O’Brien: gli Usa non si faranno intimidire dal bullismo del Pcc

Gli Stati Uniti non cederanno ai tentativi di «bullismo» del regime cinese. Il 15 maggio, dopo la minaccia di sanzioni contro i parlamentari americani che hanno criticato Pechino per la pandemia, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Robert O’Brien, ha risposto per le rime: «Gli Stati Uniti non prendono bene questo tipo di diplomazia. Non finirà bene per i cinesi», ha detto al programma radiofonico The Hugh Hewitt Show.

Il 14 maggio il giornale statale cinese Global Times ha pubblicato un articolo, secondo cui la Cina avrebbe inserito tra la lista delle sue denunce, «almeno quattro membri del Congresso degli Stati Uniti, tra cui Josh Hawley e Tom Cotton, e in più due enti». L’articolo cita poi diverse proposte di legge introdotte dai legislatori repubblicani, come quelle di Dan Crenshaw (Texas) e di Chris Smith (N.J.), che consentirebbero agli americani di citare in giudizio la Cina, per il ruolo che essa ha avuto nell’originare la pandemia. Inoltre, l’articolo ha criticato anche gli avvocati federali del Missouri e del Mississippi che hanno fatto causa al Partito Comunista Cinese.

O’Brien è convinto che l’impatto di qualsiasi potenziale sanzione su quei legislatori sia nullo: «Non credo che abbiano intenzione di andare in vacanza a Wuhan a breve. Avranno inoltre il sostegno, l’ammirazione e l’amore dei loro concittadini. Non c’è dubbio».

I legislatori stessi si sono limitati a una scrollata di spalle o hanno risposto umoristicamente con dei tweet. Hawley, per esempio ha scritto: «Significa che la mia visita al laboratorio di Wuhan è finita?». Più classico Crenshaw: «Non siamo intimiditi. Non ci tiriamo indietro».

Imperturbabilmente ironico Cotton: «Si cerca un nuovo Paese comunista con gravi violazioni dei diritti umani, con cui fare affari. Punti bonus se scatenano una pandemia globale sul mondo».

 

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Articolo in inglese: US Will Not Be Intimidated by Chinese Regime’s Bullying: National Security Adviser

 
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