Q, un movimento socio-politico sottovalutato

Di Gigi Morello

Nel panorama politico attuale, si fa un grande parlare di Q, il movimento di pensiero che ha avuto un grande seguito nell’ultimo anno.

Ma basta cercare e spulciare il web per rendersi conto che Q è molto di più di quello che viene descritto da amici e nemici. E viene descritto come il tutto ed il contrario di tutto, argomento ormai di discussione anche di giornalisti altolocati e di politici professionisti anche di spicco.

«Parlatene male quanto volete, l’importante è che ne parliate», dice il vecchio adagio.

Per chi non lo sapesse, Q è un individuo anonimo che ha iniziato a pubblicare dei post sulla piattaforma 4chan nel 2017 e che ha acquisito un notevole seguito denunciando – tra le altre cose – una presunta cospirazione di satanisti pedofili e in ogni caso prendendo le parti dell’allora presidente Trump, facendo inoltre passare l’idea che Q stesso fosse strettamente legato a Trump. Sporadicamente, alcuni seguaci di Q hanno commesso atti di violenza influenzati dalle informazioni contenuti in alcuni suoi messaggi (anche se Q stesso non ha mai incitato alla violenza).

Indipendentemente da cosa se ne pensi, quello di Q è di fatto un fenomeno sociale da non sottovalutare in quanto a significati e relative importanze, anche numeriche.

Ebbene, cosa rappresenta Q nell’immaginario collettivo di una certa parte della popolazione?

Per le sinistre che hanno in mano i grandi network di censura dell’informazione come l’International Fact Checking Network, che detiene il controllo della censura sulla quasi totalità delle informazioni presenti sui social network, Q rappresenta un bersaglio apparentemente facile.

Innanzitutto perché chi critica Q sostiene, correttamente, che siano molte le sue affermazioni che si sono dimostrate infondate dopo un’attenta valutazione dei fatti. Molte delle previsioni che sono state annunciate, infatti, non si sono poi verificate, lasciando i suoi militanti facili prede di attacchi dall’alto, stavolta ben organizzati e ben strutturati.

Il giornalista italo Americano Roberto Mazzoni riporta nelle sue news: «Il Democratic Congressional Campaign Committee (DCCC) ha lanciato una serie di campagne pubblicitarie per un valore di mezzo milione di dollari mirate a screditare diversi parlamentari repubblicani che si presenteranno per rielezione nel 2022, accusandoli di essere sostenitori del movimento complottista QAnon.
I parlamentari presi di mira sono: Mike Garcia, Young Kim, Michelle Steel e Kevin McCarthy (California), Maria Elvira Salazar (Florida), Don Bacon (Nebraska), Beth Van Duyne (Texas) e Brian Fitzpatrick (Pennsylvania)».

Ma la risposta da parte di alcuni dei politici ‘accusati’ è un prendere le distanze dal ‘pensiero di Q’, e alcuni politici si precipitano a negare la propria appartenenza al movimento di pensiero, dissociandosi dalle sue connessioni.

Infatti, una bella fetta di ‘americanisti repubblicani’ sta prendendo posizione contro questo gruppo, anche se almeno a livello di scopi non sembrerebbe essere in totale contrasto con le loro stesse idee e principi.

Il tutto senza però nemmeno analizzare cosa questo fenomeno rappresenti a livello sociale. Perché ovviamente questo fenomeno è più di quello che viene dichiarato.

Sociologia del movimento

Innanzitutto questo movimento non è organizzato in base ai principi dei movimenti politici tradizionali, soprattutto a livello di coordinazione del pensiero politico e delle news accessorie trasmesse. In qualsiasi movimento politico questa parte di coordinazione di piani e di news sarebbe infatti affidata ad una ‘segreteria politica’ che espone piani e illustra notizie che possano reggere ad eventuali contrattacchi dei nemici.

Ma che forse ci troviamo davanti ad un vero movimento popolare, uno genuinamente popolare, l’hanno capito in pochissimi.

Perché proprio questi ‘difetti di gioventù’ mostrano che sta sorgendo una coalizione di pensiero che nonostante tutto e tutti continua per la propria strada, con persone che si aggregano a prescindere dagli errori politici e dalle dichiarazioni che poi si dimostrano infondate.

Ma è una grande forza quella di Q di aggregare persone sulla base di una fede da accettare come un principio fondamentale, un ‘trust the plan’ seguito da un ‘follow the plan’, anche quando il 99 per cento dei loro follower non conosce quale sia il piano in cui credere ciecamente e che deve essere seguito.

Per capire il piano devi prendere la fatidica pillola rossa di Matrix, e seguire il bianconiglio nella sua tana al centro della terra. Per arrivare nel luogo dove la verità ti verrà svelata. Perché solo seguendo il coniglio bianco potrai comprendere come quello che ti viene proposto ogni santo giorno è una mera illusione.

Per comprendere il Piano e volerlo seguire devi salire sulla nave di Morpheus e ritrovarti a guardare il mondo con occhi nuovi. Devi iniziare un’avventura. Devi far parte del ‘piano’.

E questo piano si chiama ‘fede’ ma anche ‘speranza’.

Avere un seguito di persone che ti seguono nonostante tutto è una cosa che non succede ai consueti politicanti che si succedono su poltrone che possono cambiare, cancellando immediatamente il ricordo di chi ci sedeva sopra. E questo l’aveva capito il presidente Donald J. Trump che non ha mai direttamente portato avanti le teorie dei Qanonisti, ma che si è guardato altrettanto bene dall’attaccarli frontalmente, nonostante i due diversi impeachment a suo carico.

E non per niente il presidente Trump è molto al di là dall’essere un semplice politico che si è succeduto alla guida della più grande nazione libera della civiltà occidentale. Grazie alle sue azioni positive, alla sua politica non belligerante e grazie anche agli attacchi goffi di una sinistra ormai troppo lontana dalle sue vere basi di fondazione popolare è diventato una figura mitologica nel panorama politico mondiale.

Il solo ex presidente che sia riuscito a divenirlo rimanendo in vita. Altri miti come Abe Lincoln e John Fitzgerald Kennedy hanno dovuto seguire un destino peggiore per entrare di diritto nel Valhalla degli eroi americani insieme a John Brown e a Martin Luther King.

E’ molto azzeccato il paragone che pone un nascente politico italiano paragonando la propria trasmissione, che porta avanti alcuni di questi temi di Q, con ‘Radio Londra’.

Radio Londra era durante la seconda guerra mondiale un trasmissione radio pirata che nel bel mezzo di un conflitto che sembrava dovesse essere vinto dai nazisti trasmetteva un semplice principio ai cittadini italiani.
Un principio fondamentale e con un valore inestimabile… quello della speranza.

Nonostante il contenuto della trasmissione e i suoi codici cifrati, trasmetteva ai suoi cittadini la speranza in un futuro migliore, faceva loro sapere che qualcuno continuava a resistere, che non tutto era perduto. Gli alleati erano vicini. Sarebbero presto arrivati a salvarci.

Gli inglesi usavano i manifesti con il ‘Keep Calm’ affissi nelle loro città. ‘Alla fine andrà tutto bene’ era il messaggio trasmesso. State calmi e continuate a vivere. Non lasciatevi prendere dallo sconforto. Ce ne stiamo occupando e risolveremo tutto.

Perché il primo passo nel creare uno Stato totalitario è proprio quello di far perdere fiducia ai cittadini su di un possibile cambiamento.

Quando la speranza viene a mancare nella massa, tutto è veramente perduto.

E quando i cittadini perdono completamente fiducia nello status quo, quando la stragrande maggioranza non si fida più delle dichiarazioni del politico di turno e dei media di governo, allora rimane soltanto la speranza in qualche appiglio di libertà, qualsiasi questo appiglio possa essere.

Anche se controverso.

E quale migliore speranza che quella propagata da un gruppo veramente popolare che aggrega sulla base di una battaglia condivisa, un gruppo che resiste e si amplia nonostante errori ed attacchi che si fanno via via più intensi. Un gruppo che genera una fede inattaccabile. Perché Matrix è una finzione e qualsiasi risposta ti verrà proposta in essa, per quanto logica e razionale, alla fine è solamente una manipolazione della realtà nella quale viviamo. Quindi inutile cercare conferme nel mondo ‘razionale’.

Che Q sia ‘propaganda’ è una delle tesi che va per la maggiore, ma questo dipende dalla definizione di Propaganda che usiamo come metro di giudizio.

Secondo Goebbels, ministro della Propaganda di Hitler, affinché la propaganda sia di successo deve essere esercitata all’unisono da chi controlla l’informazione ed il governo. La propaganda è efficace solo se orchestrata da chi veramente detiene il potere, diceva questo tecnico della manipolazione politica delle masse.

E tecnicamente aveva ragione.

La vera Propaganda è quella organizzata e che è accuratamente bilanciata e coordinata in modo che non possano esistere delle informazioni alternative a screditarla.

A meno che non esistano a fronteggiarla  informazioni ‘pirata’, qualche piccola Radio Londra, qualche ‘Keep Calm’ o qualche fantomatico leader Militare di altissimo livello che deve però rimanere anonimo sotto uno pseudonimo che inizia con la lettera Q, livello Top Secret di altissimo grado.

Ad un pensiero unico si contrappone, quando ancora c’è speranza, quella forma di attività umana che non è ‘propaganda’ nel suo significato tecnico, ma che assume un colore di resistenza ad una forma di pensiero unico, esattamente quello che stiamo vivendo al giorno d’oggi.

Ma sociologicamente Q non deve essere sottovalutato.

Forza è forza, non ha un colore ben preciso. Può essere veicolata. Ma rimane sempre e comunque forza. Forza vera.

Quando centinaia di migliaia di persone si affidano ad una luce alternativa, perché il resto è buio pesto, quello che risulterà dalle loro forza congiunta dipende dalla capacità di chi è in grado di vedere nella vera necessità dei cittadini.

E i cittadini non hanno bisogno di qualcuno che catturi la propria mente. I cittadini hanno ancora bisogno di innamorarsi della politica.

I cittadini vanno presi per il cuore oltre che per il portafoglio o tramite la paura.

Devono ritrovare quell’amore che rende desiderabile anche un ragazzaccio o una ragazzaccia che sai benissimo ti costerà qualcosa nel futuro. Quello cieco al quale non si comanda nonostante la ragione.

Ed è di fatto amore quel desiderio di una speranza alternativa, nella loro opposizione ad un pensiero unico ben organizzato, quello che viene chiamato ‘la verità’ dal vero Ministero della Propaganda che non ha certamente i mezzi limitati di Q.

C’è un movimento popolare in Q, questo è innegabile. C’è della forza. Ci sono persone che hanno finito di credere alle verità imposte. E che vanno avanti nonostante tutto e il contrario di tutto.

Questo non lo hanno capito gli ennesimi politici razionalisti che analizzano le cose solo sotto il profilo razionale. Anche quelli che si dichiarano ‘conservatori’.

Quelli che si dimenticano che lo spirito è la componente più importante dell’essere umano. Quelli che non ricordano che l’amore e la fiducia del popolo sono cavalli da battaglia inarrestabili.

Agendo ancora una volta solo ‘razionalmente’ diventano i cosiddetti ‘Rino’ (Repubblicani solo di nome) perché dimenticano che la battaglia politica è anche e soprattutto una battaglia per conquistare il cuore delle masse, più che i loro cervelli razionali.

Quello che non hanno capito è che quando qualcuno riesce a tramettere speranza ha più valore di mille politicanti che pensano di risolvere tutto razionalmente, tecnicamente, senza avere però l’empatia del proprio popolo, quell’empatia che solo i grandi leader riescono a trasmettere.

I leader che riescono a farsi amare generando dunque quella fede necessaria per qualsiasi cambiamento radicale che richieda sacrificio.

Chi sarà questo leader in Italia? Chi sarà quel qualcuno che riuscirà a infondere speranza, riunendo il desiderio di credere ancora in qualcosa, e di difendere quel credo nonostante qualsiasi ingerenza esterna nonostante sia ben coordinata e ‘molto razionale’?

Chi catturerà veramente i cuori degli italiani?

Questo leader ancora non si vede, ma nel campo conservatore avrà da fare i conti con Q e movimenti affini a Q, su questo non c’è il minimo dubbio.

Politicanti che approfittano dell’odierna situazione per ergersi a novelli Trump, sottovalutando la sua capacità di generare speranza e di farsi amare, sperando che la propria individuale nullità possa ergersi superiore, si ritroveranno ad essere catalogati ‘Rino’ in men che non si dica.

Il vero leader dovrà essere in grado di dialogare anche con gli estremi della sua fazione, senza attaccarli frontalmente.

Dovrà essere in grado di trasmettere fiducia nei suoi cittadini.

Dovrà essere qualcuno che trasmette vera speranza. Qualcuno che la gente possa amare e che verrà perdonato dai cittadini che da sempre hanno un occhio di riguardo verso chi riesce a catturarti il cuore.

Almeno se non vuole solo scaldare l’ennesima sedia che è l’unica cosa che attualmente importa per molti di loro, che si preoccupano di protagonismi e non di entrare nella mente e nel cuore dei propri elettori.

Quel cuore con la Q che per il momento rappresenta una fetta di pensiero che è meglio non ignorare.

 

L’autore dell’articolo, Gigi Morello, è nato a a Torino e ha vissuto diversi anni negli Usa. Musicista, didatta e regista televisivo musicale, ha scritto per diverse testate specializzate nel settore musicale. Ha fondato e diretto progetti umanitari no profit e riceve dalla Croce Rossa Italiana encomi per tre diverse iniziative. Ha pubblicato nel 2020 due libri dal titolo ‘Alleanza Anti Casta’ e ‘Illuminismo Illuminato per Tempi Oscuri’, editi da Amazon. Il 4 luglio 2020 ha Fondato ‘Sogno Americano’ il primo Movimento Americanista Italiano.

Le posizioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente le vedute di Epoch Times.

 
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