Nikki Haley sulla rimozione di Trump da Twitter: come il Partito Comunista Cinese

Di Zachary Stieber

La messa al bando del presidente Donald Trump da parte dei social media è un qualcosa che ricorda il modus operandi del Partito Comunista Cinese: questo è quanto affermato venerdì dall’ex ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite Nikki Haley.

«Mettere a tacere la gente, per non parlare del presidente degli Stati Uniti, è quello che succede in Cina e non nel nostro Paese», ha scritto la Haley in un tweet.

Il social network ha annunciato l’8 gennaio la rimozione permanente dell’account di Trump, attivo da prima del suo insediamento nel 2016. La società sostiene che i suoi recenti tweet incitassero alla violenza.

Trump in risposta ha accusato Twitter di «bandire la libertà di parola» e di essersi coordinato «con i democratici e la sinistra radicale – dice – nel rimuovere il mio account dalla loro piattaforma, per mettere a tacere me e voi, i 75 milioni di grandi patrioti che hanno votato per me».

Trump ha dichiarato che il suo team era già in trattative con dei concorrenti di Twitter e sta cercando di costruire una piattaforma propria nel prossimo futuro. Nel frattempo, anche Facebook ha bandito Trump, come minimo fino alla fine del suo mandato.

La Haley, che è stata ambasciatrice presso le Nazioni Unite sotto il governo di Trump – e che si dice stia considerando la candidatura alle presidenziali nel 2024 – si è unita con i suoi commenti a una vasta schiera di forti critiche verso il provvedimento di Twitter.

Jason Miller, un consulente della campagna di Trump, ha dichiarato che le grandi aziende tecnologiche vogliono «cancellare» i sostenitori di Trump. E ha scritto in un tweet: «Se non pensate che verranno a cercarvi, vi sbagliate».

Mentre Sebastian Gorka, un ex assistente di Trump, sostiene che bannare il presidente sia stato «il più grande errore» che Jack Dorsey, amministratore delegato di Twitter, «e i fascisti della Silicon Valley hanno mai fatto».

Twitter ha anche sospeso gli account di una serie di altri personaggi, tra cui l’avvocato Sidney Powell e l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Michael Flynn.

Alcuni utenti di Twitter hanno abbandonato volontariamente la piattaforma dopo l’ondata di divieti, come i conduttori radiofonici Mark Levin e Rush Limbaugh, che hanno esortato la gente a trasferirsi su Parler, un nuovo social network che tutela maggiormente la libertà di parola rispetto a Twitter.

Ma lo stesso Parler è stato rimosso dal Play store di Google venerdì, e anche Apple minaccia di rimuovere l’app dal suo store, a meno che l’azienda non introduca sistemi di moderazione più forti.

 

Articolo in inglese: Nikki Haley Likens Trump Twitter Ban to Act of Chinese Communist Party

 
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