Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, la coppia che scoppia

A seguito delle critiche dall'Unione Europea, uno sguardo a due provvedimenti iconici del governo gialloverde

Criticata dall’Ue e non solo, Quota 100 è una misura temporanea e sperimentale – ci tiene a precisarlo il ministro Tria – che consente a coloro che hanno almeno 62 anni di età e 38 di contributi pagati di richiedere il pensionamento, senza dover pagare penali. A patto che non si percepiscano altri redditi superiori ai 5 mila euro annui.

La proposta, fortemente voluta dalla Lega, è divenuta legge grazie a un decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 gennaio 2019, lo stesso decreto legge con il quale è stato introdotto il Reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle e altro bersaglio delle critiche della Commissione Europea.

Con l’introduzione di Quota 100 non è lecito parlare di superamento della legge Fornero, che continua ad essere la normativa di riferimento, ma sarà possibile – almeno fino al 2021 – richiedere il pensionamento anticipato senza penalizzazioni. Fermo restando che non si riceverà lo stesso importo mensile che si sarebbe percepito lavorando fino all’età di pensionamento prevista dalla legge: l’importo continuerà a dipendere dal totale dei contributi versati. Per questo chi sceglie di usufruire di Quota 100 sceglie anche di ricevere un assegno mensile inferiore.

Nessun regalo dunque per chi sceglie l’opzione, che restituisce semplicemente a un milione di italiani la libertà di decidere, almeno in parte, come disporre dei propri ‘risparmi’ senza dover pagare penali.

Per quanto riguarda i numeri, al 3 giugno ammontano a 142 mila le domande ricevute dall’Inps per usufruire di Quota 100, di cui 46 mila presentate da dipendenti pubblici, 51 mila da lavoratori dipendenti privati e le restanti 45 mila da persone che hanno svolto altri lavori. Tra aprile e maggio i primi 50 mila aventi diritto provenienti dal settore privato hanno effettivamente iniziato a incassare la loro pensione anticipata, mentre i dipendenti pubblici dovranno attendere il primo agosto.

La polemica con l’Unione Europea

L’Unione aveva criticato aspramente Quota Cento e il Reddito di Cittadinanza già a febbraio, ma nelle ultime settimane, passate le elezioni europee, il conflitto ha raggiunto il suo apice.

Il 5 giugno infatti la Commissione Europea ha pubblicato un resoconto nel quale ha criticato pesantemente le due più importanti politiche economiche varate dal governo giallo-verde, in quanto andranno a gravare sul già enorme debito pubblico italiano, senza però favorire la ripresa dell’economia. Per questo la Commissione ha ritenuto opportuno proporre una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, che potrebbe significare una multa fino a 3,6 miliardi di euro per il Bel Paese.

Tuttavia, Conte, Tria, Di Maio e Salvini hanno tutti negato categoricamente la possibilità che Quota 100 o il Reddito di Cittadinanza vengano modificati o rimossi in seguito alla lettera della Commissione. E il Ministero dell’Economia ha annunciato che il costo per l’attuazione di queste misure sarà in realtà inferiore di oltre il 10 percento rispetto alle previsioni inserite nel bilancio.

Emblematica l’analisi della polemica con l’Europa proposta dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: «L’ennesima condanna dell’Italia da una Commissione Europea che è stata ampiamente bocciata dai cittadini con le elezioni europee, che utilizza due pesi e due misure con le diverse nazioni per quanto riguarda il rispetto dei parametri. Più che le lettere in cui ci spiega che cosa bisognerebbe fare forse dovrebbe mandare al popolo italiano delle lettere di scuse per le politiche che ci hanno fatto fare in questi anni e che hanno massacrato la nostra economia, come anche gran parte delle economie europee». Ma la Meloni non si limita a strigliare l’Europa e tira le orecchie anche al governo italiano, in particolar modo per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza: «Certo, poi se il governo italiano invece di presentarsi in Europa con una manovra che diceva “spendiamo i soldi in deficit per pagare il Reddito di Cittadinanza”, che non produce neanche un posto di lavoro, si fosse presentata in Europa dicendo “spendiamo soldi in deficit ma per tagliare le tasse, far ripartire l’economia, creare posti di lavoro e fare investimenti pubblici che creano sviluppo”, probabilmente l’Europa avrebbe avuto più difficoltà [a condannare l’Italia, ndr]».

Il rapporto tra Quota 100 e il Reddito di Cittadinanza

Benché siano venute alla luce con lo stesso decreto legge ed entrambe incidano negativamente sul bilancio italiano dei prossimi 3 anni, Reddito di Cittadinanza e Quota 100 sono due provvedimenti di natura profondamente diversa, sebbene siano per certi versi pensati per essere complementari.

Il Reddito di Cittadinanza è una misura semi-assistenziale che, secondo il comunicato ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, «è concepito quale misura di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro e di contrasto alla povertà, alla diseguaglianza e all’esclusione sociale». In altre parole si tratta di una forma di redistribuzione della ricchezza che utilizza i soldi dei contribuenti per ‘aiutare’ economicamente coloro che sono in difficoltà. Ma non si può parlare di misura puramente assistenziale in quanto è previsto un programma di inserimento nel mondo del lavoro. Tuttavia, i critici sostengono che non sarà affatto facile realizzare questo processo come lo si è immaginato, e l’hanno descritta come una misura che all’atto pratico avrà l’effetto di disincentivare il lavoro.
Ad ogni modo, che raggiunga o meno i suoi buoni propositi, è sicuro che il Reddito di Cittadinanza andrà a pesare sulle spalle dei contribuenti.

Per quanto riguarda Quota 100, il discorso è completamente diverso: le persone che sceglieranno questa forma di pensionamento anticipato non riceveranno più soldi di quanti non gliene spettino in base all’attuale normativa pensionistica.
Non si tratta dunque di una misura che nel lungo periodo andrà a pesare sui contribuenti in modo diretto, ma è un provvedimento che mira a restituire agli italiani la possibilità di disporre con più libertà dei propri risparmi (i contributi versati) e della propria vita.

Inoltre, secondo le previsioni del ministro dell’Interno, il provvedimento ha il potenziale per porre un freno alla crescita della disoccupazione, rendendo disponibili fino a 1 milione di posti di lavoro.

Su questa previsione, tuttavia, in molti hanno dubbi. Tra questi c’è il presidente dell’Inps Tito Boeri, secondo cui «ogni abbassamento dell’età pensionabile comporta anche riduzione dell’occupazione perché il prelievo contributivo aumenta e il lavoro costa di più».

Boeri ricorda inoltre come i contributi di chi lavora oggi servano a pagare le pensioni degli attuali pensionati. Se quindi i pensionati aumentano, l’equilibrio rischia di rompersi più che mai: «Oggi abbiamo circa due pensionati per ogni tre lavoratori – ha affermato – questo rapporto è destinato a salire nei prossimi anni».

Secondo il governo, Reddito di Cittadinanza e Quota 100 dovrebbero completarsi a vicenda: le persone che vanno in pensione dovrebbero essere sostituite dai disoccupati che usufruiscono del reddito di cittadinanza. Per questo il premier Conte ha affermato che «sono due misure che costituiscono un progetto di politica economico-sociale di cui questo governo va fiero».
Per Boeri, tuttavia, «nella stragrande maggioranza delle imprese che mandano le persone in pensione non si assume più nessuno, perché sono delle imprese che hanno bisogno di ridurre gli organici».
Per quanto riguarda invece i posti di lavoro pubblici che saranno resi disponibili per effetto di Quota 100, in gran parte nel settore dell’istruzione e della sanità, sarà naturalmente necessario seguire la normale prassi, indire concorsi e rispettare le graduatorie esistenti, e non si potrà certo dare la priorità a coloro che usufruiscono del Reddito di Cittadinanza.

 

 
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