Quel pezzo di muro Usa-Messico che dà speranza ai parenti delle vittime

Al di là delle polemiche politiche, una comunità 'fa muro' per risolvere i problemi da sola

EL PASO  ̶  Questi nuovi 800 metri di muro hanno un significato particolare per molti americani al confine con il Messico: sono stati costruiti grazie alle donazioni raccolte da un profilo su GoFundMe, creato dal veterano di guerra Brian Kolfage a fine 2018, dopo aver appreso che il Parlamento non avrebbe fornito i fondi richiesti dal presidente Trump.

E mentre il primo pezzo veniva eretto in un’area al confine vicino a El Paso, nota per l’alto tasso di criminalità, diverse ‘famiglie degli angeli’ (le ‘Angel Families’, ovvero quelle persone i cui cari sono stati uccisi da immigranti illegali), si sono recate a Sunland Park, nel Nuovo Messico, per vedere il muro con i propri stessi occhi.

I lavori di costruzione continuano sul Monte Cristo Rey, sulla nuova sezione di muro al confine lunga 800 metri, costruita dal gruppo We Build the Wall, Sunland Park, 30 maggio 2019 (Charlotte Cuthbertson / Epoch Times)

Secondo Michelle Balogh, sorella dell’agente Brian Terry, ucciso mentre pattugliava il confine, il nuovo muro simboleggia «sicurezza per il nostro Paese, per i nostri agenti, per noi americani».

Terry è stato ucciso in una sparatoria nel 2010, mentre tentava di arrestare cinque immigrati irregolari vicino a Nogales, in Arizona: «Erano venuti qui con intenzioni cattive  ̶  asserisce Michelle  ̶  Non sto dicendo che ogni immigrato irregolare viene qui per creare scompiglio, ma ci sono un sacco di criminali e immigrati irregolari che vengono qui per commettere crimini, uccidere i nostri americani, sperando di farla franca».

Nel vedere il nuovo muro, Michelle si reputa contenta, anche se, avendo perso ormai suo fratello Brian, avverte al contempo ancora un  senso di amarezza: «Sarebbe stato assolutamente estasiato nel vederlo. Proteggerà i suoi colleghi più giovani».

Michelle Balogh, sorella dell’agente ucciso Brian Terry, 30 maggio 2019. (Charlotte Cuthbertson / Epoch Times)

Il veterano Kolfage ha istituito l’organizzazione no-profit ‘We Build the Wall’ a gennaio, e tramite essa ha finora raccolto 23 milioni di dollari. Per gli ottocento metri appena completati si spenderanno otto milioni, e gran parte del costo sarà dovuto agli ampi lavori di sterro necessari per costruire il margine laterale del Monte Cristo Rey. La pendenza più ripida è al 31 per cento.

Kris Kobach, membro di We Build the Wall, ha riferito che secondo quanto confidatogli da agenti di pattuglia di frontiera, ogni giorno una media di 100 clandestini e di 100 mila dollari in droga attraversavano il confine nel punto dove è stata costruita adesso la nuova sezione di muro.

«Non è morta invano»

Sarah, figlia di Michelle Root, è stata uccisa nel gennaio del 2016, la sera della sua laurea: «Ha subito un tamponamento da un’auto sparata a tutta velocità; alla guida c’era Edwin Mejia, un’immigrata 19enne irregolare, che è entrata nel Paese a 16 anni nel 2013, non accompagnata», ha spiegato la madre.
«È risultata positiva all’alcol test e stava andando a più di 110 chilometri orari, per poi schiantarsi sul retro del Suv di mia figlia, recidendole la spina dorsale e causandole la morte cerebrale; così le ha tolto la vita».

Per la signora Root, la costruzione del muro significa che sua figlia non è morta invano: «Questo muro significa il mondo per me. Vedere cosa può essere realizzato, riaccende il fuoco della speranza in me. E poi vedere che i privati cittadini, i cittadini americani, hanno offerto il loro denaro per questo e che ci sono persone meravigliose che ci lavorano… Noi cittadini americani ci siamo uniti e abbiamo realizzato le cose che il governo non ha potuto fare».

Michelle Root parla di sua figlia Sarah, che è stata uccisa da una immigrata irregolare nel 2016, 30 maggio 2019. (Charlotte Cuthbertson / Epoch Times)

Il signor Kolfage riferisce che la donazione media è stata di 67 dollari, e che due milioni sono stati raccolti esclusivamente con donazioni da cinque dollari: «Questo mi ha fatto capire che tutti possono avere un impatto, e se pensi di non essere utile, allora ti sbagli perché ogni persona che ha donato ha avuto un grande impatto».

Le donazioni sono state riaperte durante il weekend del Memorial Day, non appena si è diffusa la notizia della costruzione. Più di un milione è stato raccolto in un paio di giorni.

Una delle più grandi donazioni è arrivata da un bambino di sette anni di Austin, in Texas: Benton Stevens ha allestito uno stand dove distribuiva cioccolata calda durante l’inverno, e creato un sito web per le donazioni, tramite il quale è riuscito a raccogliere 22 mila dollari per il muro.

Il bambino ha poi aiutato il veterano Kolfage a tagliare il nastro cerimoniale per il muro, lo scorso 30 maggio. Ha spiegato di aver raccolto quei soldi perché «Trump voleva davvero che si costruisse il muro, perché gli immigrati illegali stavano entrando portando droga e altre cose».
Così, Stevens ha pensato di aprire un altro stand per l’estate, di limonata questa volta, con l’obiettivo di raggiungere i 50 mila dollari.

Benton Stevens, 7 anni, e Brian Kolfage, fondatore di We Build the Wall, hanno tagliato il nastro alla cerimonia ufficiale per la nuova sezione del muro ( Charlotte Cuthbertson / Epoch Times)

«Il muro dell’America»

Bobby e Kiyan Michael hanno viaggiato da Jacksonville (Florida), per poter essere presenti all’inaugurazione ufficiale: «Siamo qui perché perdere un bambino a causa dell’immigrazione illegale è una perdita totalmente evitabile  ̶  ha affermato Kiyan  ̶  e per noi essere qui per poter assistere alla messa in piedi di questo muro, sapendo che potrà salvare delle vite, e che potrà evitare che altri genitori soffrano quello che stiamo soffrendo noi, significa molto per noi, significa tutto».

La coppia ha recentemente testimoniato davanti alla legislatura del loro Stato per provare a impedire che la Florida diventi uno ‘Stato santuario’ per gli immigrati.
Il muro «dà un senso alla lotta che facciamo ogni giorno, giorno dopo giorno  ̶  afferma Kiyan  ̶  Questo è il muro dell’America, costruito dagli americani, per gli americani, per mantenerli al sicuro».

Quello che ha lasciato colpito Bobby non è solo il muro, ma anche tutta la tecnologia in esso incorporata, come le luci, i sensori e la strada. In cima alla collina ci sarà una torretta di sorveglianza che permetterà di controllare in ogni direzione fino a 30 chilometri di distanza: «Tutto questo viene insieme al muro, che Dio benedica l’America».

(Charlotte Cuthbertson/ Epoch Times)

Caratteristiche del muro

Mike Fury, direttore delle operazioni di costruzione di We Build the Wall, ha dichiarato che i materiali utilizzati da Fisher Industries per la costruzione del muro sono di qualità superiore: «Utilizziamo acciaio al carbonio resistente da 75 a 100 anni. È un più alto grado di carbonio. Non stiamo usando l’acciaio da 25 a 35 anni», ha affermato. La recinzione è alta circa sei metri dal suolo e le stecche di acciaio sono distanti circa 10 centimetri l’una dall’altra.

«E quando scaviamo nel terreno, andiamo a circa due metri di profondità. E quegli stessi pannelli che sono tenuti dagli escavatori, vengono bloccati dal cemento, versato da una pompa a 275 bar, che asciuga in due ore. Così il muro viene fissato. Non è che viene versata una base e poi vengono piazzati sopra i pilastri, in realtà versiamo intorno ai pilastri».

Fury ha aggiunto che all’interno di ogni pilastro ci sono tre metri di cemento e due pezzi di tre centimetri l’uno di cemento armato: «Quindi se qualcuno arriva in prossimità del muro, oltre ai sensori, dovrebbe riuscire a sfondare il primo strato di acciaio al carbonio, per la qual cosa ci vorrà circa mezz’ora. Poi devono passare attraverso il cemento e poi attraverso il tondo per cemento armato. È una missione impossibile».

I sensori sotterranei rileveranno ogni movimento entro un raggio di 12 metri dal muro e avvertiranno le autorità di pattuglia, oltre ad attivare funzioni di deterrenza audio e visiva. Fury ha riferito poi che i sensori sono in grado di distinguere un coniglio da un umano, o un piccolo veicolo da un grande veicolo. Possono anche rilevare l’attività sismica, nel caso qualcuno cerchi di scavare in profondità.

La strada asfaltata proprio accanto al muro è uno dei più grandi bonus per gli agenti di pattuglia, che prima impiegavano fino a 20 minuti per raggiungere la cima del Monte Cristo Rey su una strada sterrata, sconnessa e tortuosa. Ora, gli agenti possono arrivare in cima alla collina in meno di 30 secondi.

«In realtà, con questi primi 800 metri, nei quali si sale fino al 31 per cento, abbiamo eliminato 19 percorsi di droga, sentieri e percorsi di contrabbando», ha affermato Fury.

Fury ha anche raccontato che il primo giorno in cui è arrivato al sito, il 22 maggio, alle dieci di sera, un elicottero dell’esercito era sospeso a circa 60 metri sopra di loro, su quello che sarebbe diventato il cantiere: «Il proprietario terriero ha affermato: “Guarda”», ha raccontato Fury. «E l’elicottero in quel momento ha acceso le luci e si potevano vedere circa 300 persone che correvano in ogni direzione, proprio nella proprietà […] Era come in un film di Bugs Bunny. Correvano ovunque. Pazzesco».

Con l’inizio dei lavori nei giorni successivi, il numero di immigranti illegali è stato ridotto a 250, poi 70, 30, fino a zero.
Mentre il muro stava per essere completato, Kolfage ha inviato un tweet, nel quale ha scritto che 15 membri di diversi cartelli, armati, si erano avvicinati al muro e avevano intimidito la squadra di costruzione.

Progetti futuri

Kolfage ha confidato che il gruppo intende continuare a costruire finché i finanziamenti lo consentiranno: «Abbiamo creato un elenco con ogni singolo proprietario terriero al confine degli Stati Uniti, e abbiamo costantemente consultato l’elenco e contattato ciascuno di essi, creando reti e individuando chi meglio si adatta a quello che vogliamo fare. Attualmente, abbiamo circa 10 proprietà in lista dopo questa».

Tommy Fisher, presidente e ad di Fisher Industries, ha riferito di avere in serbo diversi design per la Rio Grande Valley, dove il fiume fa da confine internazionale: «Possiamo costruire un muro anti-inondazione insieme a un muro di protezione delle frontiere  ̶  ha dichiarato Fisher  ̶  Possiamo inoltre pulire il fiume, costruire un muro riempito di detriti, fornire agli agenti una vista da una posizione elevata e costruire un qualcosa che durerà 150 anni».

Kobach ha affermato che al governo degli Stati Uniti è stato fornito un servizio permanente per l’accesso e il controllo della proprietà 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma se la Homeland Security avesse voluto un passaggio di proprietà completo, questo sarebbe avvenuto: «Non stiamo cercando di dire alla pattuglia di frontiera cosa fare. Il nostro obiettivo è semplicemente dar loro questo dono e lasciare che decidano cosa farne».

 

Aricolo in inglese: New Border Wall Symbolizes Hope, Security to Those Who Have Lost Loved Ones

 
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