Nuove sanzioni per la Corea del Nord dall’Europa

L’Unione europea imporrà nuove «stringenti» sanzioni sulla Corea del Nord, incrementando in questo modo la pressione sul regime comunista e sulle sue ambizioni nucleari. Secondo il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, in un prossimo incontro dei ministri degli Esteri europei in Lussemburgo si parlerà infatti di tagliare i viveri ai programmi relativi ai missili nucleari di Kim Jong-un. A settembre, i media di regime nordcoreani riportavano che il programma nucleare era quasi pronto.

Le nuove sanzioni europee, che si aggiungeranno alle vecchie, includeranno – secondo la Press Association – un fermo alle esportazioni di petrolio europeo e un’estensione del blocco agli investimenti in Corea del Nord. Inoltre si allungherà la lista di aziende e funzionari nordcoreani a cui sarà vietato di viaggiare in Europa e che subiranno il congelamento delle loro proprietà.

L’azione dell’Ue arriva sulla scia delle sanzioni annunciate dall’Onu lo scorso mese, che rispondevano all’aumento dei test nucleari e missilistici e all’incremento della retorica belligerante da parte del regime nordcoreano.
«Il comportamento della Corea del Nord continua a costituire una minaccia inaccettabile per la comunità internazionale – ha affermato Johnson, secondo la Press Association – ed è per questo che il Regno Unito, lavorando a stretto contatto con gli alleati d’Europa, si è assicurato che verrà approvato un nuovo blocco di stringenti sanzioni sul regime. Come ho detto già in precedenza, il regime nordcoreano deve assumersi la piena responsabilità per le misure che la comunità internazionale sta rivolgendo contro di esso, incluse queste sanzioni».
«Massimizzare la pressione diplomatica ed economica sulla Corea del Nord è il modo più efficace per spingere Pyongyang a fermare le sue azioni illegali e aggressive».

Le sanzioni europee includeranno una revisione della lista dei beni di lusso non consentiti, e la limitazione a 5 mila euro per i pagamenti individuali (il limite attuale è di 15 mila euro). Si prevedono anche restrizioni maggiori sui lavoratori nordcoreani in Europa.

Le sanzioni dell’Onu, invece, sono state approvate l’11 settembre in risposta al sesto test nucleare sotterraneo della Corea del Nord; queste vietano ogni vendita di gas naturale alla dittatura comunista, limitano la quantità di petrolio vendibile e proibiscono le esportazioni di prodotti tessili. E queste sanzioni stanno già mostrando effetti sul Paese, secondo quanto affermano gli stessi media statali nordcoreani: il 29 settembre, infatti, ammettevano che le sanzioni stavano causando «una quantità colossale di danni».

Secondo una relazione del Dipartimento di Stato degli Usa del 2016, nonostante la povertà e la fame del popolo, il regime dedica quasi un quarto del suo prodotto interno lordo al settore militare. Per fare un confronto, in media i Paesi Nato spendono meno del 2 per cento del Pil nella Difesa, e gli Usa il 3,6 per cento.
Uno studio dell’Onu, inoltre, afferma che il 41 per cento delle persone in Corea del Nord sono denutrite e che il 70 per cento dipende dagli aiuti alimentari. Secondo la Commissione Usa per la Libertà Religiosa Internazionale, almeno 1 milione di persone sono morte di fame e malattia in Corea del Nord negli ultimi 10 anni.
Un’ex guardia di un campo di concentramento nordcoreano ha affermato, in una testimonianza al Dipartimento di Stato degli Usa del 25 agosto, che molti prigionieri hanno l’aspetto di «scheletri che camminano», di «nani» e «storpi vestiti di stracci». Mentre, secondo un disertore intervistato dal Mirror, il leader Kim conduce uno stile di vita sfrenato, cena col caviale e vive in location esclusive, con piscine, splendidi giardini e fontane.

Articolo in inglese: EU to Impose ‘Stringent’ Sanctions on North Korea

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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