Serie A, Felici: Milan «regina del mercato», ma Juve resta la favorita

Tra nuove proprietà, sete di vittorie e di protagonismo, il calciomercato estivo in Italia e all’estero ha riservato anche quest’anno diverse sorprese, con ogni squadra disposta ad acquisti sempre più costosi pur di rimanere competitiva o per eccellere rispetto alle altre. Epoch Times ha intervistato Antonio Felici, giornalista, saggista e scrittore, corrispondente in Italia per France Football, che a mercato concluso ha fornito una panoramica globale evidenziando i più e i meno dei club candidati ai posti più alti della classifica:

Prendendo singolarmente ogni big della serie A, come giudica il loro mercato: chi ha fatto meglio e chi peggio?  C’è invece qualche squadra di medio o bassa classifica che si è mossa bene?

La regina del mercato è stata sicuramente il Milan. Ha investito una cifra molto superiore ai duecento milioni, un evento del tutto inusuale per la nostra attuale Serie A. Ha anche speso bene, nel senso che non ha preso giocatori tanto per prenderli, ma ha scelto elementi mirati. Certo è che ha fatto all-in, aumentando il monte ingaggi fino a 120 milioni. Quindi o questo sforzo produrrà effetti immediati (almeno il quarto posto) o saranno dolori. Nonostante il sacrificio di Bonucci, anche la Juventus non ha fatto male. Al di là del parco attaccanti, ha preso Matuidi, un centrocampista di livello assoluto che va a colmare un vuoto importante, soprattutto in fase di contenimento. Bene ha fatto il Napoli a muoversi poco o nulla, visto che la squadra attuale è difficilmente migliorabile se non inserendo top-player assoluti fuori portata. Positivo anche il mercato della Roma che, a fronte di cessioni dolorose, ha rimpolpato centrocampo ed attacco. Resta un buco al centro della difesa, dal momento che Rudiger non è stato sostituito adeguatamente. Ma sulle fasce con Kolarov e Kardorp è migliorata. Infine l’Inter. I nerazzurri mi hanno un po’ deluso, credevo facessero di più. Buoni gli innesti di Borja Valero e Vecino ma il loro mercato non si può certo definire sontuoso. Tra le non big mi è piaciuto come si è mosso il Torino. Ha tenuto Belotti e ha assemblato una buona squadra che potrebbe essere la sorpresa della stagione.

Gli equilibri sono sempre gli stessi o dopo questa sessione di calciomercato sono cambiati? Che campionato dobbiamo aspettarci, considerando anche gli impegni in Europa di Juventus, Napoli, Roma e Milan?

Gli equilibri sono cambiati nel senso che, complice l’allargamento alle prime quattro della qualificazione in Champions, le milanesi sono tornate prepotentemente in corsa. Il Milan ha grandi potenzialità ma bisognerà vedere se Montella riuscirà ad assemblare una squadra tutta nuova. L’Inter punterà molto sulle capacità di Spalletti. Comunque credo che le milanesi restino dietro alle altre big. La Juventus si è mossa in una direzione di continuità e rimane favorita per la vittoria finale. Dovrà fare attenzione però al Napoli. I partenopei sono collaudatissimi, non devono perdere tempo a sperimentare in nessun reparto, questo li avvantaggerà senz’altro. La Juventus, invece, qualche passaggio a vuoto, almeno all’inizio, nella fase difensiva potrebbe averlo. La Roma la vedo leggermente inferiore, soprattutto perché anche Di Francesco dovrà trovare la quadra. Credo possa fare da terzo incomodo per lo scudetto.

Nel calciomercato di oggi si spendono cifre sempre più folli anche per giovani promettenti ma non ancora affermati, come spiega o vede questa questione?

Sul piano internazionale il mercato risulta un po’ drogato a causa delle enormi cifre che riescono a mobilitare i top club rispetto alle altre società. Il caso Neymar è emblematico. Di fronte a certe valutazioni da capogiro è normale che chi ha un talento in casa cerchi di monetizzarlo al massimo. Questo spiega l’esplosione della valutazione dei giovani. Io però non credo che questo fenomeno sia solo negativo. Se il Paris SG, infatti, mette sul piatto oltre 200 milioni per Neymar, quei soldi, attraverso varie operazioni di mercato, finiscono con entrare nel circuito internazionale, generando un’iniezione di liquidità importante. Di queste risorse, indirettamente, finiscono col beneficiarne anche i club più piccoli. Il che non mi sembra un male. La cosa importante è che chi gestisce un club, piccolo o grande che sia, resti sempre fedele al principio della corretta gestione finanziaria, puntando sempre all’equilibrio tra entrate ed uscite. Se queste valutazioni folli non generano debiti, la massa di denaro che generano può fare solo bene al calcio.

 
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