Pechino costruisce una centrale di spionaggio nel Mar Cinese meridionale

Secondo il Centro di studi strategici e internazionali (Csis), gruppo di esperti di geopolitica statunitense, il regime cinese ha ultimato la costruzione di un centro informazioni e comunicazioni nel conteso arcipelago di Spratley, nel Mar della Cina meridionale.

Il 16 febbraio, il Centro ha diffuso un rapporto che analizza le foto aeree pubblicate da Philippine Daily Inquirer e le immagini satellitari del Csis. Dall’analisi è emerso che sulla barriera corallina di Fiery Cross, è stata completata l’installazione di un’immensa rete di comunicazioni e rilevatori, di dimensioni maggiori rispetto a tutte le altre basi costruite dalla Cina nella regione. L’intero sistema «potrebbe servire da centro di spionaggio e comunicazioni per le forze cinesi nella regione».

Negli ultimi anni, la Cina ha costruito numerose isole artificiali e ha avviato imponenti lavori sulle barriere coralline dell’arcipelago, noto come Isole Spratley, a dispetto di altri Paesi circostanti, come Vietnam, Filippine, Taiwan e Malesia. Fiery Cross è la minore delle tre isole principali di cui si è impadronito il regime cinese.

La relazione del Csis conferma che le isole artificiali e le scogliere così trasformate, serviranno da basi aeree e navali cinesi. Fieri Cross ha una pista di 3.000 metri, un hangar che può contenere 20 aerei da combattimento, un campo di tralicci – che servirebbe, secondo Csis, da rete radar ad alta frequenza – e fortificazioni munite di artiglieria pesante.

Le scogliere di Subi – che secondo il rapporto rappresentano la preoccupazione maggiore per le Filippine, poiché sono prossime all’isola di Thitu, amministrata da queste ultime – sono state fortificate allo stesso modo. Sono attrezzate infatti di gru da carico, tunnel per lo stoccaggio sotterraneo «probabilmente per munizioni e altri materiali», e strutture coi tetti a scomparsa, che il Csis ritiene siano depositi per missili trasportabili.

Le isole Spratley, finora disabitate, hanno suscitato l’interesse del regime comunista cinese per la loro posizione strategica lungo le rotte marittime importanti, e per la vicinanza potenziale alle risorse naturali sottomarine.

 

Articolo in inglese: China Has Built Intelligence Hub in Disputed Area of South China Sea, According to Think Tank

Traduzione di Francesca Saba

 
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