Il Parlamento texano denuncia il prelievo forzato di organi in Cina

Di Eva Fu

Il Texas ha adottato ufficialmente una risoluzione che condanna l’uccisione sistematica dei prigionieri di coscienza per i loro organi da parte del regime comunista cinese.

Ogni anno, migliaia di individui disperatamente malati volano in Cina, dove possono ottenere un’operazione di trapianto di organi in appena due settimane.

Facendo questo, possono essere «involontariamente coinvolti in un omicidio nella forma del prelievo forzato di organi», si legge nella risoluzione, che mira a mettere in guardia i texani dal prendere parte al turismo dei trapianti.

Conosciuta come TX SCR3, la risoluzione sollecita anche il Congresso e il presidente degli Stati Uniti ad adottare misure che perseguano i responsabili degli abusi, vietando loro di entrare in America, e impedendo alle aziende mediche e farmaceutiche statunitensi di collaborare con qualsiasi controparte cinese coinvolta.

La risoluzione è stata approvata all’unanimità da entrambe le Camere del Parlamento texano. E il governatore Greg Abbott l’ha firmata il 7 giugno.

«È un messaggio significativo a nome di 29 milioni di texani: condanniamo nei termini più assoluti la condotta del governo cinese e il loro traffico di esseri umani», ha dichiarato il deputato statale del Texas Matt Shaheen, tra i principali promotori della risoluzione, durante una recente intervista con Ntd Television, un media consociato a Epoch Times. «In nessun modo i dollari delle tasse di 29 milioni di texani andranno a sostenere un comportamento così atroce e simili terribili violazioni dei diritti umani».

Shaheen ha anche dichiarato di essere venuto a conoscenza della questione circa tre anni fa, quando i praticanti del Falun Gong – vittime principali del prelievo forzato di organi – si sono rivolti a lui per chiedere aiuto. Alcuni di loro non avevano notizie dei loro familiari detenuti da anni, ha ricordato il parlamentare.

«[Quelli sono stati, ndr] alcuni incontri che non dimenticherò mai», ha riferito Shaheen, aggiungendo che è rimasto «semplicemente inorridito» nell’apprendere «ciò che il governo cinese stava facendo».

La disciplina di meditazione del Falun Gong era molto popolare in Cina durante gli anni ’90. Secondo le stime statali, nel 1999 era praticata da oltre 70 milioni di cittadini cinesi. Nel luglio di quell’anno, il regime cinese, temendo che il suo potere potesse essere minacciato da questa popolarità, ha lanciato una campagna di persecuzione a livello nazionale per sradicare questa fede. I praticanti del Falun Gong da allora hanno affrontato incessanti molestie della polizia, detenzioni, torture fisiche e persino il prelievo forzato di organi.

Shaheen ha raccontato di aver scritto all’ambasciata cinese di Washington chiedendo di sapere dove si trovassero le famiglie dei praticanti del Falun Gong residenti in Texas, senza però mai ricevere una risposta.

Il dottor Howard Monsour, un gastroenterologo di Granbury che ha testimoniato in Senato durante la discussione della risoluzione, ha dichiarato che è «un inizio molto importante» nel processo di far luce sulla questione del prelievo di organi e «molti altri abusi».

Praticanti del Falun Gong partecipano a una parata nel quartiere di Flushing, a New York, il 18 aprile 2021, per commemorare il 22° anniversario del pacifico appello di 10 mila praticanti del Falun Gong a Pechino. (Larry Dye/The Epoch Times)

A fine aprile Monsour aveva dichiarato a Ntd: «Non penso si possa incontrare una persona che è stata torturata, imprigionata in Cina, e non iniziare a comprendere le violazioni dei diritti umani accadute, e la necessita di parlarne pubblicamente».

Monsour, che ha decenni di esperienza nei trapianti di fegato, ha dichiarato che la pratica del prelievo di organi da parte del regime è «inaudita»: «Questo è qualcosa che ricorda la Germania nazista e quello che hanno fatto con gli ebrei, e la storia deve essere raccontata. Dobbiamo farlo sapere, e dobbiamo fermare questa pratica».

Circa dieci anni fa, Monsour era il direttore di un programma per la cura del cancro al fegato, durante il quale ha incontrato un paziente, un residente del Texas, la cui condizione era diventata troppo grave per essere trattata con un trapianto di fegato.

Dopo aver ottenuto la stessa risposta da un certo numero di ospedali, l’uomo volò in Cina per ricevere un trapianto di fegato, acquistato al prezzo di 88 mila dollari. Alla fine, l’uomo è morto otto mesi dopo, quando il suo cancro si è metastatizzato.

«Sì, a tutti noi piace pensare di essere individui morali. Ma quando siamo di fronte alla morte, sai, proveremo qualsiasi cosa – ha dichiarato Monsour – Dobbiamo realmente impedire alla nostra gente di spingersi fino a farlo».

Monsour nell’ultimo anno ha parlato della questione con molti professionisti del settore medico. E ha ricordato durante l’intervista che molti non potevano crederci perché «sembra un film dell’orrore»: «Lo sguardo negli occhi della gente, la gente non può crederci. La difficoltà è proprio far si che la gente ci creda, perché sembra così spaventoso».

Durante l’audizione nel Senato del Texas, un testimone sopravvissuto alla persecuzione ha dichiarato che una notte ha visto arrivare un’ambulanza nella prigione dove era detenuto. I detenuti giacevano sui loro letti rivolti verso il muro, aspettando che i loro nomi venissero chiamati. Tre persone sono state prese dalla sua cella quella notte e non sono mai più tornate.

Monsour spera che la risoluzione aiuti a diffondere la consapevolezza di questa atrocità: «Non credo che vedrete nessun americano che, poiché noi crediamo nella libertà, non sia d’accordo con il fermare ciò che sta accadendo in Cina in questo momento».

 

Articolo in inglese: Texas Adopts Resolution Combating Communist China’s ‘Murder in the Form of Forced Organ Harvesting’



 
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