Parlamentari Usa condannano l’occultamento dell’epidemia del Pcc

Di Eva Fu

Il senatore americano Josh Hawley e il membro della Camera dei Rappresentanti Elise Stefanik, chiedono un’indagine internazionale su come la gestione iniziale della pandemia da parte del Partito Comunista Cinese (Pcc) possa aver messo in pericolo gli Stati Uniti e il resto del mondo.

In una risoluzione presentata in entrambe le Camere il 24 marzo, i parlamentari hanno chiesto al Congresso di condannare il regime cinese per l’insabbiamento dell’epidemia, che «quasi certamente» ha favorito la rapida diffusione globale del virus del Pcc. Nel documento si afferma che il Congresso dovrebbe anche quantificare i danni di tali atti sulla salute e sull’economia delle nazioni afflitte.

La risoluzione, che è una delle tre proposte legislative del 24 marzo focalizzate sul regime di Pechino, invita la comunità internazionale a predisporre una procedura affinché il Pcc eroghi un indennizzo per i danni causati. In un comunicato stampa congiunto con la Stefanik, Hawley ha affermato: «È tempo di aprire un’indagine internazionale sul ruolo che la loro copertura ha avuto nella diffusione di questa devastante pandemia. Il Pcc deve essere chiamato a rispondere per quello che il mondo sta soffrendo».

Quando il virus è emerso per la prima volta nella città di Wuhan, la stampa ha descritto dettagliatamente come le autorità cinesi abbiano censurato le informazioni fondamentali, utili per limitarne la diffusione. Infatti, secondo quanto riferito dal media cinese Caixin, il primo gennaio i funzionari sanitari dell’Hubei, hanno ordinato a una società di ricerca sui genomi di sospendere i test sul virus, distruggere tutti i campioni e mantenere il segreto sulle loro scoperte.

Inoltre, la polizia ha rintracciato diversi medici che sui social avevano espresso preoccupazioni sul virus, e li ha accusati di diffondere voci infondate e di provocare timori nell’opinione pubblica. Tutte le persone che hanno criticato la reazione delle autorità cinesi all’epidemia, sono state convocate e punite: diversi blogger sono scomparsi dopo aver cercato di condividere i video di Wuhan in prima persona.

Il 13 gennaio, e cioè un giorno prima che l’Organizzazione mondiale della sanità, citando le indagini cinesi, annunciasse che non c’erano «prove evidenti di trasmissione da uomo a uomo», la Thailandia ha confermato la prima infezione al di fuori della Cina.

Uno studio dell’Università di Southampton, attualmente in fase di definizione e non ancora sottoposto alla valutazione di altri specialisti, ha rilevato che la Cina avrebbe potuto fermare fino al 95 percento della diffusione geografica del virus, se avesse adottato tempestivamente misure di contenimento.

La Stefanik ha affermato: «Non c’è dubbio che l’incosciente decisione della Cina di orchestrare un elaborato occultamento delle vaste e mortali implicazioni del coronavirus ha portato alla morte di migliaia di persone, tra cui centinaia di americani, e il cui numero sta aumentando»

La risoluzione ha anche preso atto di come alti funzionari cinesi abbiano cercato di avvalorare la teoria della cospirazione, secondo cui il virus ha avuto origine negli Stati Uniti. E Hawley ha  aggiunto: «Fin dal primo giorno, il Partito comunista cinese ha mentito intenzionalmente al mondo sull’origine di questa pandemia».

Sempre il 24 marzo, i membri delle Camera dei Rappresentanti Jim Banks e Seth Moulton  hanno proposto una risoluzione bipartisan per condannare il Pcc per l’insabbiamento dell’epidemia e la disinformazione.
Inoltre, il rappresentante Matt Gaetz ha presentato una proposta di legge intitolata No Chinese Handouts in National Assistance Act, per evitare che i fondi di soccorso legati al virus arrivino in Cina. In un comunicato ha affermato: «Permettere che il denaro dei contribuenti americani vada alle aziende di proprietà del governo comunista cinese è antitetico al nostro programma ‘America First’».

Nello stesso giorno, il rappresentante Michael McCaul ha definito la gestione dell’epidemia da parte del Pcc «uno dei peggiori insabbiamenti della storia dell’umanità». Ha dichiarato a Fox News: «Questo è un sistematico mascheramento di ciò che il Partito comunista ha fatto in Cina». Ha aggiunto che il virus «sta seminando il caos in tutto il mondo, costando non solo la vita delle persone ma anche il caos economico».

Stefanik ha aggiunto che per «il danno, la perdita e la distruzione che la sua arroganza ha portato al resto del mondo», la Cina dovrà pagare.

«In parole povere, la Cina deve e dovrà rispondere delle proprie azioni».

 

Articolo in inglese.   US Lawmakers Demand Probe Into Beijing’s Outbreak Coverup

 
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