Possesso di libri vietati, un’accusa molto comune in Cina

Libri vietati: negli ultimi anni, un numero crescente di funzionari comunisti cinesi è stato punito per il possesso di libri esteri banditi dal Partito. Gli analisti ritengono che questo evidenzi una crescente paura delle opinioni contrarie.

In un recente caso, il 29 ottobre Chen Zehui, vice sindaco della città di Changsha è stato espulso dal Partito per «aver acquistato, trasportato, letto e collezionato libri e riviste pubblicati all’estero caratterizzate da ‘gravi problemi politici’».

Un altro caso è riportato da Rfa: a giugno, la Procura Suprema del Popolo del Pcc ha annunciato l’arresto di Li Zhong, il vice sindaco della città di Huainan, accusato di aver portato dall’estero in Cina «libri con gravi problemi politici», nonché di corruzione e appropriazione indebita.

E nel 2019 quattro funzionari della città di Chongqing erano stati arrestati anche per aver acquistato, letto e raccolto libri all’estero con «gravi problemi politici», tra le altre accuse.

Uno dei funzionari arrestati, Wu Dehua, aveva comprato libri banditi per ottenere informazioni su un caso che lo toccava in prima persona. Il tutto si ricollega all’arresto improvviso di Sun Zhengcai, ex segretario del Comitato municipale del Partito di Chongqing, ed ex stella politica nascente all’interno del Pcc. Wu Dehua temeva di venire implicato nel caso legato a Sun, che era stato accusato addirittura di «cospirazione per usurpare la leadership del Partito», oltre che di corruzione. E ha quindi chiesto espressamente a qualcuno di comprare dall’estero due «riviste reazionarie» con l’intenzione di trovare informazioni rilevanti sul caso.

I libri all’estero con «seri problemi politici» includono quelli relativi al massacro di Tiananmen del 1989, alle recenti proteste di Hong Kong, a gruppi religiosi come il Falun Gong, nonché alle vite private dei funzionari del Pcc e ai loro beni all’estero, oppure i libri e i periodici che rivelano le lotte intestine nel circolo più alto del Pcc.

La sezione dei libri vietati nella Cina continentale includeva argomenti come le lotte intestine a Zhongnanhai, la caduta di Zhou Yongkang e il prelievo forzato di organi in Cina (Yu Gang / Epoch Times)

Per gli esperti, le decise azioni disciplinari del Pcc intraprese nei confronti di questi casi, evidenziano come il Partito consideri il reato d’opinione o d’informazione il più grave dei crimini, più grave della corruzione.

Secondo Sheng Xue, uno scrittore canadese cinese, la ragione principale di queste azioni disciplinari è che il Pcc teme che ci siano sempre più persone contrarie al Partito all’interno del suo sistema monopartitico: «Le persone all’interno del Partito al governo hanno iniziato ad avere l’intento e il perseguimento di porre fine al governo del terrorismo di Stato del Pcc. Queste persone faranno del loro meglio per riportare le informazioni dall’estero in Cina».

Un altro esperto, Chen Yonglin, ex diplomatico del Pcc che ha disertato in Australia, ha una teoria più prosaica: vari funzionari del Partito lottano fra loro per acquisire posizioni più elevate e si fanno la spia a vicenda per far fuori i concorrenti, quando scoprono che possiedono certi libri.

Chen Yonglin spiega anche che ci sono alcune regole non dette quando il Pcc punisce i suoi funzionari: «Se è a causa di problemi politici, il Pcc utilizzerà la corruzione o altre accuse contro di loro per evitare di attirare l’attenzione a livello politico. E se si tratta di lotta per il potere interna al Pcc, allora li accuseranno di problemi politici e di avere una posizione politica sbagliata».

Ye Duanjian, un ex manager hongkonghese di progetti d’investimento e commercio in ambito bancario ha raccontato a Epoch Times che dopo che Xi Jinping è entrato in carica, il Pcc ha ulteriormente represso la vendita al mercato nero e la distribuzione di libri vietati, in particolare dopo l’incidente delle librerie di Hong Kong di Causeway Bay, i cui gestori nel 2015 sono stati arrestati oltre il confine con la Cina e incarcerati dalle «forze speciali» del Pcc per aver venduto libri che trattavano argomenti sensibili.

Secondo Duanjian, molti funzionari del Pcc stesso «non hanno altro modo per conoscere la verità e la politica dietro le quinte nella Cina continentale. Questi libri possono aiutarli a formare migliori giudizi politici. Tuttavia, sotto la politica di controllo ideologico del Pcc, lo Stato sta ulteriormente reprimendo la letteratura illegale per paura che il pensiero dei funzionari diventi di destra. Ma le persone faranno comunque del loro meglio per ottenere le informazioni che vogliono»

 

Articolo in inglese: Chinese Officials Punished for Possessing Books Banned by the State

 
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