Pcc: niente censura per gli stranieri, gli utenti cinesi si infuriano

Dei permessi speciali agli stranieri, per connettersi ai siti bloccati in Cina. La provincia di Hainan aveva annunciato la novità allo scopo di promuovere ulteriormente la località balneare, ma l’idea è stata alla fine abbandonata a causa della furiosa reazione degli utenti internet in Cina.

L’isola di Hainan, nel sud del Paese, ha clima soleggiato e spiagge tropicali simili alle Hawaii. Ed è da tempo una città su cui il regime punta per attrarre investimenti esteri. Ad aprile, il leader Xi Jinping ha infatti visitato l’isola e annunciato «un’area di libero scambio» entro il 2020 e un «porto per il libero scambio» entro il 2035.
La provincia mira anche ad aumentare il numero dei turisti del 25 per cento all’anno, per raggiungere i 2 milioni all’anno entro il 2020.

In questo contesto, il 21 giugno le autorità locali avevano annunciato la creazione di una ‘zona di raccolta’ per i turisti stranieri, in cui sarebbe stato possibile accedere a social media come Facebook, Twitter e Youtube.

L’annuncio aveva attirato l’attenzione, dato che raramente la stretta censura cinese allenta la presa. Sia Youtube che Facebook e Twitter in Cina sono bloccati da tempo, e l’unico modo per aggirare il divieto era utilizzare dei Vpn (virtual private network), che permettono di aggirare il Grande Firewall della censura di regime. A marzo, tra l’altro, è entrata in vigore una legge per cui tutti i Vpn venduti nel Paese devono essere approvati dal governo.

Con la censura che non accenna ad allentarsi, il permesso ai turisti di accedere ai siti proibiti ha ovviamente provocato l’ira degli utenti cinesi: «È un comportamento basso, che mostra uno sfacciato, deplorevole e insolente ‘razzismo al contrario’. È uno schifo!», ha commentato un utente di un social network cinese simile a Twitter, chiamato Weibo.
Alcuni hanno anche paragonato questi privilegi alle ‘concessioni’ che le potenze occidentali e il Giappone avevano imposto con la forza alla Cina della Dinastia Qing, grazie alle quali gli stranieri godevano di diritti particolari rispetto ai cittadini cinesi, quasi a porli al di sopra della legge.

Dopo la ribellione del popolo internet cinese, l’annuncio originale è stato cancellato del sito ufficiale della provincia. Poi, come da prassi, i censori di internet hanno anche bloccato dai motori di ricerca alcune parole chiave connesse all’evento.

Il regime cinese ha avuto un notevole successo nel creare l’illusione, nei propri cittadini, di essere liberi di usare i social media (cinesi ovviamente), mentre al contempo veniva creato un sistema di censura che assicurasse il pieno controllo da parte del regime comunista (la cui censura impiega decine di migliaia di ‘spie’).

 

Articolo in inglese: China’s Hainan Quickly Backtracks on Plan to Offer Censorship-Free Internet for Foreign Tourists

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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