‘Roma Stadium’ a Tor di Valle sempre più realtà

Di Alessandro Starnoni

Quella dello stadio dell’As Roma a Tor di Valle, sembra oramai una storia destinata al lieto fine. È da dicembre 2017 infatti che, dopo lunghi tira e molla, il Comune di Roma e la società dell’imprenditore americano James Pallotta hanno trovato l’intesa che ha portato all’approvazione definitiva del progetto.
Il ‘sì’ della Conferenza dei Servizi, seppur inizialmente con alcune prescrizioni su viabilità, messa in sicurezza dell’area e tutela ambientale   ̶ che comunque sembrano in fase di adempimento   ̶ rappresenta un’importante occasione di valorizzazione del territorio della Capitale.

Il passo successivo riguarderà l’approvazione definitiva della variante urbanistica nella prossima estate. Anche l’assessore allo sport di Roma Capitale, Daniele Frongia, a margine del recente evento per la riqualificazione dello stadio Flaminio, l’ha confermato ai giornalisti: «Ci sono i tempi previsti dalla legge. Contiamo di far arrivare la variante in Assemblea Capitolina tra luglio e agosto, poi si andrà in Regione. A quel punto ci sarà bisogno di una delibera consigliare della Regione Lazio. Una volta approvata, immediatamente questo rappresenta i titoli esecutivi autorizzativi per poter partire con le gare e quindi con i lavori».
E i soldi per cominciare a sistemare la prima pietra stanno arrivando: «Ottocento milioni di investimenti stranieri sulla città di Roma», ha assicurato a inizio mese Virginia Raggi ai giornalisti, durante un incontro in Campidoglio assieme al presidente dell’As Roma. «È evidentemente una grandissima opportunità di rilancio per l’economia di Roma e del Paese», ha concluso il sindaco.

Quindi, salvo ‘beffe’ dell’ultimo minuto, la Capitale avrà un nuovo stadio. E poco importa se per ottenere il via libera Pallotta e soci sono dovuti scendere a diversi compromessi, rinunciando alle ‘tre torri’ e a circa la metà delle cubature previste dal progetto iniziale. Inoltre, i 140 milioni di fondi privati risparmiati da questo taglio sul progetto iniziale voluto dalla giunta capitolina, andrebbero ad aggiungersi a quelli a favore delle opere pubbliche   ̶ già a carico del proponente per circa 200 milioni   ̶ necessarie dal punto di vista infrastrutturale, nonché di fondamentale importanza per raggiungere agevolmente il nuovo impianto sportivo.

Gli interventi infrastrutturali sul piano urbanistico saranno comunque di grande utilità anche per il miglioramento della viabilità della Capitale in sé: si pensi al potenziamento del trasporto pubblico ferroviario, come quello della Roma-Lido con la nuova stazione Tor di Valle, che collegherà in maniera più efficace i quartieri periferici con il centro di Roma.

Per il trasporto in auto è di grande rilevanza l’unificazione dell’Ostiense con la Via del Mare, l’asse di collegamento tra A91 e Ostiense-Via del Mare, la costruzione del nuovo Ponte dei Congressi (questo finanziato dal Cipe) per smaltire il traffico in direzione Roma e, forse, del Ponte di Traiano (nel progetto iniziale a carico dei privati), che collegherebbe la Via del Mare allo stadio. In più c’è la passerella ciclo-pedonale sempre sul Tevere (anch’essa a carico di privati) per collegare la stazione FL1 Magliana con il sito. Infine, resta ancora da capire se, alla fine, rimarranno i fondi per il prolungamento della Metro B, previsto nel progetto iniziale ma poi sparito assieme al dimezzamento delle cubature (e quindi anche dei fondi privati) voluto dalla giunta Raggi, a quanto pare per scongiurare il più possibile i rischi di una eventuale speculazione edilizia.

A ogni modo, secondo quanto ha raccontato di recente a Il Tempo il costruttore dell’impianto giallorosso, Luca Parnasi, il traffico per arrivare allo stadio sarà praticamente azzerato: «Di domenica, da Roma nord si potrà arrivare allo stadio in 20-25 minuti».

L’impianto sportivo in sé (stadio e area retail), sarà circondato da una zona costituita da un complesso di strutture per l’intrattenimento, detta ‘Business Park’, sul modello dell’impianto americano L.A. Live a Los Angeles. Il tutto quindi, con decine di nuovi ettari di verde pubblico, undici chilometri di piste ciclabili, e strutture moderne ecosostenibili per il rispetto ambientale, andrà a riqualificare un territorio attualmente degradato della Capitale (l’ex location dell’antico Ippodromo). «Non si andrà più solo per vedere la partita, ma magari già tre ore prima a fare un giro al museo, a mangiare, poi c’è il Convivium, due parchi. Sarà una vera riqualificazione urbana che porta posti di lavoro e un indotto che in parte c’è già stato», spiega ancora Parnasi.

I costi per la realizzazione dello stadio (300-500 milioni), saranno principalmente a carico di Goldman Sachs, ovvero della banca adviser dell’As Roma (già finanziatrice della società di Pallotta). Tra gli investitori individuati finora dalla banca americana potrebbe esserci anche Starwood Capital. Il Business Park invece (circa un miliardo di euro), sarà finanziato dal gruppo Parnasi (Eurnova Srl) assieme a un pool di banche e investitori.
Se tutto dovesse continuare a procedere senza intoppi (e un rischio sotto questo aspetto potrebbero rappresentarlo gli scavi archeologici), l’impianto potrebbe essere completato e inaugurato plausibilmente per la stagione calcistica 2021/22 (anche se alcuni confidano già nella stagione 2020/21), con i lavori che potrebbero iniziare non prima di inizio 2019, e rappresenterà una delle più grandi strutture sportive a livello europeo.

 
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