Perché l’America è veramente in pericolo

Di Dennis Prager

L’autore dell’articolo, Dennis Prager, è un conduttore radio e un editorialista, fondatore del sito Prager University.

 

Gli americani sono andati a lungo fieri del fatto che, diversamente dai Paesi europei, gli Stati Uniti non sono mai cascati nella trappola dei totalitarismi, incarnati in Europa dal comunismo, dal fascismo e dal nazismo.

Ma questo ‘primato’ potrebbe non durare ancora a lungo.

Per capire perché questo rischio sia attualmente molto concreto, bisogna comprendere perché i Paesi europei abbiano abbracciato, o siano stati vittime, delle dottrine totalitarie.

Fino alla Prima Guerra Mondiale, in Europa le principali credenze che davano senso alla vita, a livello personale e nazionale, erano le religioni giudaico-cristiane e il patriottismo. I valori giudaico-cristiani, in particolare, garantivano alle persone una guida morale.

Per gran parte dei giovani europei, la Grande Guerra, con i suoi enormi massacri apparentemente privi di senso, ha segnato la fine della fiducia nella religione cristiana, e in molti casi ha condotto le persone a non credere più nelle proprie nazioni. Dio sembrava assente e di conseguenza le religioni non necessarie; mentre l’identità nazionale venne identificata come una causa della guerra.

Così rimase un vuoto che venne quasi immediatamente riempito dal comunismo, dal fascismo e dal nazismo.

In Russia, la Prima Guerra Mondiale sfociò direttamente nella rivoluzione russa. Già prima della fine della guerra, nel 1917 lo zar venne rovesciato, poi l’anno successivo i bolscevichi presero il potere. Ma per quanto tremendo sia stato lo zar, c’era sicuramente molta più libertà sotto il suo dominio che durante i 72 anni di Unione Sovietica, per non parlare dei massacri – tra le 20 e le 40 milioni di persone – condotti dal regime sovietico.

In Italia l’ascesa del fascismo fu consequenziale alla Prima Guerra Mondiale, mentre in Germania i nazisti presero il potere appena 15 anni dopo la fine della Grande Guerra. In seguito, durante la Seconda Guerra Mondiale, i nazisti conquistarono buona parte del continente europeo, e dopo la disfatta della Germania i sovietici hanno imposto il comunismo su tutta l’Europa orientale.

Sebbene a quel tempo negli Stati Uniti ci fossero comunisti, simpatizzanti del comunismo e del nazismo, razzisti e gruppi antisemiti, né comunismo né fascismo o nazismo sono riusciti a gettare le loro radici negli Usa. La ragione principale è che gli americani, diversamente da buona parte degli europei, non avevano perso la fede nelle religioni giudaico-cristiane e nei loro valori dopo la Grande Guerra. L’America è rimasta così religiosa che nel 1954 le parole «Al di sotto di Dio» sono state inserite nel Pledge of Allegiance che veniva recitato quotidianamente nelle scuole americane.

Tuttavia, a partire dagli anni ‘50, la fede nell’America, nella cristianità e in quelli che venivano chiamati valori della borghesia, è diventato appannaggio degli anziani. Già la famosa generazione cresciuta dopo la Seconda Guerra Mondiale, i cosiddetti baby boomer, è stata indottrinata con il secolarismo e l’anti-americanismo. Di fatto, nel 1962 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha decretato incostituzionale la preghiera nelle scuole.

Alla fine degli anni Sessanta, un gran numero di baby boomer partecipavano a manifestazioni che erano tanto contro l’America – che veniva rappresentata come un aggressivo Paese imperialista e colonialista dotato di un esercito malvagio – quanto contro la guerra in Vietnam. Non era raro vedere la parola America scritta ‘Amerikkka’ o ‘Amerika’ in occasione delle proteste o nei graffiti in strada.

Quando mi sono laureato alla Colombia University all’inizio degli anni ‘70, mi è stato insegnato che gli uomini e le donne non erano innatamente diversi l’uno dall’altra e che la Guerra Fredda era un conflitto tra due superpotenze (ugualmente in difetto), e non una lotta tra libertà e tirannia.

È passata un’altra generazione e i baby boomer, post-cristiani e radicali, sono arrivati vicini al completo successo. La stampa mainstream e i mezzi di informazione elettronici, le università, i liceo e le scuole elementari, il mondo delle arti, e ora anche quello dello sport, sono stati tutti conquistati dalla sinistra. Mentre all’inizio del 20esimo secolo, tutti, eccetto quello dello sport, erano preminentemente liberali; ora sono tutti dominati dalla sinistra.

Ora abbiamo la risposta alla domanda: Cosa succederà all’America se gli americani perdono la fede in Dio e nel proprio Paese come hanno fatto gli europei dopo la prima guerra mondiale? Cosa accadrà all’America quando il cristianesimo morirà come ha fatto in Europa dopo la prima guerra mondiale?

Per come stanno le cose ora, l’America potrebbe presto assistere all’ascesa di qualche dottrina totalitaria, quasi sicuramente un derivato del comunismo. La libertà non è mai stata un valore di sinistra. Da Lenin in poi, ovunque l’estrema sinistra sia arrivata al potere, ha soppresso la libertà, a partire dalla libertà di parola. Già oggi, nonostante il presidente degli Stati Uniti e il Senato siano repubblicani, l’America ha meno libertà di parola che in qualsiasi altro momento della sua storia. Esattamente un anno fa, ho testimoniato davanti a una sottocommissione del Senato e ho scritto un editoriale per il Wall Street Journal riguardo al fatto che YouTube (di proprietà di Google) ha inserito oltre 100 video della Prager University, o PragerU, nella sua restricted list.

E le cose sono peggiorate molto da allora. La settimana scorsa, PragerU è stata chiusa fuori dal suo account Twitter per aver ritweettato una conferenza stampa di otto medici a Washington D.C., che aveva già ricevuto 17 milioni di visualizzazioni, e Facebook ci ha appena informato che anche solo se citassimo studi che mostrano possibili benefici dell’idrossiclorochina (con lo zinco) nelle prime fasi del Covid-19, perderemmo il nostro account Facebook.

E poi c’è la ‘cultura della cancellazione’, che in realtà è solo un eufemismo per la soppressione del dissenso da parte delle sinistre. La gente viene esclusa dalle piattaforme Internet, licenziata dal proprio lavoro, infangata e rovinata economicamente perché non la pensa come vorrebbe il pensiero dominante di sinistra, su qualsiasi questione.

In America è in atto una versione non violenta della rivoluzione culturale di Mao Zedong, con individui che vengono costretti a ritrattare pubblicamente le proprie convinzioni e a partecipare addirittura a sessioni di rieducazione (non ci sono ancora campi di rieducazione, ma è una possibilità che non si potrebbe escludere se i radicali prendessero il controllo).

Un’altra abitudine comunista che si sta radicando in America è la riscrittura del passato americano. Sembra proprio come in quella famosa battuta dei dissidenti sovietici: «In Unione Sovietica, il futuro è ben noto; è il passato che cambia sempre».

Su quasi tutte le questioni sociali e su molte questioni economiche, la sinistra americana è più radicale di quella europea. Gli europei, di tutto lo spettro politico, sono più diffidenti nei confronti del fanatismo ideologico dopo aver sperimentato i massacri e le sofferenze provocate dal comunismo, dal fascismo e dal nazismo.

Si potrebbe dire che l’Europa è stata vaccinata contro il fanatismo. Gli europei sono più preoccupati di lavorare di meno, viaggiare di più e ad essere assistiti che di veri e propri movimenti ideologici. Mentre l’America, che non ha sofferto i danni del fanatismo ideologico e delle conseguenti privazioni della libertà, non è stata vaccinata.

Per questo quello che un tempo sostituì la religione cristiana in Europa potrebbe ora fare la stessa cosa in America.

 

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente il pensiero di Epoch Times.

Articolo in inglese: Why America Is in Real Danger

 
Articoli correlati