Video: Perché i giovani di sinistra indossano magliette di Che Guevara? | Larry Elder

Di Lerry Elder

Perché alla gente piace indossare magliette di Che Guevara? Sembra che l’attuale cultura antirazzista stia chiudendo un occhio sul vero Che Guevara. In questo episodio, Larry Elder presenta il parere di Humberto Fontova, noto esperto cubano di politica, che ha documentato la palese storia razzista, omofoba e omicida del rivoluzionario marxista argentino.

Cosa spinge giovani e meno giovani a indossare le magliette di Che Guevara? Una bella domenica mattina a Santa Monica, ho notato un uomo che indossava una maglietta di Che Guevara mentre portava a spasso il suo cane. Io camminavo nella direzione opposta, così mi sono avvicinato e gli ho detto: “Mi scusi, come mai questa maglietta di Che Guevara? Sa che Che Guevara era un razzista dichiarato?”
Ora, l’uomo era un bianco, ed è stato preso alla sprovvista da quello che gli avevo detto. Io l’ho domandato con un gran sorriso, in modo che non avesse paura di me e lui ha risposto: “No” e io: “Sa che Che Guevara pensava che i neri siano pigri, sporchi e che la rivoluzione non possa fare nulla per loro perché loro non fanno nulla per essa?” Lui ha risposto di no, allora gli ho detto: “Conosce Humberto Fontova?” e lui di nuovo: “No”. “Lo cerchi su Google” gli ho detto.

“Ragazzi, stiamo parlando di un regime che incarcerava i prigionieri più di quello di Stalin. Che uccideva… stavo per dire giustiziava, ma l’esecuzione implica una qualche forma di processo giudiziario, mentre il padre stesso di Aleida spiegava chiaramente come avvenivano le sue esecuzioni, quando diceva che ‘la prova giudiziaria è un dettaglio borghese arcaico. Noi giustiziamo per via rivoluzionaria’”.

Poi ho spiegato al mio amico di Santa Monica che Humberto Fontova è un esule cubano-statunitense, che ha lasciato l’isola con i suoi genitori quando aveva sette anni. Gli ho anche raccontato di una conversazione che ho avuto con un autista cubano, al quale ho detto che Michael Moore sostiene che Cuba abbia un sistema sanitario meraviglioso. L’autista si è talmente arrabbiato che ha accostato la macchina, e si è messo a piangere, raccontandomi del vero sistema sanitario di Cuba. Cioè che quando ci torna, di tanto in tanto, deve portarsi dietro alcol, cotone, aspirina, e ne prende il doppio di quanto serva alla sua famiglia, perché sa che glielo rubano all’aeroporto di Havana. Ha accostato l’auto, ed è letteralmente scoppiato a piangere!

 

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