Obama fece spiare Trump? Il miliardario: «Declassificherò tutti i documenti»

Il presidente Donald Trump intende declassificare tutti i documenti relativi allo spionaggio ordinato da Obama nei confronti dello staff della sua campagna elettorale.

Trump ha rivelato le sue intenzioni il 27 marzo, durante un’intervista esclusiva con Fox News. Il miliardario, che da poco ha incassato un’enorme vittoria politica dopo che le accuse di collusione con la Russia si sono rivelate infondate, ha spiegato di aver evitato finora di pubblicare i documenti relativi allo spionaggio da parte di Obama, per non dare l’impressione di voler ostacolare le indagini relative alla collusione con la Russia.

È ormai certo che l’Fbi aveva ottenuto i mandati di sorveglianza per spiare almeno uno dei volontari della campagna elettorale di Trump, Carter Page, a partire da ottobre 2016.

«Lo farò, ho intenzione di declassificarli e pubblicarli. Ho intenzione di pubblicarli integralmente», ha dichiarato Trump, che ha poi precisato: «Ho diverse persone di talento al mio servizio, legali, che non volevano lo facessi prima».

«Tante persone volevano che lo facessi molto tempo fa. Sono contento di non averlo fatto. Abbiamo ottenuto un ottimo risultato senza averlo fatto, ma lo faremo. Una delle ragioni per cui i miei legali non volevano che lo facessi è che, secondo loro, se l’avessi fatto, l’avrebbero definita una forma di interferenza».

Nel frattempo la richiesta di mandato di sorveglianza per Carter Page è stata parzialmente declassificata. I documenti mostrano come l’Fbi abbia usato lo screditato ‘dossier Steele’ per motivare la sorveglianza nei confronti di Page, omettendo però che il ‘dossier Steele’ era stato finanziato dalla campagna elettorale della Clinton e dal Comitato Nazionale Democratico.

L’ex spia britannica Christopher Steele ha redatto il dossier servendosi di fonti secondarie e terziarie legate al Cremlino. Un altro fatto che l’Fbi ha omesso dalla richiesta di sorveglianza, sebbene ne fosse consapevole, è che Steele era prevenuto nei confronti di Trump e non voleva che fosse eletto.

Fusion Gps, l’azienda che ha ingaggiato Steele per partecipare al progetto finanziato dalla Clinton, ha fatto circolare il dossier tra i media, mentre Steele lo ha introdotto all’Fbi. Tuttavia, la polizia federale alla fine ha dovuto impedire a Steele di parlare con la stampa, in quanto stava violando la politica relativa alle fonti confidenziali.

«Quando ho affermato che probabilmente qualcuno stava spiando la mia campagna elettorale, è scoppiata una bufera – ha affermato Trump – Non potevano credere che avessi detto una cosa simile. Ma alla fine è emerso che era una bazzecola rispetto a quello che stava accadendo realmente».
«Milioni e milioni per il finto dossier, che hanno poi usato per avviare le cose. È stata una frode, pagata da Hilary Clinton e dai democratici».

Il presidente ha anche puntato il dito contro i funzionari coinvolti nelle indagini sulla sua campagna elettorale, che ha accusato di «tradimento». Ha definito l’ex direttore dell’Fbi James Comey una «persona orribile», ha insinuato che l’ex direttore della Cia John Brennan potrebbe essere mentalmente instabile e ha deriso il presidente del Democrat House Intelligence Committee Adam Schiff definendolo un criminale.

«È stato tradimento, è stato veramente tradimento» ha dichiarato Trump in riferimento all’operato dell’ex vice assistente del direttore dell’Fbi Peter Strzok, e all’ex avvocato dell’Fbi Lisa Page. «C’erano poliziotti corrotti, gente cattiva nell’Fbi […] ai massimi livelli, non erano puliti, per usare un eufemismo. Non possiamo assolutamente permettere che questo genere di tradimenti accadano a un altro presidente».

Dai messaggi intercettati è emerso che Strzok e Page avevano espresso l’intenzione, parlando tra di loro, di impedire che Trump venisse eletto, e avevano anche parlato di un piano di riserva nel caso venisse di fatto eletto, che prevedeva di richiedere l’impeachment dopo la sua vittoria. Questi due funzionari hanno svolto un ruolo centrale nell’indagine dell’Fbi denominata ‘Crossfire Hurricane’  riguardante la campagna elettorale di Trump, e in seguito hanno partecipato attivamente all’indagine del procuratore speciale Robert Mueller sulla collusione con la Russia.

Mueller ha completato la sua indagine, durata 22 mesi, la scorsa settimana, e ha concluso che non esiste alcuna prova in merito a una cospirazione tra Trump e la Russia nell’ambito delle elezioni presidenziali americane.

 

Articolo in inglese: Trump Vows to Declassify Documents on Surveillance of His Campaign

 
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