Praticanti del Falun Gong celebrano la propria fede in tutto il mondo

Di Eva Fu

Prima della pandemia, ondate di persone vestite di giallo e blu erano solite riunirsi a New York e altrove in questo periodo dell’anno, per prendere parte a una celebrazione.

Nei parchi pubblici e per le strade, mettevano in mostra i loro esercizi lenti e meditativi, indossando magliette con le parole ‘verità, compassione e tolleranza’: i tre principi fondamentali della loro fede, il Falun Gong (noto anche come Falun Dafa).

Il 13 maggio è infatti la Giornata Mondiale della Falun Dafa, che segna la data in cui la pratica spirituale è stata resa pubblica per la prima volta in Cina nel 1992.

I raduni di quel giorno non servono solo per festeggiare, ma anche per inviare un messaggio di sfida al regime comunista cinese, che da oltre due decenni è impegnato in una brutale e irrazionale campagna per sradicare la pratica dal Paese.

Tra le più grandi comunità spirituali in Cina, il Falun Gong aveva ottenuto un seguito di 70-100 milioni di praticanti intorno al 1999. Ma questa popolarità è stata considerata inaccettabile per il regime comunista cinese, che ha lanciato una brutale persecuzione che continua fino ad oggi.

Di conseguenza, milioni di persone sono state mandate in centri di detenzione, prigioni o campi di lavoro, dove sono state sottoposte a torture crudeli, lavori forzati e prelievo forzato di organi.

Ma fuori dalla Cina la pratica ha tranquillamente prosperato, diffondendosi in oltre 90 Paesi nel mondo: il testo principale del Falun Gong, lo Zhuan Falun, è stato infatti tradotto in 40 lingue.

Dopo un anno di lockdown, i praticanti sono tornati in strada con parate e spettacoli per celebrare la Giornata Mondiale della Falun Dafa. La giornata coincide anche con il compleanno del fondatore della pratica, Li Hongzhi, i cui insegnamenti, secondo le testimonianze dei praticanti, hanno aiutato in moltissimi a orientarsi verso una vita migliore.

Da ‘Tigre’ a ‘Gommoso’

Andres Cordova, un ingegnere software di 33 anni con sede negli Stati Uniti, è uno dei partecipanti alla parata di New York fissata per giovedì 13 maggio.

Intervistato da Epoch Times, Cordova ha raccontato di aver conosciuto la pratica all’età di 14 anni, quando era ancora nel suo Paese natale, il Venezuela. Sapendo che era appassionato di arti marziali e meditazione, un suo amico gli aveva inviato un link al sito della pratica. Cordova ha ricordato di aver sentito una «connessione immediata» dopo aver visto un video sul Falun Gong sul sito web. Ha quindi provato a praticare gli esercizi meditativi del Falun Gong e presto ha iniziato a leggere i libri.

Nel 2002, la pratica era ancora poco conosciuta nel suo Paese, e una rapida ricerca su internet indirizzava chiunque alla propaganda dell’ambasciata cinese o dei media statali del regime. La sua famiglia, che sapeva poco o nulla sul Falun Gong, inizialmente non approvava l’idea che il ragazzo praticasse questa disciplina di origine cinese. Cordova ha quindi cercato di nascondere la sua fede leggendo solo versioni tascabili dei libri del Falun Gong mentre andava fuori a portare a spasso il cane.

«Tutti hanno paura delle cose nuove», ha dichiarato.

Ma gradualmente, i cambiamenti positivi in Cordova hanno conquistato il favore della sua famiglia.

Una volta era un ragazzo ribelle e aggressivo, mentre ora ridacchia ricordando il soprannome ‘tigre’ che sua madre gli aveva dato a causa del suo temperamento focoso. Prima di praticare il Falun Gong, «facevo sempre a botte con tutti», compresi gli amici di suo fratello maggiore che erano più grandi di lui, ha raccontato Cordova.

«Poiché praticavo le arti marziali, pensavo di essere invincibile e di poter combattere contro tutti», ha detto. Ma imparare il Falun Gong lo ha reso «molto più pacifico e tollerante, al punto che […] [a volte, suo, ndr] fratello maggiore se ne approfittava».

«Mia madre lo vedeva e diceva: ‘Perché non combatti mai per le tue cose?’ e cercava di difendermi», ha ricordato. Il suo nuovo soprannome era ‘gommoso’.

I valori che ha imparato dalla pratica lo hanno anche aiutato a fare le giuste scelte di vita, come non indulgere nell’alcol e nel gioco.

Essendo cresciuto in una famiglia con un solo genitore, le persone che lo circondavano hanno costantemente alimentato in lui l’idea che il matrimonio fosse il male, che equivaleva a «gettarsi in acqua e ammanettarsi»; una tentazione a cui è felice di aver resistito, essendo diventato ora padre di una bambina di tre mesi.

Non avendo mai avuto una figura paterna nella sua vita – racconta – Cordova si preoccupava di come poter essere un buon padre, e ancora una volta si è rivolto alla sua fede per trovare la forza. Ora spera di essere un padre e marito «autorevole», non per «dominare le persone», ma «per essere quello che si sacrifica di più nella famiglia e quello che aiuta il più possibile la moglie e i figli con i loro fardelli».

Pace nel cuore

Cristina Diaz, assistente linguistico per le Nazioni Unite in pensione, è venuta a conoscenza del Falun Gong mediante uno specialista di massaggi a Ginevra.

All’epoca, la Diaz soffriva di forti dolori alla testa. Iniziavano quando si svegliava, e a mezzogiorno il dolore era così forte che spesso, racconta, «non potevo fare nient’altro».

Ha seguito dunque il consiglio del suo massaggiatore di ascoltare gli insegnamenti del Falun Gong, e miracolosamente – ha raccontato – tutti quei disturbi sono scomparsi. Anche la sua vista è migliorata, così si è tolta gli occhiali che l’avevano accompagnata per 40 anni della sua vita.

Ma per la Diaz, che ora ha 70 anni, il cambiamento più significativo è stato un senso di «pace nel cuore» che ha guadagnato dopo essere stata in grado di vedere tutto intorno a lei sotto una luce diversa, compresi gli eventi ormai passati da tempo.

Circa 5.200 persone prendono parte a una formazione di caratteri nella Piazza della Libertà a a Taipei, Taiwan, il primo maggio 2021. (Chen Po-chou / Epoch Times)

 

Articolo in inglese: Falun Gong Adherents Celebrate Faith Around the Globe, Stand Up to Communist China’s Persecution

 
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