Pompeo: la Cina dovrebbe essere considerata «avversaria» piuttosto che «concorrente»

Di Andrew Thornebrooke

L’ex segretario di Stato Mike Pompeo ne è convinto: la prossima strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti dovrebbe concentrarsi sul frenare l’autoritarismo e riconoscere formalmente la sovranità di Taiwan.

«Essere ambigui è davvero pericoloso», ha detto durante un’intervista del 28 marzo con l’Hudson Institute, un think tank con sede a Washington: «Gli autoritari useranno quell’ambiguità contro di te ogni volta. Dobbiamo riconoscere che Taiwan è una nazione indipendente. Non fa parte del Partito Comunista Cinese».

Il Pcc afferma che Taiwan è un territorio separatista, sebbene Taiwan sia governata in modo indipendente dal 1949 e non sia mai stata controllata dal Pcc.

Gli Stati Uniti attualmente mantengono una dottrina di «ambiguità strategica» riguardo a Taiwan, cioè non confermano né negano se fornirebbero assistenza militare a Taiwan nel caso in cui la sua indipendenza de facto fosse minacciata dal Pcc.

Pompeo ha espresso le sue opinioni durante una discussione sulla prossima strategia di sicurezza nazionale dell’amministrazione Biden, che dovrebbe essere rilasciata presto ma non ha una data definitiva.

Nell’ultimo anno, l’amministrazione ha utilizzato una strategia provvisoria che riconosce la Cina come un «concorrente strategico», una designazione sviluppata per la prima volta nell’ambito della strategia di sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump, che Pompeo ha contribuito a creare.

Pompeo ha affermato che il termine era probabilmente troppo morbido, dati i crescenti sforzi repressivi da parte del Pcc sotto il regno del leader del Partito Xi Jinping. «Abbiamo usato la parola ‘concorrente’. Oggi utilizzerei la parola ‘avversario’ se lo scrivessi io stesso».

Pompeo ha affermato di non credere che l’attuale amministrazione abbia compreso la minaccia rappresentata dal Pcc e che la decisione di Washington di anteporre questioni come il cambiamento climatico ai dissapori sempre più forti con la Cina abbia inviato il messaggio sbagliato a livello internazionale: «Lo stesso potere comunista cinese comprende la forza in profondità e rispetta solo la forza. Non molto tempo fa, il presidente Biden era con un gruppo di soldati. Disse a quei soldati, personale militare in uniforme, che il più grande rischio per la sicurezza degli Stati Uniti d’America era il cambiamento climatico. Penso che questo dica molto su ciò che crede lui personalmente».

Pompeo ha affermato che quelle convinzioni hanno avuto un impatto diretto sulla capacità degli Stati Uniti di scoraggiare i loro avversari. Ha descritto la decisione dell’attuale amministrazione di inviare il suo inviato per il clima, John Kerry, come il suo primo contatto diplomatico faccia a faccia con il regime cinese, come «un enorme errore».

Pompeo ha anche messo in dubbio quanto sia opportuno che l’amministrazione Biden continui a voler lavorare con regimi autoritari come la Russia, nonostante la guerra di aggressione in corso di quest’ultima in Ucraina. «Sono seduti al tavolo oggi con i russi», ha detto Pompeo, riferendosi al continuo lavoro diplomatico dell’amministrazione Biden con la Russia sugli sforzi per ripristinare l’accordo nucleare iraniano dell’era Obama. «È difficile anche dire quella frase con una faccia seria. Non è strategia. Questa è ignoranza. È ingenuo e pericoloso, soprattutto, per gli Stati Uniti».

Pompeo ha avvertito che le sfide alla sicurezza a cascata causate da tale continua accettazione diplomatica dei leader autoritari potrebbero incoraggiare ulteriori aggressioni o sforzi repressivi da parte del Pcc. «[Il Pcc, ndr] non sta imparando che la loro visione dell’egemonia globale è a rischio. Non riesco a vedere nulla che possa indurre Xi Jinping a cambiare la sua visione di essere il Regno di Mezzo e questa potenza egemonica. Penso che il suo uso del potere duro e le capacità in generale [del Pcc, ndr] saranno solo incoraggiati da questo».

Pompeo ha avvertito che perseguire una strategia significativa è una questione di decenni, non di mesi, e che Xi e il Pcc potrebbero cambiare rotta su come intendono costringere Taiwan all’unificazione con la Cina continentale: «Le tattiche [di Xi, ndr] potrebbero cambiare, ma il suo obiettivo non riesco a immaginare possa venire alterato».

A tal fine, Pompeo ha affermato che la migliore linea d’azione che gli Stati Uniti potrebbero intraprendere sarebbe riconoscere formalmente Taiwan come nazione indipendente, aumentare la sua formazione e condivisione di informazioni con l’isola e assistere Taiwan nella costruzione di una capacità militare in grado di causare enormi costi per la Cina continentale in caso di guerra. «[Taiwan, ndr] può vedere che dovranno rafforzare le loro capacità per assicurarsi di non essere la prossima vittima di un leader autocratico che decide che l’aggressione è la soluzione a tutti i problemi».

 

Articolo in inglese: Pompeo: US Should Label China as ‘Adversary’ Rather Than ‘Competitor’ in Recognition of Growing CCP Threats

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