Perché il centrodestra si è astenuto dal votare la mozione Segre?

Mercoledì 30 ottobre è stata approvata in Senato la mozione Segre, che prevede l’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Ma quale sarà esattamente il ruolo di tale Commissione parlamentare, e perché i parlamentari del centrodestra si sono astenuti in blocco dal votarla?

La premessa fondamentale della mozione presentata in Senato è che «negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo», e che sia dunque necessaria l’istituzione di una commissione parlamentare straordinaria per arginare tale fenomeno, con particolari e ripetuti riferimenti al cosiddetto hate speech.

Uno degli aspetti più controversi, come evidenziato nel testo della stessa mozione, deriva dal fatto «che gli hate speech sono difficili da definire e suscettibili di applicazioni arbitrarie». Tanto più che con nelle ultime 5 righe della mozione, la Commissione viene dotata della facoltà di «segnalare agli organi di stampa ed ai gestori dei siti internet casi di fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche, quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche, richiedendo la rimozione dal web dei relativi contenuti, ovvero la loro deindicizzazione dai motori di ricerca».

Durante la discussione in Senato, il senatore Fazzolari (Fdi) ha dichiarato che il proprio gruppo si sarebbe astenuto in quanto riteneva che il reale scopo del provvedimento fosse «quello di dotare questo Parlamento di uno strumento di censura nei confronti di chi non si allinea al pensiero unico dominante, mettendo un cappello difficilmente argomentabile fuori da quest’Aula, che è proprio l’antisemitismo».

Secondo Giorgia Meloni, infatti, «la commissione che questa mozione crea è in realtà molto debole sul piano della lotta all’antisemitismo», anche perché non fa menzione del «terrorismo e dell’integralismo islamico, che sono la principale minaccia per le comunità ebraiche di tutta Europa».

Anche il senatore Lucio Malan ha espresso in aula un pensiero similare: «Pur ribadendo la nostra stima e la concordia con l’intento della senatrice Segre sullo spirito di questa Commissione, vi sono, però, alcuni passaggi che non apprezziamo. Ne cito due, per non restare nel generico: quando, tra i fenomeni da combattere, si include anche il nazionalismo aggressivo (ed è poi una cosa tutta da vedere che cosa sia il nazionalismo aggressivo), ma, soprattutto, quando si cita positivamente un documento dove si dice che andrebbero perseguite penalmente espressioni dannose, offensive o sgradite».

«Noi riteniamo invece che la necessità della libertà sia superiore. Dunque sì a combattere i discorsi di odio, no a limitare la libertà di espressione, quando naturalmente non va oltre i limiti che la legge impone», così ha concluso il suo intervento il senatore Malan.

Dal canto suo il leader della Lega Matteo Salvini, dopo aver ribadito che «l’antisemitismo è una roba da malati di mente», ha affermato che la commissione in questione è «una bella commissione sovietica di quelle che neanche George Orwell aveva immaginato», e ha invitato i politici di governo a rileggere il libro 1984: «gli psicoreati; la polizia che perseguiva il pensiero, la libertà, la parola, il cuore, l’anima, la passione, la poesia, la cultura, la musica, l’arte, il teatro; perché facevano paura al regime».

«Quindi condannare la violenza che non tornerà sì, ma imbavagliare i popoli no. Anche perché al giorno d’oggi quando non sanno cosa dirti [ti dicono, ndr]: fascista, razzista, xenofobo, populista, sovranista».

Pesanti anche le accuse mosse dalla Meloni nella sezione conclusiva del suo discorso pubblicato su Facebook: «Se vogliamo votare un documento serio sul tema dell’antisemitismo noi ci siamo, Fratelli d’Italia c’è, ma non ci si può nascondere dietro una questione così seria per cercare di mettere in atto una censura politica nei confronti dei propri avversari. Che è qualcosa che la sinistra ha in mente da diverso tempo, siccome nel merito non riescono più a competere con idee di buon senso come quelle che noi portiamo avanti. E a me dispiace profondamente che tutto ciò avvenga citando la questione molto seria dell’antisemitismo e che ci si nasconda dietro una figura autorevole come la senatrice Segre».

Le reazioni di M5s e Pd all’astensione del centrodestra

L’astensione del centrodestra è stata criticata pesantemente da quasi tutte le forze politiche. A tal proposito i componenti del Movimento 5 Stelle della Commissione Diritti Umani del Senato hanno dichiarato in una nota congiunta: «Ieri, nell’Aula del Senato, abbiamo assistito a una pagina buia e vergognosa che non trova giustificazione alcuna. La scelta di partiti come Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia di non votare la mozione Segre per l’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza si traduce in questo: avallare gli istigatori d’odio».

La senatrice Monica Cirinnà ha addirittura dichiarato «In questo quadro, trovo gravissimo che la Lega continui ad esprimere la Presidenza della Commissione diritti umani. […] Dopo l’astensione di ieri il disegno è chiaro: la Lega non ha alcun interesse ad affrontare con serietà l’esplosione di intolleranza e odio».

La cosa strana, come ha sottolineato il direttore del Tempo Franco Benchis, è che quella votata in Senato non era affatto una semplice mozione di solidarietà nei confronti di Liliana Segre, bensì una mozione volta a istituire una Commissione straordinaria che potrebbe potenzialmente incidere su uno degli elementi più fondamentali di un Paese realmente democratico: la libertà di espressione. Benchis ha spiegato che la legge italiana prevede già alcune rarissime eccezioni all’articolo 21 della Costituzione italiana (libertà di pensiero ed espressione), come nel caso dell’antisemitismo e del razzismo, e che imporre ulteriori limitazioni è una questione estremamente delicata, che andrebbe trattata con la dovuta serietà.

In ultimo è intervenuta anche l’Anpi, dichiarando senza mezzi termini: «L’astensione del centrodestra sull’istituzione della Commissione Segre è un fatto gravissimo, senza giustificazioni. Rende evidente che quelle forze politiche, ormai, non condividono i più fondamentali principi consacrati dalla Costituzione, che devono ispirare la nostra convivenza civile: pari dignità di tutte e tutti, solidarietà, rispetto per ogni diversità».

 

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