Netflix e Yahoo querelati per violazione di proprietà intellettuale

Diverse multinazionali del ‘digital’ – tra cui Netflix, Yahoo, Target e Pinterest – sono state citate in giudizio da una società informatica per la presunta violazione di un brevetto legato alle tecnologie di crittografia.

CryptoPeak, che ha una piccola presenza sul web a parte le registrazioni d’archivio delle sue cause legali, sostiene che queste società stiano infrangendo un brevetto di crittografia di sua proprietà. Questa violazione riguarderebbe l’Elliptic Curve Cryptography, una tecnica comunemente utilizzata per proteggere le connessioni HTTPS e permettere degli scambi d’informazione sicuri tra i diversi data center.

«I convenuti hanno violato e continuano a infrangere direttamente uno o più crediti del brevetto 150 […] avendo creato e/o utilizzato uno o più siti web che operano in conformità con gli standard del pacchetto di codici dell’Elliptic Curve Cryptography per il protocollo di TLS (Sicurezza a Livello di Trasporto)», si legge sull’accusa rivolta a Netflix. Un’altra dozzina di cause simili intentate ad altrettante aziende condividono la stessa linea di accusa.

Il brevetto, intitolato «Sistemi di crittografia auto-vincolanti e auto-certificabili», è stato concesso dall’Ufficio brevetti statunitense nel 2001 e poi venduto a CryptoPeak.

Alcune compagnie stanno combattendo le cause intentate, cercando delle agevolazioni finanziarie per la presunta violazione. Altre, come Scottrade, una società di brokeraggio al dettaglio con sede in Missouri, hanno scelto di risolvere la questione per via extragiudiziale.

Le cause sono state ampiamente etichettate come ennesimi casi di ‘troll dei brevetti’ [situazione in cui il detentore del brevetto approfitta della sua posizione tutelata dalla legge, ndt], e alcuni dei convenuti sono fiduciosi di poter vincere la causa, ma le rapide risoluzioni a fronte di cause simili sono piuttosto comuni.

Le cause sono state depositate presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale del Texas, che negli ultimi anni è diventata una calamita di contenziosi sulla violazione di brevetti informatici. In particolare, questo distretto è noto per le sue particolari procedure legali che tendono a favorire i querelanti: durante le procedure infatti, gli imputati devono spendere ingenti somme di denaro per via delle richieste di documentazione, il che incoraggia molti di loro a muoversi verso una rapida risoluzione del caso mediante transazione.

Nella prima metà del 2015, il Distretto Orientale ha richiamato 1.387 casi di brevetto, il 44 per cento di tutte le cause di quel tipo negli Stati Uniti, anche se è soltanto uno degli 89 tribunali distrettuali degli Usa, secondo la Electronic Frontier Foundation.

I danni diretti per la violazione di un brevetto possono essere quantificati in circa 26 miliardi di euro per anno, secondo un’analisi del 2011 del Giornale Legale Cornell. Un resoconto della Sloan School of Business del MIT lo scorso anno ha stimato che i ‘troll dei brevetti’ hanno depresso gli investimenti dei capitali di rischio di circa 20 miliardi di euro all’anno.

La riforma dei brevetti è un tema che ha ricevuto il sostegno bipartisan al Congresso, e all’inizio di quest’anno la Camera ha approvato l’Innovation Act, che ridurrebbe i diritti di proprietà intellettuale esistenti. Tuttavia, il suo compagno di legge al Senato ha incontrato delle difficoltà: i lobbisti delle aziende farmaceutiche e biotecnologiche hanno infatti avvisato che una riforma dei brevetti affrettata potrebbe mettere a repentaglio degli equi interessi commerciali nei rispettivi settori.

 

Immagine di Netflix da Shutterstock.

Articolo in inglese: ‘NetFlix, Yahoo, and Others Hit With HTTPS Patent Lawsuit’

 
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