Pechino, le autorità occultano la gravità della seconda ondata

Di Nicole Hao

Alcuni documenti trapelati dall’unico ospedale di Pechino designato per il trattamento dei pazienti Covid-19 dimostrano che le autorità cittadine hanno segnalato un numero di nuovi casi confermati notevolmente inferiore a quello reale.

Le autorità della capitale sostengono che la seconda ondata di epidemia sia sotto controllo e che una sola struttura sia sufficiente per gestire i malati. Tuttavia, Epoch Times ha ottenuto dei documenti del governo della città, secondo cui le autorità sanitarie hanno richiesto agli ospedali di aggiungere dei letti in previsione di una nuova ondata di pazienti affetti da Covid-19.
Inoltre, un documento del governo di una contea della vicina provincia dell’Hebei, dove l’epidemia si è ormai diffusa, ha richiesto che le informazioni sull’epidemia locale venissero mantenute riservate.
I documenti in questione provengono da una fonte affidabile con accesso ai database del governo.

Ufficialmente i funzionari dell’Hebei non hanno confermato alcuna nuova infezione, ma hanno imposto misure di quarantena a circa mezzo milione di residenti. Contemporaneamente, i funzionari hanno annunciato un numero maggiore di pazienti affetti da virus del Pcc a Pechino, e il governo della città ha imposto una serie di regole severe.

In un documento interno del 24 giugno, la commissione sanitaria municipale di Pechino ha dichiarato: «Tutte le stanze dei pazienti [negli ospedali, ndr] devono essere chiuse a chiave 24 ore al giorno […] Con l’eccezione di quanto necessario per le diagnosi o le cure necessarie, ai malati non è permesso lasciare l’area riservata ai pazienti». La commissione ha aggiunto che al momento le visite non sono consentite.

Il Centro medico d’emergenza di Pechino, in un documento interno datato 22 giugno, ha dichiarato che il personale medico che si è recato nell’Hubei per aiutare a combattere l’epidemia per il momento non è autorizzato a tornare a Pechino.

Inoltre, una regola stabilisce che ogni mattina, a mezzogiorno e nel pomeriggio, bisogna controllare la temperatura corporea agli studenti delle scuole.

I nuovi casi sono stati occultati

In una conferenza stampa del 30 giugno, il portavoce del governo della città di Pechino, Xu Hejian, ha affermato che il numero totale di infezioni in questa seconda ondata di epidemia ha raggiunto i 325 pazienti positivi e 27 portatori asintomatici. Secondo le autorità, questa ripresa del virus sarebbe iniziata a metà giugno.

In un’intervista rilasciata il 30 giugno al giornale statale Health News, Ma Yanfang, direttore dell’ufficio medico dell’ospedale Ditan di Pechino (l’unico designato per il Covid) ha ammesso che i 300 posti letto per i pazienti affetti da virus non erano sufficienti e che ne erano stati aggiunti altri 180.

L’ospedale Ditan ha trasferito tutti i suoi pazienti non Covid in altri ospedali tra il 18 e il 19 giugno, e da allora si occupa solo dei pazienti Covid.

Epoch Times ha ottenuto documenti interni dall’ospedale Ditan che mostravano il resoconto giornaliero dei risultati dei test dell’acido nucleico effettuati in diverse date nel mese di giugno. Per esempio, il 19 giugno l’ospedale ha testato 773 persone e 246 sono risultate positive. E il documento specificava che tutti i 246 erano in cura presso l’ospedale.

Tuttavia, la commissione sanitaria di Pechino ha annunciato solo 22 nuovi pazienti positivi, il 19 giugno, per un totale di 205 nuove infezioni tra l’11 e il 19 giugno.

Il 14 giugno Pechino ha annunciato che 79 centri sanitari della città avrebbero effettuato i test per il Covid-19. Dato che l’Ospedale Ditan da solo ha più casi positivi di quanto ufficialmente riportato dalle autorità dell’intera città, la reale portata dell’epidemia a Pechino è verosimilmente molto maggiore di quanto dichiarato, data anche la forte probabilità ce ci siano casi positivi nei vari siti di test sparsi in tutta la metropoli.

Secondo un altro documento interno, il 17 giugno l’ospedale Ditan ha registrato che il suo ambulatorio ha testato 288 persone, 26 delle quali sono risultate positive al Covid-19, mentre altre tre persone sono state designate come portatori asintomatici, che le autorità cinesi segnano in un conteggio separato.

Sempre il 17 giugno, nel suo reparto di degenza, l’ospedale ha registrato 83 pazienti positivi, il che indica che quel giorno nell’ospedale sono stati trovati 109 casi positivi. Tuttavia, nello stesso giorno le autorità cittadine hanno annunciato solo 21 nuovi casi.

Altri documenti ottenuti da Epoch Times mostrano i dati del reparto di ricovero, con 15 pazienti positivi il 13 giugno; 27, il 14 giugno; 27, il 15 giugno; e otto, il 18 giugno.

I funzionari invece hanno annunciato un totale di 36 casi confermati il 13 giugno; 36, il 14 giugno; 27, il 15 giugno e 25, il 18 giugno. In realtà, sembra che i casi confermati dal solo ambulatorio dell’ospedale Ditan fossero di più, quindi è verosimile affermare che le autorità hanno occultato il numero dei nuovi casi anche in queste date.

Test su larga scala

La città ha iniziato a richiedere di effettuare test dell’acido nucleico ad alcune categorie di residenti, e a quelli che recentemente si sono recati o vivono vicino al mercato alimentare di Xinfadi, considerato dalle autorità il primo focolaio di quest’ultima epidemia.

Ma i residenti si sono lamentati dei test; un lavoratore migrante che aveva in programma di tornare nella sua città natale, ha eseguito un test il 24 giugno, poiché le autorità ora impediscono alle persone di lasciare Pechino se non sono in possesso di un risultato negativo del test dell’acido nucleico eseguito negli ultimi sette giorni.

Un operatore sanitario preleva un tampone da un residente, Pechino, 30 giugno 2020. (Lintao ZhangGetty Images)

Al telefono con Epoch Times, l’operaio ha spiegato che il 27 giugno non gli era ancora pervenuto il risultato del test, e che nell’attesa stava dormendo in stazione. Inoltre, l’uomo è preoccupato perché se l’ospedale non gli inviasse il risultato entro sette giorni, il test non sarebbe più valido.

Anche Wang Tianhe, residente a Pechino, ha riferito di aver fatto il test il 22 giugno, e che al 27 giugno non aveva ancora ricevuto il risultato, di cui ha bisogno per continuare a lavorare.

Le autorità hanno richiesto agli operatori di determinati settori, come ristoranti e servizi di consegne, di mostrare un risultato negativo del test dell’acido nucleico prima di andare al lavoro.

Lockdown

L’Hebei è la provincia che circonda Pechino. Dopo la ricomparsa del virus a giugno, l’Hebei ha annunciato solo 12 pazienti infetti in tutta la provincia. Al 27 giugno, il governo provinciale non ha segnalato nuove infezioni, ma ha bloccato la contea di Anxin per impedire la diffusione del virus.

Il media statale Xinhua ha riferito che tutti i residenti di Anxin, ad eccezione delle persone molto malate che hanno bisogno di essere curate negli ospedali o del personale incaricato di far rispettare le regole d’isolamento, devono rimanere a casa. Solo una persona per ogni famiglia può andare a fare la spesa di beni essenziali, una volta al giorno.

Secondo le statistiche ufficiali dell’Hebei, nel 2018 la contea di Anxin contava circa 458 mila residenti.

In effetti, le autorità locali continuano a mantenere il silenzio sull’epidemia, nonostante le severe misure adottate.

Epoch Times ha ottenuto un documento interno rilasciato dal governo della contea di Anxin datato 13 giugno, dove si ordina a tutti i funzionari di controllare rigorosamente l’opinione pubblica e di non diffondere informazioni riguardanti l’epidemia: «Tutte le informazioni riguardanti l’epidemia possono essere pubblicate solo dal governo provinciale».

Un documento interno che ordina l’esecuzione di test obbligatori sui «gruppi chiave» nella provincia dell’Hebei. (Fornito a The Epoch Times)

Un’altra serie di documenti interni ottenuti da Epoch Times dimostra che la provincia dell’Hebei ha ordinato anche test sui residenti su larga scala.

Con un avviso del 24 giugno, il governo provinciale ha chiesto che i «gruppi chiave» fossero testati due volte entro tre giorni. Questi gruppi includono insegnanti scolastici, studenti, i nuovi pazienti di ogni ospedale locale, persone arrivate nell’Hebei di recente, chi lavora in ambienti dove si è costretti al contatto fisico, e così via.

 

Articolo in inglese: Authorities Covered Up Severity of Virus Resurgence in Beijing, Nearby Province: Leaked Documents

 
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