I legami tra il Principe Alberto II di Monaco e il regime cinese

Di Li Chen

Il virus del Pcc, comunemente noto come nuovo coronavirus, si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo. Il 19 marzo, la malattia è stata diagnosticata persino al Principe Alberto II di Monaco, che fortunatamente oggi sembra essere completamente guarito.

Ad ogni modo l’editoriale di Epoch Times “Il Covid-19 ‘segue’ i Paesi amici della Cina comunista” fa notare che «le aree o i Paesi più colpiti al di fuori della Cina hanno tutti una caratteristica in comune: relazioni strette, o quantomeno lucrative, con il regime comunista di Pechino».

Da questa prospettiva, qual è la relazione tra il Principe Alberto II e il Pcc?

Il Principe Alberto II ha visitato la Cina dieci volte

Il Principe Alberto II, in qualità di capo di stato e presidente del Monaco Yacht Club, ha consegnato personalmente il premio annuale del Monaco Yacht Club a Guo Chuan, il quale ha completato la navigazione della ‘Via della seta marittima del 21esimo secolo’.

La Nuova Via della Seta marittima e quelle terrestri sono ormai note in tutto il mondo come Belt and Road Initiative (Bri).

Sebbene il regime cinese abbia ripetutamente affermato che la Bri sia un progetto puramente economico, i funzionari del governo americano e molteplici addetti ai lavori, hanno criticato l’iniziativa come un mezzo usato da Pechino per estendere la sua influenza politica ed economica, schiacciando peraltro la sovranità dei paesi in via di sviluppo nella cosiddetta ‘trappola del debito’. Come nel caso descritto dal New York Times, di un grande progetto di cooperazione tra Cina e Pakistan per la produzione di aerei militari, sistemi di navigazione, sistemi radar e altri armamenti.

La Prince Albert II Foundation, fondata nel giugno 2006, mantiene una stretta collaborazione con la China Environmental Protection Foundation per la realizzazione di alcuni progetti, come ad esempio una stazione di osservazione sul campo per il monitoraggio della fioritura delle alghe sul lago Taihu, in Cina.

Nel settembre 2018, durante la sua decima visita in Cina, il Principe Alberto II ha firmato una serie di accordi di cooperazione con Pechino.

Il 24 marzo 2019, il leader cinese Xi Jinping ha visitato Monaco e ha commentato che le relazioni Cina-Monaco sono un «modello di riferimento» della cooperazione «tra piccole e grandi nazioni».

Quando il Principe Alberto II ha ospitato Xi e sua moglie nel suo palazzo, secondo i media statali cinesi, il Principe ha adottato delle misure di sicurezza ‘senza precedenti’ per il suo ospite. In quel periodo, Monaco proibì tutti i voli all’interno del suo spazio aereo ed il traffico marittimo. Era inoltre vietato l’ormeggio nei porti di lusso agli yacht.

Il media del Principato Hellomonaco ha descritto la visita in un articolo intitolato: ‘Chinese President’s Historic Visit to Monaco’ (Storica Visita del Presidente Cinese a Monaco).

Secondo i resoconti dei media statali cinesi, il Principe Alberto II ha affermato che Monaco spera di rafforzare la cooperazione con il Pcc sotto tutti gli aspetti.

Il Palazzo Reale di Monaco ha dichiarato che la nazione stava cercando di rafforzare la cooperazione commerciale ed economica con il regime cinese, ma non ha fornito i dettagli finali dell’accordo siglato.

Prima di recarsi a Monaco, Xi Jinping era stato a Roma, in occasione del tanto criticato memorandum di intesa siglato nel marzo del 2019 tra Italia e Cina, che ha sancito l’adesione dell’Italia alla Nuova Via della Seta.

Durante la visita di Xi a Monaco, Associated Press e altri media hanno espresso preoccupazione per la collaborazione di Monaco con il colosso tecnologico cinese Huawei nell’ambito delle reti di telecomunicazione 5G.

Monaco sceglie Huawei

Il 9 luglio 2019, dopo la visita di Xi, Monaco è diventato ufficialmente il primo paese in Europa ad utilizzare la tecnologia Huawei come base portante della propria infrastruttura 5G. Sebbene gli Stati Uniti abbiano ripetutamente tentato di mettere in guardia gli alleati europei dai rischi per la sicurezza nazionale derivanti dall’uso delle apparecchiature Huawei, per via degli stretti legami tra l’azienda e l’esercito cinese.

Lo stesso giorno, Serge Telle, ministro di Stato di Monaco, Xavier Niel, imprenditore francese proprietario di Monaco Telecom, e Guo Ping, vice presidente di Huawei, hanno partecipato a un evento pubblico per l’annuncio ufficiale delle reti 5G di Huawei a Monaco.

Peraltro, ora anche Telle è risultato positivo al virus del Pcc.

Quali sono i rischi derivanti dall’uso di Huawei?

Il Canadian National Post ha pubblicato un articolo d’opinione nel 2019, secondo cui la cooperazione con Huawei equivale a «cedere il controllo delle linee vitali della nostra economia e società» al regime cinese.

Secondo l’articolo, il 5G non coinvolge solo il settore delle telecomunicazioni, ma tutte le aree della società civile. La tecnologia 5G diventerà il fulcro della finanza, dei sistemi sanitari, della chirurgia a distanza, nonché delle forniture idriche ed elettriche. La scelta dei fornitori di 5G non determina solo la sicurezza delle informazioni condivise in rete, ma anche l’integrità dei dati e dei sistemi da cui dipende la vita quotidiana delle persone.

Le criticità per la sicurezza derivanti dall’uso della tecnologia Huawei sono state ripetutamente enfatizzate dai funzionari statunitensi.

Il segretario di Stato Mike Pompeo ha dichiarato: «Huawei è uno strumento del governo comunista cinese». Il presidente della Camera Nancy Pelosi ha affermato che accettare la tecnologia 5G di Huawei sarebbe simile a «scegliere l’autocrazia nella democrazia».

Tuttavia, il principale operatore di Monaco, Monaco Telecom, ha iniziato a collaborare con Huawei già nel 2012.

A febbraio 2019, Monaco Telecom e Huawei hanno siglato un protocollo d’intesa sulla cooperazione nel 5G.

Nel giugno 2017, Monaco ha anche firmato un accordo di cooperazione con un altro colosso tecnologico cinese, l’app di pagamenti mobili Alipay. Questa è stata la prima volta che Alipay ha firmato un accordo di cooperazione strategica con un governo sovrano.

Come affermato nell’editoriale “Il Covid-19 ‘segue’ i Paesi amici della Cina comunista”: «Se si prende la Storia come riferimento – come facevano gli antichi studiosi cinesi – appare evidente che la pandemia di coronavirus sia una calamità collegata al Pcc e ai suoi 70 anni di dittatura brutale. E oggi, il mondo è una comunità interconnessa. Qualsiasi Paese, comunità od organizzazione che si avvicini troppo al Pcc, cadrà nel suo inganno e sarà costretta a raccogliere i frutti amari di quel coinvolgimento.».

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni di The Epoch Times.

Articolo in inglese: Perspective on the Pandemic: Relationship Between Prince Albert II of Monaco and the Chinese Regime

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