Pompeo rimuove tutte le restrizioni alla diplomazia tra gli Stati Uniti e Taiwan

Gli Stati Uniti rimuoveranno tutte le «restrizioni autoimposte» nei loro rapporti con i funzionari taiwanesi. Lo ha annunciato il 9 gennaio il segretario di Stato Mike Pompeo, ponendo le basi per delle relazioni più strette con l’isola democratica.

L’annuncio, fatto durante gli ultimi giorni del mandato del presidente Donald Trump, segna l’ultima mossa per stringere ulteriormente i legami con l’isola popolata da cinesi autogestiti e fuori dal controllo del regime comunista. Il regime cinese, tuttavia, vede Taiwan come parte del suo territorio da portare sotto il suo controllo con la forza se necessario, e si oppone a qualsiasi legame ufficiale degli Stati Uniti con l’isola.

Il segretario di Stato ha revocato le «complesse restrizioni interne» vecchie di decenni, che hanno regolamentato le interazioni di diplomatici, militari e altri funzionari con le loro controparti taiwanesi: «Il governo degli Stati Uniti aveva intrapreso queste azioni unilateralmente, nel tentativo di placare il regime comunista a Pechino». Pompeo ha ordinato alle agenzie dell’Esecutivo di considerare nulle le cosiddette «linee guida di comunicazione» su Taiwan, precedentemente emesse dal Dipartimento di Stato.

Gli Stati Uniti non hanno un rapporto diplomatico formale con Taiwan, ma mantengono legami non ufficiali con l’isola autogovernata ai sensi del Taiwan Relations Act (sigla: Tra) del 1979. Il Tra autorizza gli Stati Uniti a fornire all’isola attrezzature militari per la sua autodifesa e ha creato una società senza scopo di lucro chiamata American Institute in Taiwan (Ait), che ora è di fatto l’ambasciata degli Stati Uniti sull’isola.

Pompeo ha anche ordinato che i rapporti del ramo esecutivo con Taiwan siano gestiti esclusivamente dall’Ait: «La dichiarazione odierna riconosce che le relazioni Usa-Taiwan non devono, e non dovrebbero, essere incatenate da restrizioni autoimposte della nostra burocrazia permanente».

L’ufficio di rappresentanza economica e culturale di Taipei e l’ambasciata degli Stati Uniti sull’isola hanno accolto il tutto con favore, affermando che ciò riflette la «forza e la profondità» del rapporto: «Non vediamo l’ora di ampliare la partnership Taiwan-Usa nei mesi e negli anni a venire», si legge in una nota.

Gli Stati Uniti hanno stretto le loro relazioni con Taiwan per mezzo dell’amministrazione Trump, che l’anno scorso ha approvato diverse vendite di armi di grandi dimensioni a Taiwan e ha aumentato gli impegni con l’isola.

Pompeo in un tweet del 7 gennaio afferma: «Siamo stati al fianco dei nostri amici a Taiwan. Negli ultimi 3 anni, l’amministrazione Trump ha autorizzato la vendita di armi a Taiwan per oltre 15 miliardi di dollari (circa 13,5 miliardi di euro). L’amministrazione Obama? 14 miliardi di dollari (circa 12,6 miliardi di euro) in 8 anni».

Le armi americane sono vitali per Taiwan di fronte alla crescente tensione nella regione. Secondo il Ministero della Difesa nazionale di Taiwan, i jet cinesi hanno violato lo spazio aereo di Taiwan circa 380 volte nel 2020 e hanno continuato a compiere tali incursioni almeno 6 volte nel 2021.

La prossima settimana l’ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite Kelly Craft visiterà anche Taiwan per tre giorni, diventando il terzo alto funzionario statunitense a recarsi sull’isola in meno di sei mesi.

 

Articolo in inglese: Pompeo Lifts Restrictions on US Contact With Taiwan Officials

 
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