Rischio di dazi sulle automobili, un pericolo per Italia e Germania

Secondo Trump, l'Ue si approfitta degli Usa «peggio della Cina»

Secondo la Goldman Sachs, la guerra commerciale in corso tra le due più grandi economie del mondo rischia di coinvolgere anche l’Europa. Se infatti l’escalation delle tensioni dovesse portare gli Stati Uniti ad imporre dazi sulle auto, gli effetti sulle nazioni europee, specialmente Germania e Italia, sarebbero gravi.

Il 17 maggio la Casa Bianca ha annunciato sei mesi di rinvio, per la decisione di imporre dazi sulle auto o su alcune loro componenti, cosa che ha donato un sollievo temporaneo all’area euro. Tuttavia la crescente e sempre più pungente disputa tra Stati Uniti e Cina ha già influenzato il clima economico comunitario: secondo una relazione della Goldman Sachs del 21 maggio, «le condizioni finanziarie dell‘area euro si sono notevolmente irrigidite in riposta alle notizie avverse degli scambi».

Sebbene la minaccia dei dazi statunitensi sulle importazioni automobilistiche sia leggermente calata dopo che il presidente Donald Trump ha ritardato la sua decisione, il rischio rimane ancora. La Goldman prevede che gli Stati Uniti e l’Ue alla fine raggiungeranno un accordo per evitare i dazi, «ma si calcola un 20 per cento di rischio di dazi auto Usa con successive ritorsioni dell’Ue».

Il 17 maggio Trump ha dichiarato di aver chiesto al rappresentante del commercio statunitense Robert Lighthizer «di negoziare accordi in grado di affrontare la minaccia alla sicurezza nazionale» derivanti dalle importazioni di auto. Secondo la Casa Bianca «se gli accordi non verranno raggiunti entro centottanta giorni, il presidente deciderà se applicare o no i dazi».

«Peggio della Cina»

Donald Trump ha ripetutamente accusato l’Ue di approfittarsi degli Stati Uniti in ambito commerciale. L’Unione Europea, ha affermato The Donald, «ci tratta, direi, peggio della Cina». «Non vogliono le nostre macchine. Mandano qui Mercedes-Benz come se fossero biscotti. Mandano le Bmw qui!».

I dazi europei sui veicoli statunitensi che entrano nel mercato comunitario sono del 10 per cento, mentre quelli statunitensi sui veicoli importati negli Usa sono solo del 2,5 per cento. Secondo la National Automobile Dealers Association, oltre il 54 per cento delle vendite automobilistiche negli Stati Uniti sono di veicoli con targa estera e solo il 44 per cento di queste auto straniere è assemblato negli Usa.

L’impatto dei dazi sul commercio sarebbe fortemente negativo per la Germania e l’Italia, in base alla loro quota di esportazioni automobilistiche negli Stati Uniti. Tuttavia secondo la Goldman Sachs, se l’amministrazione Trump decidesse di dare uno schiaffo all’Europa con nuovi dazi, tutte le nazioni europee soffrirebbero per gli effetti del clima commerciale negativo. La Goldman Sachs ha infatti dichiarato: «Le nostre simulazioni suggeriscono che l’impatto sul Pil dei dazi implementati fino ad oggi rimane modesto: circa lo 0,1 per cento, per l’area euro. Ma stimiamo che il costo aumenterebbe allo 0,3 per cento del Pil dell’area euro se la guerra commerciale dovesse intensificarsi fino a includere i dazi sulle auto».

Inoltre la situazione delle auto potrebbe avere ripercussioni in altri settori, che amplifichino le perdite di produzione. Pertanto, secondo le analisi, gli effetti indiretti su altri settori quasi raddoppierebbero, in Europa.

Scommesse sui rapporti commerciali Usa – Cina

Le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina si sono intensificate all’inizio di maggio, dopo che Pechino ha fatto marcia indietro sulla realizzazione di importanti riforme strutturali e Trump, in risposta, ha aumentato i dazi sulle merci cinesi.

La delegazione commerciale degli Stati Uniti ha trascorso gli ultimi sei mesi a negoziare un accordo dettagliato con la Cina, ha affermato il segretario del Tesoro Steven Mnuchin all’udienza della Commissione dei servizi finanziari della Camera del 22 maggio: «Pensavo fossimo vicini a un accordo. La Cina ha fatto un grosso passo indietro ora».

La recente tensione ha portato le azioni cinesi all’11 per cento di calo dai picchi raggiunti dall’inizio dell’anno fino ad aprile.

Gli economisti della Goldman Sachs prevedono che si raggiungerà un accordo entro la fine di giugno o l’inizio di luglio, dopo che Trump e il leader cinese Xi Jinping si saranno riuniti al vertice del G-20 di Osaka a fine giugno. Tuttavia, gli analisti assegnano una probabilità del 30 percento allo scenario di un non accordo (no-deal) che porterebbe all’implementazione di dazi trasversali.

Durante il suo incontro con gli agricoltori e gli allevatori alla Casa Bianca il 23 maggio, Trump ha affermato: «Continuo a sperare che a un certo punto, probabilmente, andremo d’accordo con la Cina. Se succedesse, sarebbe ottimo. Se non dovesse succedere, andrebbe bene lo stesso».

 

Articolo in inglese   EU Chilled by US-China Trade War as Auto Tariffs Remain a Threat

 
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