Racconti cinesi, l’onestà conduce Lu Yu da suo figlio

Di Su Lin

All’epoca della dinastia Ming (1368-1644) c’erano tre fratelli, Lu Yu, Lu Bao, e Lu Zhen, che vivevano fuori dalla porta orientale della città di Changzhou, nella provincia dello Jiangsu. Lu Yu aveva un figlio di nome Xi’er.
Un giorno, all’età di 6 anni, Xi’er si recò insieme ad altri ragazzi alla festa di un tempio, ma stranamente non tornò più a casa.

Lu Yu e sua moglie, Wang, cercarono il figlio per giorni, ma non trovarono alcuna traccia del bambino.

Sconvolto, Lu Yu decise di abbandonare la propria dimora per dedicarsi al commercio e poter così continuare a cercare Xi’er. Rapidamente, trascorsero diversi anni. Un giorno Lu, di passaggio a Chenliu, trovò una borsa di stoffa verde dentro una latrina; dopo averla aperta rimase sbigottito nel vedere quel che conteneva: 200 tael d’argento!

Lu Yu pensò: «Chiunque abbia perso questo denaro lo starà cercando disperatamente. Potrebbe andarne persino della sua vita. L’onestà è una virtù. Attenderò qui il proprietario della borsa per restituirgli il suo denaro».

Dopo un intero giorno non era ancora passato nessuno, e Lu Yu non ebbe altra scelta che rimettersi in cammino. Sulla strada incontrò un commerciante di nome Chen Chaofeng alle porte della città di Suzhou, nella provincia di Anhui. Parlarono di affari e Chen, dopo un lungo sospiro, gli confidò di aver perso a Chenliu una borsa che conteneva 200 tael d’argento.
Lu Yu gli chiese allora di descrivere la borsa; la descrizione combaciava alla perfezione con la borsa che aveva trovato, così Lu Yu tirò fuori la borsa dalla propria sacca e la restituì a Chen.
Chen era contentissimo e gli propose di dividere il denaro a metà in segno di riconoscenza, ma Lu Yu rifiutò con fermezza.

In segno di gratitudine, Chen invitò Lu Yu nella propria dimora. Desiderava offrire la propria figlia in sposa al figlio di Lu Yu, qualora ne avesse avuto uno. Quando glielo disse, Lu Yu non riuscì a trattenere le lacrime e gli raccontò di come suo figlio fosse disperso ormai da molti anni.

Chen sospirò e disse: «Ho un ragazzo qui che acquistai da un mercante per tre tael d’argento alcuni anni fa. Ora ha 13 anni, puoi prenderlo come figlio se vuoi. Per me sarebbe un modo di ripagare la tua gentilezza».

Allora Chen condusse il ragazzo davanti a Lu Yu. Il ragazzo aveva una cicatrice vicino al sopracciglio sinistro e per questo il cuore di Lu Yu prese a battere forte; suo figlio infatti era caduto all’età di quattro anni, procurandosi una cicatrice proprio vicino al sopracciglio sinistro. Chiese al ragazzo da dove provenisse e chi lo aveva venduto.

Il ragazzo rispose: «Non ne sono certo. Ricordo solamente che mio padre veniva chiamato ‘grande Lu’ e che avevo due zii. Poi sono stato ingannato e rapito prima di essere venduto a Chen».

Lu Yu iniziò a piangere: «Sono tuo padre! Sono passati cosi tanti anni. Non avrei mai sognato di poterti rincontrare proprio in questa casa!».

Anche Chen e la sua famiglia gioirono per la loro riunione. Con sincera gratitudine, Lu Yu disse a Chen: «Devo a te il fatto di aver ritrovato mio figlio». Ma Chen rispose allegramente: «Hai fatto a te stesso un grande favore restituendomi il denaro che avevo perso».

I figli delle due famiglie si fidanzarono e Chen diede al padre e al figlio 20 tael per tornare a casa.

La mattina seguente, dopo aver salutato la famiglia Chen, Lu Yu e suo figlio raggiunsero un fiume. C’era un gran trambusto; una barca si era rovesciata e in acqua diverse persone stavano chiedendo disperatamente aiuto. Alcuni passanti stavano discutendo animatamente con dei barcaioli che però pretendevano di essere pagati per trarre in salvo i malcapitati.

Lu era desideroso di salvare quelle persone. Gli vennero in mente i venti tael, e pensò: «Potrei offrirgli ai barcaioli come ricompensa».

Così disse ai barcaioli: «Se riuscite a tirare tutti quanti fuori dall’acqua vi ricompenserò con 20 tael».

In men che non si dica erano tutti sani e salvi.

Lu Yu consegnò i 20 tael ai barcaioli. Le persone tratte in salvo lo stavano raggiungendo per ringraziarlo, quando dal gruppo uno di loro gridò: «Fratello mio! Da dove spunti fuori?». Era il fratello più giovane di Lu Yu, Lu Zhen.

«Il Cielo mi ha aiutato a salvare mio fratello!» esclamò Lu Yu. Raccontò poi a suo fratello dei 200 tael, dei 20 tael, e di come aveva ritrovato suo figlio.

Quindi Lu Yu chiese a Lu Zhen perché si trovasse a Suzhou, Lu Zhen rispose: «Sono ormai trascorsi diversi anni da quando hai abbandonato la tua dimora. Ci è stato detto che eri morto nello Shanxi. Tua moglie sta portando il lutto, ma Lu Bao sta già cercando di farla risposare. Sebbene lei abbia rifiutato, naturalmente. Vai rapidamente a casa e raggiungi tua moglie, prima che sia troppo tardi».

Preso dal panico Lu Yu saltò sulla prima barca disponibile e si diresse verso casa.

Lu Bao, il secondo fratello di Lu Yu, era malvagio e quando seppe che un vedovo dello Jiangxi stava cercando moglie gli offrì immediatamente la moglie di Lu Yu. Alla fine i due uomini si accordarono per una somma di 30 tael.

Lu Bao prese i soldi e disse a quell’uomo: «Mia cognata è testarda. Sono certo che non ti seguirà di sua spontanea volontà. Questo pomeriggio vieni a casa mia con una portantina. La donna che indossa una fascia per capelli bianca è mia cognata. Prendetela con la forza, caricatela sulla portantina, e prendere il largo questa notte stessa».

Poco dopo, la moglie di Lu Bao disse a Wang (la moglie di Lu Yu): «Mio marito ti ha data in sposa a un uomo del Jiangxi. Verrà a prenderti questo pomeriggio. Faresti meglio a preparare le tue cose».

Wang pianse e rifiuto completamente questa idea: «Forse mio marito è morto, ma io non ho ancora visto il suo corpo. Lasciatemi attendere perlomeno il ritorno di Lu Zhen prima di fare qualsiasi cosa. Per favore non costringetemi! Per giunta come posso sposare qualcuno mentre porto ancora il lutto?».

La moglie di Lu Bao cercò una fascia per capelli nera da dare a Wang, ma per volere del Cielo non riuscì a trovarne neanche una. Così scambio la propria con quella di Wang.

Presto calò l’oscurità e l’uomo del Jiangxi raggiunse la casa di Lu Bao con una portantina nuziale. Quando la porta si aprì un gruppo di uomini entrò in casa e prese con la forza la donna che indossava la fascia per capelli bianca.

La moglie di Lu Bao gridò: «Non sono io!». Ma il gruppetto non ci fece caso e semplicemente la prese, la caricò sulla portantina e scappo via.

La mattina seguente Lu Bao tornò a casa, ma con sua grande sorpresa non trovò sua moglie ad attenderlo. Quando vide che la cognata indossava una fascia per capelli nera si insospettì e chiese a Wang cosa fosse accaduto. Così lei gli raccontò dello scambio delle fasce per capelli.

Lu Bao era accecato dalla rabbia; in fin dei conti aveva venduto la sua stessa moglie.

Proprio quando Lu Bao stava per andarsene, entrarono in casa cinque persone. Non erano altri che i suoi fratelli Lu Yu e Lu Zhen, suo nipote Xi’er e due facchini che trasportavano i loro bagagli. Vergognandosi di se stesso, Lu Bao non poté far altro che fuggire dalla porta sul retro.

Dopo aver compreso l’accaduto Lu Yu disse: «Se non avessi restituito i 200 tael d’argento, non avrei ritrovato mio figlio. E se avessi tenuto per me i 20 tael non mi sarei imbattuto in mio fratello e non avrei scoperto quello che stava accadendo alla mia famiglia. È per volere del Cielo che oggi siamo qui riuniti. Lu Bao invece ha dovuto assaggiare il suo stesso veleno per aver provato a vendere mia moglie».

Da quel momento Lu Yu divenne persino più gentile con gli altri. La sua famiglia prosperò. Xi’er sposò la figlia di Chen Chaofeng ed ebbero molti discendenti.

La storia di Lu Yu è un esempio eccellente di integrità e gentilezza.

 

Questa storia è tratta dal racconto ‘L’onesta del grande Lu lo ha condotto da suo figlio’, dal quinto volume di Storie di Avvertimento per il Mondo, la seconda raccolta di una triologia vernacolare scritta da Feng Menglong durante la dinastia Ming.

 

Articolo in inglese: An Honest Deed That Led to a Reunion

Per saperne di più:

 
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