Segretario di Stato Usa: «Hong Kong non è più autonoma dalla Cina»

Di Cathy He

Il 27 maggio, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha dichiarato che Hong Kong non è più indipendente dalla Cina, per via della recente mossa del regime cinese di stringere la morsa sulla città.

Hong Kong è una ex colonia britannica ritornata sotto la sovranità cinese nel 1997, dopo che Pechino aveva promesso che avrebbe preservato la sua autonomia e libertà nel quadro noto come «un Paese, due sistemi».

Mercoledì 27 maggio Pompeo ha scritto su Twitter: «Visti i recenti sviluppi, oggi ho riferito al Congresso che Hong Kong non è più autonoma dalla Cina. Gli Stati Uniti stanno dalla parte del popolo di Hong Kong».

Secondo l’Hong Kong Human Rights and Democracy Act del 2019, il segretario di Stato americano deve certificare annualmente se Hong Kong è sufficientemente indipendente dalla terraferma per continuare a percepire gli speciali privilegi commerciali concessi dagli Stati Uniti. Questi privilegi includono i settori del commercio, degli investimenti e dell’immigrazione, e hanno fatto sì che gli attuali dazi statunitensi sulle merci cinesi non si applicassero a Hong Kong.

Tuttavia, oggi Pompeo ha riferito al Congresso che ai sensi della legge statunitense, Hong Kong non ha più i requisiti per un trattamento speciale: «Nessuna persona con razionalità, può oggi affermare che Hong Kong mantiene un alto grado d’indipendenza dalla Cina».

Non è ancora chiaro se l’amministrazione Trump procederà effettivamente alla revoca dei privilegi speciali di Hong Kong, che richiederebbe un ordine esecutivo da parte del presidente. Il Dipartimento di Stato non ha infatti risposto alla domanda inviata da Epoch Times.

Pompeo ha descritto i recenti piani di Pechino di imporre una legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, bypassando la legislatura della città, come una «decisione disastrosa», aggiungendo che questa è «solo l’ultima di una serie di azioni che minano fondamentalmente l’autonomia e le libertà di Hong Kong. […] Mentre una volta gli Stati Uniti speravano che Hong Kong, libera e prospera, avrebbe fornito un modello per la Cina autoritaria, ora è evidente che è la Cina a modellare Hong Kong a suo piacimento».

Peraltro, Pechino ha recentemente affermato che prenderà delle contromisure se gli Stati Uniti emettessero delle sanzioni a causa dei recenti sviluppi a Hong Kong.

Già martedì durante la conferenza stampa con i giornalisti, il presidente Donald Trump aveva comunicato che la sua amministrazione stava pianificando di rispondere alla mossa del regime «prima del fine settimana», ma ha rifiutato di fornirne ulteriori dettagli. Tramite l’addetto stampa della Casa Bianca, Trump ha anche affermato di dubitare che Hong Kong possa rimanere un centro finanziario globale «se la Cina prende il sopravvento».

La decisione di Pompeo è arrivata alcune ore dopo che migliaia di persone sono scese in piazza a Hong Kong per opporsi a un nuovo disegno di legge che criminalizzerebbe la mancanza di rispetto per l’inno nazionale cinese. Già domenica la polizia aveva sparato gas lacrimogeni contro le migliaia di persone che manifestavano la loro rabbia verso la nuova legge sulla sicurezza nazionale.

 

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Articolo in inglese: Pompeo Declares Hong Kong No Longer Autonomous From China, Slams Beijing’s Proposed Security Law

 
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