Shen Yun a Milano, spettacolo «soprannaturale»

MILANO: Tre serate, tre serate tutto esaurito: questa è stata la calorosa accoglienza riservata dal pubblico di Milano a Shen Yun Performing Arts, la prima compagnia al mondo di danza classica cinese.

La compagnia di New York, indipendente e fondata nel 2006, si è esibita l’11, il 12 e il 13 marzo al Teatro degli Arcimboldi, che ha aperto le danze (nel vero senso della parola) al tour europeo di Shen Yun. La missione di questi artisti è infatti quella di riportare in vita, tramite la danza, i valori perduti della cultura cinese, che ha una storia di 5.000 anni ed è tutta incentrata su una filosofia di profonda spiritualità.

Non è un caso infatti che ‘Shen Yun’, significhi ‘la bellezza degli esseri divini che danzano’ e, ascoltando le parole degli spettatori, sembra proprio che le aspettative create dal nome della compagnia siano rispettate appieno: «Sovrannaturale, lo posso dire? Forse questo più di tutto. È come se fossero impalpabili», ha dichiarato Elisabetta Cùscito, insegnante di danza classica.

«Si ritrova molto quello che è la filosofia taoista legata al movimento e poi anche allo spettacolo e all’espressione», ha confermato Lorenzo Musacco, National Key Account Manager presso Jungheinrich Italiana Srl e praticante di arti marziali. L’autentica danza classica cinese, osservabile esclusivamente negli spettacoli di Shen Yun, affonda le sue radici nelle antiche arti marziali cinesi, e questo è infatti un aspetto che non è sfuggito all’esperto in materia: «si nota il movimento nelle arti marziali e poi [la danza] ricalca il movimento anche nella dolcezza del Tai chi e del taoismo nell’ambito del movimento circolare».

Lorenzo Musacco e sua figlia (Foto: Vincenzo Cassano / Epoch Times)

Elisabetta Forciniti, di professione architetto, ha dichiarato: «Percepisco la cultura di un popolo, che ha una tradizione lunghissima, attraverso uno spettacolo che alla fine dura due ore e mezza». Ma quello che per la Forciniti colpisce, oltre a tutte le questioni legate all’aspetto culturale della Cina, è «l’originalità» e «la bellezza infinita».

«È la seconda volta che lo vedo e sono ritornata. Mi hanno fidelizzato. Perché è sempre eccezionale. Mi fa sognare. Mi riporta in un altro mondo. È stupendo».

Elisabetta Forciniti (Foto: Gabriele Bruno / Epoch Times)

Ogni anno Shen Yun propone un tour mondiale con un programma completamente nuovo, e molte delle persone che lo vedono per la prima volta, rimangono talmente colpite che tornano a vederlo ogni volta che si presenta loro l’occasione.

Anche per Elisabetta Cùscito «è stato meraviglioso, veramente. Una scelta meravigliosa di colori, coreografie, i colori, i costumi, tutto». Una bellezza esaltata dalla professionalità e «bravura indicibile dei ragazzi perché sono leggiadri, sembrava che volassero, che non avessero i piedi per terra, non avessero peso».

Elisabetta Cuscito e suo marito (Foto: Gabriele Bruno / Epoch Times)

Gli artisti di Shen Yun si sono formati presso l’accademia internazionale della arti Fei Tian di New York. Le coreografie delle danze e i colori vivaci e ipnotizzanti dei loro costumi svolazzanti, si integrano perfettamente con le immagini sullo sfondo digitale dietro al palco. I movimenti dei ballerini, durante lo spettacolo, sono caratterizzati da un sincronismo perfetto e «una coralità spaventosa», aggiunge ancora la Cùscito.

Tutti questi ingredienti producono un risultato che lascia senza fiato e che nell’insieme ha inebriato i cuori degli spettatori di gioia, stupore e meraviglia, a tal punto da far partire, ripetute volte, ondate di applausi scroscianti ancora prima che si concludessero i pezzi.

A molte persone tra il pubblico brillavano gli occhi, e questo è anche merito delle musiche emozionanti prodotte in loco da una fantastica orchestra con strumenti misti, occidentali e orientali. Le sensazioni di calma, rilassamento e di svago derivanti, hanno permesso anche il realizzarsi di un simpatico siparietto a metà platea, nella giornata di domenica, quando cinque o sei bambine sono ‘scappate’ dalle braccia dei loro rispettivi genitori per riunirsi tutte insieme, sedute in fila una a fianco all’altra, sullo scalino del corridoio che divide le poltrone, con gli occhi rigorosamente puntati sul palco, e le testoline incantate.

Parlando di musica, non si può non citare un momento clou della serata con il canto del tenore. I cantanti di Shen Yun cantano in cinese utilizzando la tecnica del Belcanto, un’unione che finora nessuno aveva mai sperimentato. A questo riguardo Daniela Javarone, presidente degli amici della lirica di Milano, ha dichiarato: «Noi veniamo tutti gli anni. Mi ha molto incuriosito il tenore cinese che ha cantato in cinese e nella mia lunghissima storia per la lirica è la prima volta che sento la lirica cantata in cinese. Conosco molti tenori cinesi per i concorsi di lirica che vengono dalla Corea e dalla Cina».

Daniela Javarone (Foto: Gabriele Bruno / Epoch Times)

«È stato di una bravura incredibile, credo che sia di una difficoltà pesante esprimere il sentimento con questo linguaggio», ha aggiunto la signora Javarone spiegando che il linguaggio cinese, avendo parole corte e tronche, può rendere più faticosa l’emissione dei suoni rispetto alla lingua italiana.

Sia tramite le danze che tramite il canto, quello che Shen Yun vuole mandare al mondo è un messaggio di amore e di pace: «È un messaggio di armonia e di dolcezza, che in un mondo così disastrato ce ne vorrebbe. Poi anche di disciplina, vedo che tutti sono coordinati alla perfezione, al millimetro. Ci deve essere tanto di quello studio e sacrificio che è dato dall’amore che questi ragazzi ci mettono, e questo traspare».

«Io lo trovo davvero uno spettacolo magnifico, che esce con serenità dal cuore. Sarebbe bello se tutto il mondo fosse così», ha concluso la signora Javarone, inquadrando infine, forse il messaggio principale che Shen Yun lascia: la «speranza».

 
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