Residenti di Shanghai si scontrano con la polizia per gli sfratti forzati

Di Frank Yue

Non è più casa vostra: sarà un centro di quarantena. Questa la notizia che ha fatto imbestialire dei residenti di Shanghai, che hanno avuto uno scontro con la polizia che era venuta per sequestrare i loro condomini.

Secondo un filmato, gli abitanti del quartiere di Zhangjiang Nashi si sono mobilitati per protestare contro l’ordine di sfratto del governo locale che li ha costretti a trasferirsi. La polizia in equipaggiamento protettivo bianco ha respinto i manifestanti mentre alcune donne chiedevano disperatamente aiuto.

Il 14 aprile, il gruppo Zhangjiang, proprietario del complesso, ha dichiarato che le operazioni di costruzione «hanno incontrato resistenza da parte dei residenti», alludendo allo scontro tra polizia e abitanti della comunità.

Nove condomini aggiuntivi saranno convertiti in strutture di quarantena per combattere la nuova epidemia in città oltre a cinque già in uso, secondo l’avviso.

Il residente Chen Ning (alias) ha raccontato a Epoch Times che circa 40 persone hanno cercato di impedire ai lavoratori di entrare nel cantiere, quindi sono presto arrivati decine di agenti di polizia per allontanarli con la forza.

Un’altra residente, Li Xin (pseudonimo), ha detto a Epoch Times di aver assistito alla protesta il 14 aprile. «La polizia porterebbe via chiunque voglia per intimidire il resto. Ne hanno arrestati in tutto una decina proprio sulla scena». Tra gli incarcerati c’era una signora anziana, il cui marito era un paziente paralizzato e costretto a letto. Suo genero si è inginocchiato davanti alla polizia per il suo rilascio.

Li ha detto che l’edificio della signora era circondato da altri tre, che sono a circa 10 metri di distanza e devono funzionare come centri di quarantena. Quindi, tutta la sua famiglia si sentiva in pericolo, ed era preoccupata che la vecchia coppia avrebbe potuto contrarre il virus.

In seguito, secondo Li, tutti i detenuti sono stati liberati.

Chen ha però affermato di aver subito un blocco di internet e un’interruzione del segnale del cellulare durante l’arrivo della polizia quel giorno. La situazione delle telecomunicazioni non è migliorata fino alla sera; e il servizio internet non è ripreso fino al giorno successivo. «Abbiamo solo una richiesta sin dall’inizio», ha affermato. «Non creare centri di quarantena e non trasferire persone in isolamento nel [nostro, ndr] quartiere. Ciò che ci preoccupa di più sono quelli in quarantena con rischi di trasmissione del virus».

Il gruppo Zhangjiang ha affermato che gli edifici della comunità sono di proprietà statale e in un programma di affitto di alloggi, e ha specificato di aver offerto un risarcimento per il cambio di residenza agli inquilini.

Tuttavia, Chen ha risposto che non le è mai stato detto che il suo edificio è un alloggio pubblico in affitto. Né ha ricevuto alcun centesimo dall’azienda. «Il mio affitto [mensile, ndr] è di 7.055 yuan (1.018€), escluse le bollette di acqua, elettricità e gas». L’affitto in un alloggio pubblico dovrebbe essere inferiore a quello di altri condomini.

Secondo Chen, i residenti si sono sentiti frustrati e impotenti a seguito della repressione e delle voci che li screditano per aver disobbedito alle politiche del governo Covid-19.

I segni mostrano che l’epidemia locale continua a peggiorare e la città sta costruendo ulteriori cabine ospedaliere mobili per affrontare i casi in aumento o trasformando altre proprietà in tali strutture.

 

Articolo in inglese: Shanghai Residents Clash With Police Over Neighborhood Quarantine Centers Under Construction

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