Processo di massima sicurezza per il signore delle droga messicano ‘El Chapo’ Guzman

L’avvocato Jeffrey Lichtman, difensore del signore delle droga messicano Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, all’apertura del processo a New York, ha sostenuto che il suo cliente è solo un capro espiatorio, sfruttato per distogliere l’attenzione da quello che sarebbe il vero leader del cartello messicano Sinaloa, Ismael ‘El Mayo’ Zambada.

Al primo giorno del processo di Guzman per contrabbando di droga (che dovrebbe durare quattro mesi), l’avvocato ha dichiarato: «È stato accusato di essere il leader, quando i veri capi invece vivono liberamente e a viso scoperto in Messico. In verità egli non controlla nulla, come Zambada Mayo ha detto».

Lichtman ha inoltre sostenuto che Zambada è stato lasciato libero perché «ha corrotto con tangenti l’intero governo messicano, inclusi i personaggi di più alto livello come l’attuale presidente del Messico», Enrique Pena Nieto.
Il portavoce del presidente, in merito a tale accusa, ha risposto che «è tutto falso».

Prima delle dichiarazioni dell’avvocato della difesa, il sostituto procuratore Adam Fels ha sostenuto che Guzman, ora 61 anni, aveva instaurato relazioni strette con i cartelli colombiani, che gli avevano permesso di fare miliardi di dollari con il trasposto di cocaina.
Guzman ha anche lasciato una scia di violenza, trasformando intere aree del Messico in zone di guerra mentre combatteva i propri rivali per espandere il suo dominio. L’accusa ha ricordato ai giurati di come Guzman abbia sparato personalmente a due membri di un cartello rivale e abbia ordinato di gettarli nelle fosse, per bruciarne i corpi. I procuratori federali affermano che, come leader del cartello di Sinaloa in Messico, Guzman ha diretto massicce spedizioni di eroina, cocaina, marijuana e metanfetamina destinate agli Stati Uniti. È accusato di 17 crimini e rischia l’ergastolo.

Così come nel contrabbando di droga negli Stati Uniti, il cartello Sianloa ha avuto il ruolo più importante nello scatenare la violenza tra gang rivali del narcotraffico, che hanno distrutto intere aree del Messico e creato grandi problemi ai governi successivi. Da quando il governo messicano nel 2006 ha inviato soldati per arrestare le bande della droga, più di 200 mila persone sono state uccise, molte delle quali nelle faide tra i cartelli.

Ci si aspetta che tra i testimoni dell’accusa saranno inclusi ex associati di Guzmann, che stanno cooperando con la giustizia in cambio un trattamento favorevole, come il fratello di  Zambada  Jesus ‘El Rey’ Zambada e il figlio, Vicente Zambada.

L’avvocato Jeffrey Lichtman ha speso gran parte del tempo della sua dichiarazione di apertura attaccando la loro credibilità: «Perché il governo va così avanti in questo caso, utilizzando questa feccia umana? Perché è convinto che la condanna di Chapo Guzman sia il trofeo migliore che questo processo possa mai sognarsi».

Lichtman ha chiesto ai giurati di «avere una mente aperta», e considerare che sia la legge messicana che quella americana posso essere corrotte: «Mayo (Zambada) e il governo gli Stati Uniti lavorano insieme, quando a loro conviene».

L’avvocato ha anche cercato di rendere più umano il suo cliente, descrivendo la sua infanzia   quando vendeva arance, formaggio e pane porta a porta in un povero villaggio.

Le dichiarazioni di apertura del 13 novembre sono state ritardate per ore, quando due dei giurati scelti la scorsa settimana hanno abbandonato il caso, costringendo gli avvocati e il giudice distrettuale degli Stati Uniti Brian Cogan a selezionarne altri due. Lichtman non ha terminato il suo discorso che dovrebbe riprendere il 14 novembre.

Guzman, che è scappato due volte dalle prigioni di massima sicurezza messicana, è stato perciò tenuto in isolamento a Manhattan. Il suo processo prevede misure di sicurezza straordinarie, con giurati scortati prima e dopo le udienze e da una corte sorvegliata da truppe federali armate.

Oltre a Lichtman, gli avvocati di Guzman al processo includono Eduardo Balarezo e William Purpura, che in precedenza avevano difeso il signore della droga messicano Alfredo Beltran Leyva, un tempo socio e in seguito rivale di Guzman. Beltran Leyva si è dichiarato colpevole di accuse di droga negli Stati Uniti ed è stato condannato all’ergastolo l’anno scorso da un giudice federale a Washington.

 
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