Ondata di suicidi tra i funzionari del Pcc

Dopo il 19esimo Congresso nazionale del Pcc, il numero dei suicidi tra i funzionari del Partito è andato crescendo, fino ad arrivare a 4 suicidi in 6 giorni. Dato preoccupante anche per il regime del Partito Comunista Cinese, nonostante la morte innaturale dei funzionari sia stata sempre considerata ‘normale’.

In occasione dell’ultimo Congresso del Pcc, tenutosi a novembre del 2012, Xi Jinping aveva enfatizzato la campagna anticorruzione (una vera e propria operazione Mani Pulite in versione cinese) e, da quel momento, i suicidi tra gli alti funzionari sono aumentati. Ma «ora c’è qualcosa di diverso», fanno notare gli esperti.

SUICIDI A CATENA FRA I DIRIGENTI DEL PCC

Il 21 maggio 2018, Wang Xiaoming, vice segretario del governo di Pechino, si è suicidato buttandosi da un edificio, si sospetta avesse una forte depressione. Il 23 maggio, Cheng Wandong, vice ministro del dipartimento dell’organizzazione della contea di Jianhu, si è tolto la vita, il motivo non è chiaro. Il giorno successivo, Zheng Jinche, capo della polizia di Shangrao, si è buttato da un edificio, anche in questo caso il motivo non è chiaro. Il 26 maggio, Yin Jinbao, presidente della Tianjin Rural Commercial Bank, si è suicidato tagliandosi le vene (è stata esclusa l’ipotesi di omicidio).

Il commentatore Tang Jingyuan ha fatto notare che, in quest’ultima ondata, si sono suicidati funzionari di medio-basso livello, non più di alto livello come succedeva fino a poco tempo fa. E se si osservano gli elementi che dopo l’ultimo Congresso del Pcc sono finiti nel mirino dell’anticorruzione, si nota come appartengano tutti al medio-basso livello del regime cinese. Insomma, i boiardi del regime cinese preferiscono il suicidio al tribunale.

Non è un segreto che subito dopo l’ultimo Congresso sia partita una certa «operazione speciale», denominata «pulizia dai criminali ed eliminazione del male», che ha rappresentato un cambio di marcia: il governo cinese ha dichiarato di voler «unire tutto il popolo nelle indagini anticorruzione per ripulire» il Paese dai ladri, colpendo anche i livelli ‘bassi’ del Partito.
Secondo Tang Jingyuan, Xi Jinping adesso avrebbe più che mai bisogno di eliminare gli ultimi fedelissimi dell’ex leader del Pcc Jiang Zemin, che in gran parte ricoprono incarichi operativi in ambito politico e giuridico. Un segmento del potere di Jiang che – spiega Tang – finora non era stato possibile colpire, poiché l’operazione mani pulite di Xi era concentrata sulle grandi ‘Tigri’ dell’esercito: «Le mosche e le tigri piccole, cioè i funzionari di medio e basso livello, hanno più rapporti con i cittadini e finora non erano stati toccati dall’anticorruzione. Ma sono proprio questi quadri operativi quelli che fanno il lavoro sporco. Quindi il supporto e l’entusiasmo da parte dei cittadini per la campagna anticorruzione di Xi si era raffreddato. Ma il governo, oltre ad avere la necessità politica di eliminare questi elementi ancora legati alla vecchia guardia, ha anche bisogno del sostegno dell’opinione pubblica. Per questo, il mirino ora è puntato sui funzionari di medio e basso livello».

Per i casi di suicidio tra i funzionari del Pcc, la motivazione ufficiale del governo di solito è «depressione». Secondo Tang, i motivi sono diversi, anche se hanno tutti un filo conduttore: evitare le indagini.
In Cina, i funzionari di livello medio-basso accusati di corruzione, di solito non hanno ‘solo rubato’: la maggior parte sono collusi con potenti uomini d’affari e altri funzionari, oltre che con la malavita.
I capi di imputazione spaziano insomma in tutto il codice penale,  come spiega Tang Jingyuan: «Violano le leggi approfittando dei loro privilegi e dei rapporti con altri potenti, senza esitazioni. Ma, una volta finiti nel mirino degli investigatori, sanno di non avere assolutamente scampo. Quindi, per mettere al sicuro le persone care, suicidarsi è spesso l’unica scelta, perché le grandi Tigri che li manovrano spesso li ricattano minacciandone le famiglie. Quindi sacrificare sé stessi (addossandosi tutte le colpe o portando con sé tutti i segreti) può salvare mogli e figli. Nel sistema del Pcc questa [del suicidio, ndr] è diventata una prassi usuale, tanto che nelle prigioni cinesi spesso gira la frase “morto lui, tutta la famiglia è salva”».

SUICIDI, MINACCE E MALAVITA

In passato, su internet era stato diffuso un documento interno della Commissione centrale per l’Ispezione disciplinare del Pcc, in cui erano pubblicate le statistiche delle morti. I dati rivelavano che, dall’agosto 2003 all’aprile 2014, sono stati 16 mila i funzionari del Pcc scomparsi, fuggiti o che hanno tentato il suicidio (di cui mille e 200 sono suicidi accertati).

A febbraio 2018, un funzionario della Commissione Politico-Consultiva del popolo della provincia di Hunan, è stato trovato morto su una strada di montagna. Secondo alcune voci, al funzionario erano stati tagliati i tendini dei piedi, ma secondo la versione ufficiale l’uomo sarebbe «caduto da solo dall’alto», escludendo la possibilità di omicidio.

Hua Po, osservatore di politica cinese, ha commentato che si verificavano casi simili anche all’epoca del famigerato Capo della sicurezza Zhou Yongkang (condannato all’ergastolo per corruzione a giugno del 2015). Nel caso emblematico di un funzionario accoltellato più volte, la spiegazione ufficiale aveva rasentato il ridicolo: «suicido sperimentale».
Hua Po sostiene che, ai tempi di Zhou, diversi funzionari suicidi siano stati ‘spinti da altri’, che li volevano morti, e che, di solito, dietro quei casi ci fosse una storia complicata: «di norma in questi casi, la polizia locale raccoglie le prove, fa qualche verifica approssimativa, ed esclude immediatamente l’omicidio. Perché tutti questi funzionari sono profondamente collusi con altri funzionari locali: mantenendo le indagini a livello locale la verità non viene mai galla».

Secondo il commentatore, in Cina è un fenomeno comune. Ed è frequente che insieme a funzionari di diversi livelli figurino anche i potenti mammasantissima locali, a volte legati a doppio filo agli ambienti di potere del Pcc. Come sempre, tutto è molto complesso, quando si analizzano le dinamiche interne cinesi: «alcuni sembrano solo piccoli funzionari. Ma dietro potrebbero esserci persone ‘molto importanti’».

 
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