Rimettere la famiglia al centro nel giorno della Sacra Famiglia

Di Antonietta Gianola

Dopo il Natale e santo Stefano c’è la Festa della Sacra Famiglia. La Giornata Internazionale dedicata alla cellula principale su cui si fondano tutte le società si celebra invece il 15 Maggio. I valori espressi in entrambe le ricorrenze sono la promozione dei legami di affetto, l’amore e la comprensione che le famiglie devono sviluppare al loro interno per consentire a tutti i componenti di crescere, svilupparsi e stare bene (con se stessi) e le persone più significative della nostra vita: mamma, papà, fratelli, nonni, zii e cugini…

Per gli italiani, nonostante i significativi cambiamenti, la famiglia continua a essere un punto fermo e sicuro su cui si può sempre contare. La ricerca ‘Modern family: dal 1989 a oggi com’è cambiata la famiglia in 30 anni’, commissionata nel 2019 da BNP Paribas Cardif e condotta da Eumetra MR, ne ha analizzato i mutamenti.

Oggi il numero medio dei componenti è di circa tre persone e, per quanto riguarda i figli, ben quattro nuclei su dieci non ne ha e il 26% ne ha solo uno. È una famiglia diversa rispetto a 30 anni fa, che segue l’evoluzione della società, come conferma l’Istat: sono aumentati sensibilmente i single (8,4 milioni, +110%), i matrimoni sono crollati del -40,5% (191mila) a favore della convivenza e sono aumentati significativamente i divorzi (+230%). Nonostante questa trasformazione, dalla ricerca emerge che la famiglia di oggi si definisce tradizionale (per il 37%), un porto sicuro (31%), moderna e aperta (26%). Ma il dato più sorprendente è che oltre sette famiglie su dieci (71%) si sentono più felici e serene rispetto a 30 anni fa, grazie soprattutto alla maggiore stabilità economica.

Rispetto a 30 anni fa emerge una crescita dei timori per i pericoli e rischi ‘esterni’ al proprio nucleo famigliare. I genitori di oggi cercano di dare maggiori certezze e sicurezze ai propri figli (57%) e cresce sensibilmente la stima nei loro confronti (48%), la voglia di affetto (42%) e l’essere amico (27%). Sparisce, invece, la figura del genitore insegnante (11%). Inoltre, il 25% degli anziani riesce a rimanere in contatto con i figli sposati dando un aiuto concreto alla nuova famiglia, mentre il 45% riceve assistenza dai propri cari più giovani.

Secondo lo studio, il 34% delle donne è casalinga. Con la trasformazione della società molte aziende hanno adottato politiche di work life balance per andare incontro alle esigenze di queste maestranze. È il caso dello smart working, dove circa il 37% del campione dichiara di averlo fatto almeno una volta, o del part time, più praticato dalle donne, proprio per conciliare le esigenze famiglia-lavoro. Riguardo alla sicurezza economica, un terzo delle famiglie intervistate aveva dichiarato di sentirsi sereno, anche se oggi, a seguito dei vari lockdown dovuti al Covid, l’indagine potrebbe riportare risposte molto diverse: lo tsunami coronavirus ha significato licenziamenti, sussidi di disoccupazione, fatturati dimezzati.

Cosa temono maggiormente le famiglie italiane? Rispetto a 30 anni fa, secondo gli intervistati, i rischi di perdita del lavoro o delle attuali fonti di reddito sono aumentati. Tra le maggiori paure per il domani troviamo la salute (62%), e sono le donne, in generale, quelle più preoccupate o, in ogni caso, meno fiduciose.

Concludendo, la famiglia ha un ruolo strategico ed è il vero cuore e motore della società. La pandemia ha dimostrato che la Famiglia è in grado di prendersi immediatamente cura di tutti i suoi componenti. Un’evidenza che dovrebbe indurre lo Stato a mettere al centro dell’azione di governo tutte le azioni che diano sostegno a questo istituto per renderlo forte attraverso misure che lo proteggano e politiche che rendano le comunità coese.

 
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