio, negli Stati Uniti oggi».

La National Public Radio (Npr) ha continuato a indignarsi, insinuando che l’amministrazione di Abbott stesse «criminalizzando [ing, ndr] le cure di transizione».

«La legislatura del Texas ha già cercato di vietare ai bambini transgender di accedere a bloccanti della pubertà, terapia ormonale e interventi chirurgici di affermazione del genere», ha accusato la giornalista della Houston Public Radio, Sara Willa Ernst.

Il segmento Npr includeva un’intervista di Ernst con una donna biologica di 17 anni ribattezzata «Alexander» che aveva assunto testosterone per «diversi anni», il che si traduce in un inizio all’età di 13 o 14 anni.

Non importa se c’è qualcosa di inquietante nel somministrare ai tredicenni – o anche i diciottenni – che trovano l’adolescenza stressante o si sentono insoddisfatti del loro aspetto, farmaci che renderanno impossibile avere figli propri, tanto meno interventi chirurgici che deformano il corpo e l’asportazione di tessuti e organi perfettamente sani.

Se un’adolescente si ferisce legandosi il petto in modo da sembrare un ragazzo, non sarebbe meno invadente consigliarle di accettare il suo corpo piuttosto che metterla in lista per una doppia mastectomia? Può una quattordicenne contemplare in modo significativo le implicazioni, mediche e psicologiche, di doversi iniettare una massiccia dose di testosterone una volta alla settimana per il resto della sua vita?

È già abbastanza grave – e genuinamente offensivo (con buona pace del dottor Kaplan e del resto dell’establishment medico) – deformare e sterilizzare persone che sono legalmente solo bambini da ogni altro punto di vista. Il governo britannico ha già chiuso la sua clinica per l’identità di genere Tavistock dopo che un rapporto ha criticato severamente «l’approccio affermativo indiscusso» dei suoi medici alla distribuzione all’ingrosso di chirurgia radicale e farmaci potenti a giovani e adolescenti confusi e depressi. Un’azione legale collettiva è seguita rapidamente a nome di mille famiglie di giovani per presunti danni a lungo termine causati dai presunti trattamenti. E aspettatevi che il problema dell’«affermazione di genere» crei un simile caos anche in America, una nazione così sovraccarica di avvocati.

Ma ancora peggio è il limitare l’uso di un linguaggio onesto su ciò in cui consiste veramente la «cura di affermazione del genere». Ciò riguarda tutti noi. Una società è definita in gran parte dal suo linguaggio. E il linguaggio deve essere onesto per presentare un quadro chiaro e veritiero della posta in gioco. In questo caso, dobbiamo dire che modificare chirurgicamente e medicamente i corpi dei giovani semplicemente perché si sentono a disagio per il loro sesso biologico è una mutilazione pura e semplice.

 

Charlotte Allen è l’editore esecutivo di Catholic Arts Today e collabora spesso con Quillette. Ha un dottorato in studi medievali presso la Catholic University of America.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times

Articolo in inglese: Yes, ‘Gender-Affirming Surgery’ on Minors Is Mutilation—and Yes, It’s Child Abuse

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