Qual è la vera origine del Covid-19? Scoperti legami tra il Lab P4 di Wuhan e l’esercito cinese

Di Nicole Hao

Alcuni documenti mostrano che il controverso istituto di virologia di Wuhan, città ground zero della pandemia di Covid-19, ha collaborato con militari cinesi su un progetto sponsorizzato dal governo, per quasi un decennio. La notizia arriva dopo che il regime ha negato ripetutamente ogni tipo di legame tra il laboratorio e l’esercito.

L’Istituto di virologia di Wuhan (Wiv) ha infatti partecipato dal 2012 al 2018 a un progetto sponsorizzato dalla National Natural Science Foundation of China (Nsfc), un istituto di ricerca scientifica finanziato dal regime. Il team di ricercatori del progetto comprendeva cinque esperti militari e civili, che hanno condotto ricerche nei laboratori del Wiv, nei laboratori militari e in altri laboratori civili che hanno portato alla «scoperta di patogeni animali [agenti biologici che causano malattie] negli animali selvatici».

Il Wiv si trova nella città di Wuhan nella Cina centrale, dove è esplosa la pandemia di Covid-19. In quanto istituzione di virologia avanzata, il Wiv dispone ufficialmente dell’unico laboratorio P4 (il massimo livello di biosicurezza) in Cina e del più grande deposito di coronavirus di pipistrelli in Asia. Il virus del Pcc (Partito Comunista Cinese), comunemente noto come nuovo coronavirus, è per il «96 per cento identico a livello di intero genoma al coronavirus di un pipistrello», hanno scritto dei ricercatori cinesi in un articolo (pdf) pubblicato nel febbraio 2020.

Negli ultimi mesi, il Ministero degli Affari Esteri cinese e Shi Zhengli, la virologa del Wiv soprannominata ‘Bat Woman’ per le sue ricerche sui coronavirus dei pipistrelli, hanno negato ogni legame tra il Wiv e l’esercito cinese, e hanno dichiarato che nessun ricercatore del Wiv è stato infettato dal Covid-19.

Tuttavia, secondo un’indagine condotta dal Dipartimento di Stato americano, «diversi ricercatori all’interno del Wiv si sono ammalati nell’autunno 2019, prima del primo caso noto dell’epidemia, con sintomi coerenti sia con il Covid-19 che con comuni malattie stagionali. […] Il Wiv si è impegnato in ricerche segrete, compresi esperimenti sugli animali da laboratorio, per conto dell’esercito cinese almeno dal 2017», afferma il resoconto redatto dal Dipartimento di Stato americano.

Il laboratorio P4 nel campus del Wuhan Institute of Virology a Wuhan, nella provincia centrale di Hubei, il 27 maggio 2020 (Hector Retamal / AFP tramite Getty Images)

Dal canto suo, la dottoressa Shi ha negato che il Wiv si sia impegnato in ricerche con l’esercito cinese: «Non sono a conoscenza di alcun lavoro militare al Wiv. Questa informazione non è corretta», ha dichiarato la Shi in un webinar pubblico del 23 marzo. La dottoressa non ha neanche menzionato che il Wiv è stato utilizzato da un team medico militare cinese all’inizio del 2020 per sviluppare i vaccini contro il Covid-19.

Nel luglio del 2020, la Shi ha dichiarato alla rivista Science che non si erano verificate perdite di agenti patogeni o infezioni del personale. La rivista ha infatti riferito che secondo Shi, «ci sono state ‘zero infezioni’, tra il personale o gli studenti, da Sars-CoV-2 o virus legati alla Sars».

Alla fine di marzo, alcuni media cinesi che operano fuori dalla Cina hanno riferito che tre membri del personale del Wiv avevano iniziato ad avere sintomi simili al Covid-19 già nel novembre del 2019. Poco dopo, il media statale cinese China News ha riferito che la notizia era basata su ‘dicerie’.

In seguito, China News ha scritto che uno specialista cinese avrebbe dichiarato al team investigativo dell’Oms – che si è recato in Cina a febbraio per indagare sull’origine del virus del Pcc – che i casi risalenti al 2019 erano pazienti di ospedali legati alla Wiv, piuttosto che membri del personale del Wiv.

Cooperazione militare-civile

La Nsfc ha pubblicato i risultati delle ricerche sui patogeni animali sul proprio sito web, il primo febbraio 2018. Ha anche dichiarato che il progetto «ha scoperto oltre 1.640 tipi di nuovi virus utilizzando la tecnologia metagenomica», e che la ricerca è stata eseguita da un team civile e militare.

Cao Wuchun, 58 anni, uno dei militari che ha preso parte al progetto, è un colonnello e un epidemiologo di punta dell’esercito cinese. È un ricercatore dell’Accademia delle scienze mediche militari dal settembre 2017, ma lavora nell’accademia da almeno 21 anni. Ed è stato direttore dell’accademia dal 2007 al 2017, secondo il suo curriculum ufficiale. Cao ha lavorato nella squadra come secondo del maggior generale Chen Wei, il massimo esperto cinese di guerra batteriologica.

Il 26 gennaio 2020, dopo lo scoppio ufficiale dell’epidemia, Cao ha accompagnato Chen a Wuhan e hanno assunto il comando del Wiv. I media statali cinesi hanno riferito, all’epoca, che lo scopo principale del subentro militare era quello di sviluppare un vaccino contro il virus del Pcc.

Cao ha anche co-diretto il progetto Nsfc con Shi (la virologa del Wiv). Gli altri tre leader del team del progetto Nsfc erano Liang Guodong, Zhang Yongzhen e Xu Jianguo, ricercatori del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc). Tra loro, Xu era il capo progetto o il manager degli altri quattro membri del team.

Xu, 69 anni, è il direttore del laboratorio chiave statale del Cdc per la prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili, nonché studioso dell’Accademia cinese di ingegneria e direttore dell’Istituto di ricerca sulla salute pubblica dell’Università di Nankai. Il curriculum di Xu afferma che ha ricevuto 987 mila e 820 dollari di finanziamento dalla Nsfc per il progetto.

In qualità di esperto cinese di virus, Xu è andato a Wuhan per dirigere il team di ricercatori all’inizio del 2020. Il 14 gennaio 2020, Xu ha dichiarato alla rivista China Science: «Tutti i 763 contatti stretti non sono infettati. La pandemia non è grave, e potrebbe fermarsi la prossima settimana se non ci sono più nuove infezioni».

In realtà, la gente di Wuhan ha iniziato ad affollare gli ospedali con sintomi di polmonite dai primi giorni del gennaio 2020, ma il regime ha rifiutato di riconoscere che il virus poteva trasmettersi tra gli esseri umani fino al 20 gennaio. Le false dichiarazioni hanno ingannato le persone, che hanno quindi continuato a viaggiare e permesso al virus di diffondersi in tutto il mondo dalla città di Wuhan.

Bat-Woman

La dottoressa Shi, 56 anni, dirige il Centro per le malattie infettive emergenti presso il Wiv. Nel 2000, ha conseguito il dottorato in virologia presso l’Università di Montpellier II in Francia, dopo avervi studiato per quattro anni.

La Shi ha iniziato a studiare i coronavirus quando la Cina ha sofferto della sindrome respiratoria acuta grave (Sars) tra il 2002 e il 2003.

Un team di scienziati e studenti della Chulalongkorn University dipinge le unghie dei piedi di un pipistrello per etichettarlo, in un laboratorio in loco vicino alla grotta Khao Chong Pran a Ratchaburi, Thailandia, il 12 settembre 2020. (Lauren DeCicca/Getty Images)

Le autorità di Pechino hanno dichiarato che il virus della Sars è stato trasmesso dagli zibetti (un animale carnivoro) agli esseri umani nella provincia meridionale del Guangdong nel novembre 2002. In seguito si è diffuso in altre città cinesi e nella vicina Hong Kong perché il regime non ha permesso alla gente di parlare della malattia infettiva nei primi due mesi di contagi. La Sars alla fine ha ucciso almeno 774 persone e ha infettato 8.096 persone di 31 Paesi.

L’emittente statale cinese Cctv ha riferito il 29 dicembre 2017 che la dottoressa Shi e il suo team non credevano che gli zibetti fossero gli ospiti naturali della Sars, ma che fossero solo l’ospite intermedio. La squadra ha iniziato a indagare sui pipistrelli di diverse regioni cinesi nel 2004.

Nel 2011, il team di Shi ha individuato un virus simile alla Sars nei pipistrelli che vivono in una grotta nella provincia dello Yunnan, nella Cina sud-occidentale. Hanno poi chiamato questo virus ‘WIV1’ e hanno condotto ulteriori studi. Cctv non ha riportato ulteriori dettagli sul virus, ma ha riferito che la squadra di Shi ha continuato a prelevare campioni dalla stessa grotta per cinque anni.

Dal 2015, il team di Shi ha pubblicato i risultati dei suoi test su riviste internazionali, tra cui Virologica Sinica, Nature e Lancet.

Settimane dopo che il regime cinese ha annunciato pubblicamente l’esistenza dell’epidemia di Covid-19, Shi e il suo team hanno pubblicato un articolo su Nature, collegando il Covid-19 ai pipistrelli.

In passato, la squadra di Shi aveva infatti scoperto un coronavirus molto simile nei pipistrelli prelevati da una miniera di rame abbandonata nella borgata di Tongguan, nella contea di Mojiang nella provincia dello Yunnan. I ricercatori del Wiv si erano recati nella miniera per diversi giorni, anche dopo che sei lavoratori sono risultati infetti.

Il 15 luglio 2020, il virologo Jonathan Latham e la biologa molecolare Allison Wilson di Ithaca, nello Stato di New York, hanno co-pubblicato un articolo su Independent Science News dopo aver tradotto una tesi di 66 pagine di Li Xu, un medico cinese che ha curato alcuni minatori e inviato i loro campioni di tessuto al Wiv per ulteriori test.

La tesi di Li era stata presentata nel maggio 2013. E affermava che sei minatori avevano rimosso feci di pipistrello da una miniera nell’aprile 2012. Dopo aver lavorato in quella miniera per 14 giorni, tutti i lavoratori si sono sentiti male con sintomi gravi, come febbre alta, tosse secca e arti doloranti.

La Kunming Medical University, Scuola di Medicina Clinica, dove Li ha studiato, ha ricevuto e curato i minatori. Alla fine, tre dei minatori sono morti, e i loro campioni sono stati inviati alla Wiv per ulteriori indagini.

 



Articolo in inglese: Evidence Reveals That Military Team Collaborated With Lab in City Where COVID-19 Pandemic Originated

 
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