Quasi il 50 per cento degli australiani crede che il Pcc attaccherà l’Australia

Di Epoch Times Sydney

Secondo una nuova ricerca dell’International & Security Affairs dell’Australian Institute, quasi la metà degli australiani crede che il Partito Comunista Cinese (Pcc) lancerà un attacco militare contro l’Australia.

I dati, pubblicati il ​​22 agosto nell’ambito del documento di ricerca Polling – Australian and Taiwanese attitudes to China, provengono da un’indagine su 1002 adulti che vivono in Australia e 1.002 adulti che vivono a Taiwan, condotta tra il 13 e il 16 agosto 2022. La ricerca si è concentrata sui loro atteggiamenti nei confronti della Cina rispettivamente in Australia e a Taiwan.

I ricercatori hanno scoperto che gli australiani sembrano essere più attenti alla minaccia che la Cina rappresenta per la regione rispetto ai taiwanesi, e dimostrano un grado ampio e crescente di paura nei confronti della Cina e della prospettiva di una guerra.

Un australiano su 10 crede che la Cina attaccherà presto l’Australia

Quasi un australiano su 10 pensa che la Cina attaccherà presto l’Australia, mentre solo un taiwanese su 20 pensa che la Cina attaccherà presto Taiwan.

Allan Behm, direttore del programma International & Security Affairs dell’Australia Institute, si è detto stupito dai risultati che mostrano che «gli australiani hanno più paura di un attacco dalla Cina rispetto ai taiwanesi»: «I risultati mostrano che l’opinione popolare è distaccata dalla realtà geopolitica e geostrategica».

Inoltre, la ricerca ha rilevato che il 48 per cento degli intervistati australiani crede che il Pcc attaccherà l’Australia «presto o prima o poi» e il nove per cento crede che il Pcc invaderà l’Australia «presto».

La probabilità risulta più alta per i giovani australiani, che pensano più facilmente che la Cina attaccherà l’Australia: il 60% degli australiani di età compresa tra 18 e 29 anni pensa infatti che la Cina attaccherà presto o prima o poi l’Australia, rispetto al 41% di quelli di età pari o superiore a 60 anni.

Gli intervistati dell’Australia occidentale e del Queensland sono risultati più propensi a credere che il Pcc avrebbe attaccato presto l’Australia, mentre più intervistati dal Nsw (37%) e dal Victoria (41%) credono che il Pcc attaccherà l’Australia «tra un po’ di tempo» in futuro.

Tuttavia, unendo tutti e tre i gruppi di intervistati di età compresa tra 18-29, 30-39 e 40-49, oltre il 40% ha affermato che il Pcc attaccherà l’Australia «prima o poi».

Il sondaggio ha anche rilevato che gli elettori laburisti e indipendenti sono meno propensi a credere che il Pcc attaccherà l’Australia (40% e 46%), mentre la maggior parte degli elettori dei Verdi e della Coalizione tendono a crederlo (52% e 53%), così come due terzi degli elettori di One Nation (65%).

Il 57% degli australiani pensa che gli Stati Uniti impegnerebbero le proprie forze militari per aiutare a difendere l’Australia, l’11% non la pensa così, e il resto ha dichiarato di non saperlo o di ritenere che possa dipendere dalla situazione.

Tuttavia, quattro australiani su cinque hanno affermato che sarebbe nell’interesse dell’Australia se Stati Uniti e Cina potessero collaborare per la pace nel mondo, sebbene solo il 35% degli australiani pensi che tale cooperazione sia effettivamente possibile.

Relazioni sino-australiane al minimo

Le relazioni tra Cina e Australia sono a un punto basso, con il Pcc che utilizza tattiche della zona grigia e coercizione economica contro l’Australia, inizialmente come reazione alla richiesta del precedente governo di indagare sulle origini del Covid-19.

Di recente, c’è stata anche un’escalation delle tensioni tra i due Paesi dopo che le forze militari cinesi hanno creato problemi a un aereo militare australiano che effettuava la sorveglianza di routine nel Mar Cinese Meridionale.

Inoltre, il governo federale australiano ha condannato le esercitazioni militari del Pcc intorno a Taiwan per aver causato una rinnovata tensione tra le due parti.

Il ministro degli Esteri australiano Penny Wong ha ammonito la Cina per le sue esercitazioni «destabilizzanti» vicino a Taiwan, sottolineando che l’Australia monitorerà da vicino la situazione.

Il 4 agosto, la Cina ha lanciato esercitazioni militari a fuoco vivo nei mari che circondano Taiwan, cosa che è stata vista come una campagna di coercizione militare contro l’isola in un’apparente rappresaglia per la visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi.

Ministro ombra della difesa: sostenere i valori nell’Indo-Pacifico

Behm (il capo della sezione dell’Australian Institute che ha condotto il sondaggio) ha sostenuto che i risultati del sondaggio si possono spiegare con il fatto che gli australiani sono esposti a maggiori discussioni sulla Cina e a una maggiore paura del rischio di una guerra.

Tuttavia, il ministro ombra della difesa Andrew Hastie ritiene che le preoccupazioni degli australiani sul rischio rappresentato dalla Cina siano effettivamente fondate.

Nel suo discorso intitolato «Campione dei valori nell’Indo-Pacifico» alla conferenza della Henry Jackson Society nel Regno Unito a luglio, Hastie ha chiesto alle nazioni democratiche di schierarsi insieme contro la coercizione. «Lo sappiamo da Down Under. La [Repubblica popolare cinese, ndr] ha utilizzato la coercizione economica per costringere la nostra leadership politica a revocare il divieto di partecipazione di Huawei e Zte alla nostra rete 5G».

Il ministro della Difesa ombra ha osservato che, nonostante l’ambasciata cinese abbia fatto trapelare una «lista della spesa di richieste strategiche» ai media australiani chiedendo all’allora governo federale di rispettare 14 condizioni prima che le relazioni diplomatiche potessero riprendere, l’Australia non ha concesso alcun punto.

«Più che mai, i popoli liberi devono approfondire la loro associazione tra loro, attraverso mezzi formali e informali», ha affermato.

«Siamo stati in grado di rimanere saldi solo grazie alla forza delle nostre relazioni nella regione indo-pacifica e oltre».

«I nostri valori, condivisi con i nostri amici, sono stati un moltiplicatore di forza e la nostra migliore strategia è restare uniti».

 

Articolo in inglese: Poll: Nearly 50 Percent of Australians Believe CCP May Attack Australia

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