Ryanair: chi sciopera paga

Guai a chi non si presenterà a lavoro il giorno dello sciopero del trasporto aereo del 15 dicembre. Questo è in sintesi il tono minatorio della lettera inviata il 12 dicembre dal capo del personale Ryanair, Eddie Wilson, ai piloti italiani della linea aerea low-cost. Che non va tanto per il sottile e promette ai ‘disertori’ la perdita della turnazione 5on/3off (tre giorni di riposo ogni cinque lavorativi) per loro e per tutto l’equipaggio di cabina del quale fanno parte.
Oltre a questo, i dipendenti Ryanair che aderiranno allo sciopero indetto dall’Associazione nazionale professionale aviazione civile (Anpac), dalle 13 alle 17 di venerdì, potranno anche incorrere in sanzioni quali il mancato aumento di stipendio, o perdere la possibilità di eventuali trasferimenti o promozioni, si legge ancora nella lettera.

D’altronde, dopo la fuoriuscita dei piloti che ha causato per Ryanair la cancellazione di 20 mila voli tra settembre 2017 e marzo 2018, era prevedibile l’attuazione di politiche ancora più aspre da parte dell’amministratore delegato della low cost irlandese Michael O’Leary, che in questo caso, temendo ulteriori perdite economiche e disagi per i passeggeri, si è evidentemente visto ‘costretto’ a ricorrere al pugno duro. Senza tuttavia considerare l’aspetto dei diritti dei suoi lavoratori: «Lo sciopero, se esercitato legittimamente, è un diritto costituzionale», conferma infatti in una nota il presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Giuseppe Santoro Passarelli.
A questo proposito si è espresso anche il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda, a margine dell’esecutivo Abi, che ai giornalisti ha definito «indegno» il comportamento della compagnia irlandese; «non si può stare su un mercato, prenderne i vantaggi e non rispettare le regole», ha continuato Calenda, che ha anche ritenuto necessario un intervento.

D’altronde parte, in una nota l’Anpac comunica che lo sciopero «è stato dichiarato non per mere rivendicazioni economiche ma per il riconoscimento ed il rispetto dei diritti previsti dall’ordinamento nazionale italiano e per vedere riconosciuto il diritto dei Piloti e degli assistenti di volo di Ryanair operanti stabilmente sulle basi italiane a essere rappresentati a livello nazionale da propri rappresentanti regolarmente eletti ed organizzati nell’ambito delle associazioni sindacali nazionali».
Ryanair nella sua politica interna non ammette infatti le rappresentanze sindacali e stando a quanto dichiarato a fine settembre da O’Leary, mai le ammetterà: «Dovrà ghiacciare l’inferno prima che Ryanair includerà dei sindacati». Questa è evidentemente una delle motivazioni principali alla base dello sciopero, dal momento che non esiste alcuna mediazione al dialogo tra i dipendenti e i vertici della compagnia.

L’Anpac aggiunge che l’obiettivo finale dello sciopero è quello di ottenere l’applicazione del contratto collettivo di lavoro, e il coordinatore dell’organizzazione, Riccardo Canestrari, ha fatto sapere al Gr1 che lo sciopero, al quale potranno aderire anche gli assistenti di volo e non solo i piloti, andrà avanti malgrado il tono intimidatorio utilizzato dalla compagnia aerea.
Allo sciopero del 15 dicembre potrebbero aderire anche, ognuno con le proprie motivazioni, i dipendenti di Alitalia,Vueling ed Enav.

NON SOLO IN ITALIA

Il rischio per Ryanair è che l’Italia sia solo la scintilla di un movimento di protesta molto più esteso. Procedendo dall’Italia verso Nord infatti, altre proteste, questa volta a oltranza e sempre per l’applicazione del contratto collettivo di lavoro, sono state annunciate anche in Germania dal sindacato Vereinigung Cockpit.

Ma le brutte notizie per O’Leary arrivano soprattutto dall’Hub principale di Ryanair a Dublino, dove un voto segreto ha indetto un altro sciopero di 24 ore per mercoledì 20 dicembre; a questo riguardo la compagnia irlandese ha minimizzato comunicando che hanno aderito all’iniziativa «solo il 28 per cento dei 300 piloti con base a Dublino», ma anche in questo caso ha avvertito i piloti, in caso di adesione alla protesta, della perdita della turnazione 5on/4off, così come di eventuali benefit sulla busta paga e opportunità di promozioni, «fino al momento in cui sceglieranno di ritornare alla pratica consolidata da 25 anni di trattare direttamente con Ryanair».

Dato che in quest’ultimo caso lo sciopero è stato indetto dall’unione piloti dell’altra linea aerea irlandese Aer Lingus, Ryanair tiene a precisare che «come ogni gruppo di lavoratori, i piloti molto ben pagati di Ryanair sono liberi di unirsi ai sindacati, ma come ogni altra multinazionale, Ryanair è altrettanto libera – in base alla legge irlandese e dell’Ue – di rifiutarsi di impegnarsi con i sindacati dei diretti competitor».

 

La lettera inviata ai piloti italiani Ryanair (da la Repubblica).
 
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