Rischi di ipertensione per i nati con fecondazione assistita

Secondo un nuovo studio, gli adolescenti concepiti grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma), inclusa la fecondazione in vitro (Fivet), potrebbero essere sei volte più esposti a problemi di ipertensione, rispetto agli adolescenti concepiti naturalmente.

I ricercatori dell’Ospedale universitario di Berna, in Svizzera, hanno dichiarato che si tratta del primo studio in questo campo.
Il primo firmatario dello studio, il dr. Emrush Rexhaj sostiene che «ci sono sempre più prove che le tecnologie di procreazione assistita alterino i vasi sanguigni dei bambini, ma le conseguenze a lungo termine sono ancora ignote. Ora sappiamo che i bambini Pma sono sei volte più esposti a problemi di ipertensione rispetto ai bambini concepiti naturalmente».
L’ipertensione, o l’alta pressione sanguigna, espone un individuo a rischi maggiori di incorrere in problemi cardiaci o infarti.

Le tecniche di procreazione assistita, inclusa la Fivet, sono state sviluppate nel 1978 e hanno aiutato milioni di persone che non avrebbero potuto avere figli naturalmente. Le tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) più diffuse sono la Fivet e la Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (Icsi).
I risultati della ricerca sono in linea con quelli di alcune precedenti sperimentazioni sugli animali, che avevano rilevato nei topolini un invecchiamento precoce dei vasi sanguigni e una conseguente ipertensione.

Lo studio

I ricercatori hanno osservato in tutto 97 adolescenti, di cui 54 venuti alla luce grazie alla Pma e 43 naturalmente. Gli adolescenti avevano tutti un’età compresa tra i 16 e i 17 anni.

La pressione sanguigna media degli adolescenti concepiti grazie alle tecniche di procreazione assistita era 119/71, mentre quella dei ragazzi nati naturalmente era sensibilmente più bassa, 115/69.
Il primo dato rappresenta la pressione sistolica, mentre il secondo la pressione diastolica, che sono rispettivamente la pressione massima e quella minima. La pressione sistolica coincide con i battiti del cuore, mentre la pressione diastolica si manifesta quando le arterie si rilassano tra un battito e l’altro.

Gli autori hanno proceduto verificando a quanti adolescenti sarebbe stata diagnosticata l’ipertensione clinica, che corrisponde a 130/80. E hanno scoperto che otto dei 54 adolescenti Pma, ovvero il 14,8 percento, soffrono di ipertensione clinica, mentre solo uno dei 43 adolescenti concepiti naturalmente, ovvero il 2,3 percento, è affetto da questa condizione. Dividendo 14,8 per 2,3 otteniamo 6,4 ossia la misura in cui aumenta il rischio di ipertensione per le persone nate tramite la Pma.

5 anni prima

Secondo gli autori dello studio lo stesso gruppo di ragazzi era già stato analizzato 5 anni fa, quando avevano un’età compresa tra gli 11 e i 12 anni. E in quel momento non erano state riscontrate differenze significative tra i bambini concepiti naturalmente e quelli concepiti tramite Pma: «In solo cinque anni si sono manifestate grosse differenze nella pressione arteriosa. Le persone nate grazie alla Pma sono sempre di più, e ora dei bambini apparentemente sani iniziano a manifestare dei preoccupanti sintomi di rischi cardiovascolari, in particolare di ipertensione arteriosa (pressione alta)».

Limitazioni e implicazioni

Lo studio riconosce di avere delle grosse limitazioni, incluso il fatto che i partecipanti siano tutti nati nello stesso ospedale, e che siano stati studiati solo individui nati da parti singoli.
Alaistar Sutcliffe, professore dell’Università di Londra specializzato nella fecondazione in vitro, ha dichiarato: «Sebbene apprezzi gli sforzi volti a monitorare la salute pubblica, questo genere di studi dovrebbero essere condotti a livello nazionale e non su piccoli campioni come in questo caso».

Inoltre lo studio non ha preso in considerazione alcuni fattori che possono causare un aumento dei problemi cardiovascolari, come la nascita prematura, il basso peso alla nascita e la pre-eclampsia.
Ma consapevole di tali presupposti, il dottor Larry Weinrauch ha scritto in un editoriale per accompagnare la pubblicazione dello studio che il piccolo campione potrebbe condurre a minimizzare il significato dell’aumento della pressione sanguigna rilevato negli adolescenti concepiti tramite Fivet: «I primi studi, scoperte e terapie riguardanti le persone concepite grazie alla procreazione medicalmente assistita potrebbero esser parte di un’appropriata azione preventiva. Dobbiamo prestare attenzione all’aumento della pressione sanguigna tra i bambini concepiti grazie alla Pma per implementare dei cambiamenti preventivi negli stili di vita e se necessario un’appropriata farmacoterapia».

Il professore emerito di Biologia dello sviluppo, Tom Fleming, ha dichiarato al Telegraph che siccome la Fivet è stata implementata da soli 40 anni, la maggior parte di questi individui non ha ancora raggiunto la ‘mezza età’, ovvero il periodo durante il quale spesso emergono i problemi cardiovascolari. Pertanto Fleming ritiene che la situazione diventerà sempre più chiara in futuro.
Il professore ha dichiarato al Telegraph: «Da una prospettiva biologica, sappiamo che il piccolo embrione è sensibile all’ambiente circostante, che può alterarne lo sviluppo, influenzarne la futura espressione genetica e le condizioni fisiologiche, e potrebbe anche causare cambiamenti come l’ipertensione».

Articolo in inglese: Teens Born Through IVF May Have Higher Blood Pressure

 
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