Nuove sanzioni Usa contro la Corea del Nord

Il ministero del Tesoro degli Stati Uniti ha posto in essere nuove sanzioni contro le aziende cinesi e nordcoreane, dopo l’ultima presa di posizione di Trump secondo cui la Corea del Nord è da considerarsi uno «Stato sponsor» del terrorismo.

Il Tesoro americano ha colpito un privato cittadino, tredici persone giuridiche di vario tipo, venti navi, con l’obiettivo di stroncare il potenziale nucleare nordcoreano, incluso il programma di missili balistici.

Il ministro del Tesoro statunitense, Steven Mnuchin, ha rilasciato in merito una dichiarazione netta: «Considerato che la Corea del Nord continua a minacciare la pace e la sicurezza internazionali, manteniamo la nostra determinazione assoluta a portare al massimo possibile la pressione economica, per isolarla e allo stesso tempo smascherare le sue tattiche evasive». Munichin continua spiegando che «i soggetti colpiti includono diverse società in affari con la Corea del Nord per un centinaia di milioni di dollari», e che «a essere sanzionate sono anche le compagnie di navigazione e trasporti, navi incluse, che aiutano la Corea del Nord a commerciare e a porre in essere le sue azioni di depistaggio».

Le sanzioni colpiscono persone fisiche e giuridiche che fanno commercio da e per la Corea del Nord, e che gestiscono il racket lavoratori nordcoreani all’estero che inviano le proprie rimesse alla dittatura di Pyongyang. Le sanzioni proibiscono a società e individui statunitensi di fare affari di ogni genere con la Corea del Nord.

Il governo americano rende noto che «fra le società colpite, diverse sono attività cinesi che operano nella città di confine di Dandong, che fra il gennaio 2013 e l’agosto 2017 hanno esportato verso la Corea del Nord merci per il valore di 650 milioni di dollari, e ne hanno importate altre per il valore di 100 milioni». Si parla di computer, carbone e una varietà di materie prime.

Una di queste società cinesi, la Dandong Dongyuan, avrebbe esportato verso la Corea merci per 28 milioni di dollari (fra cui veicoli a motore, macchinari elettrici, dispositivi radio per la navigazione e altri dispositivi in uso nei reattori nucleari. E non solo, continua il Tesoro Usa: «la Dongyuan è stata anche associata a certe società di facciata che producono armi di distruzione di massa e che si trovano in stretti rapporti con la Corea del Nord».

Ma il fatto che le sanzioni colpiscano diverse aziende cinesi, secondo portavoce del Tesoro Usa, Heather Nauert, non danneggerà la cooperazione con la Cina nell’ambito della crisi nordcoreana: «Il mondo intero ha riconosciuto quanto destabilizzanti siano le attività del regime di Kim Jong Un. Siamo in buoni rapporti con la Cina, e questo non cambierà in conseguenza delle sanzioni». Il portavoce americano ha aggiunto: « Credo che la Corea del Nord sia diventata una spina nel fianco per la Cina, e immagino che i cinesi stessi non avrebbero esitazioni a confermarlo».

A dimostrazione della necessità delle sanzioni, il governo americano ha divulgato diverse fotografie in cui si vede come, per eludere le sanzioni dell’Onu, le navi arrivino a trasbordare (in violazione delle sanzioni stesse) carichi da una all’altra in mare aperto.

Quanto ai lavoratori all’estero, anche la società per la Cooperazione fra Corea del Nord e del Sud è finita nel mirino delle nuove sanzioni del governo americano, con l’accusa di produrre reddito a favore del regime di Pyonyang. Questa società ha esportato lavoratori/schiavi del regime in Cina, Russia, Cambogia e Polonia.

 

Articolo in inglese: New US Sanctions Target Chinese, North Korean Companies

Traduzione di Emiliano Serra

 

 
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