Ci sono tragedie e ci sono sorrisi. E c’è chi porta il sorriso nelle tragedie, come David Barashi, in arte ‘DuSH’, clown di professione e nell’anima.
Epoch Times lo ha intervistato per e-mail appena di ritorno dal suo viaggio in Nepal.
«Sono un tipo di clown che vede così tanta sofferenza e malattia e lavora con la parte sana delle persone. Con questa parte lavoro, con questa parte creo. Ogni persona che incontro è il mio migliore amico, anche se non conosco il suo nome…», dichiara DuSH che è di nazionalità israeliana.
I DOTTORI SOGNO
In Nepal, DuSH è stato per conto del ‘Dream Doctors Project’, un progetto nato per integrare medici/clown – i Dottori Sogno – nel sistema ospedaliero israeliano, addestrandoli a lavorare come parte delle equipe multidisciplinari nelle varie unità mediche.
Il progetto è nato nel 2002 presso l’ospedale Hadassah dell’Università israeliana di Ein Kerem a Gerusalemme. DuSH è membro del progetto dal 2003 e ed è uno dei clown che ha iniziato a «sviluppare il metodo artistico del progetto».
DuSH ha seguito il gruppo come clown in molte missioni internazionali come ad esempio nel 2004 in Thailandia dopo lo tsunami, nel 2010 ad Haiti dopo il terremoto, in Africa in vari orfanotrofi per pazienti affetti da HIV.
L’INTERVENTO IN NEPAL
«Appena abbiamo avuto notizia del terremoto abbiamo iniziato a lavorare con la direzione del ‘Dream Doctors’ per organizzare una squadra per il Nepal. Io insieme ad Yaron Goshen (Sancho) siamo stati mandati per primi a vedere quali erano le necessità sul campo».
Due giorni dopo sono arrivati altri tre clown: Nimrod Eisenberg (Max), Smadar Harpak (Shemesh) and Rotem Goldenberg (Fruma).
«Come nel precedente terremoto di Haiti siamo arrivati al campo militare delle forze di difesa israeliane e attraverso i medici che lavoravano là e con cui avevamo già rapporti professionali abbiamo potuto capire dove andare a prestare il nostro aiuto».
«La prima impressione è stata che c’era davvero tanto lavoro da fare – racconta – Il numero della popolazione colpita dal terremoto è immenso. Ma anche i medici che lavorano là vivono una situazione delicata; dunque la nostra sensibilità e attenzione si è rivolta sia allo staff medico che ai pazienti. Oltre a essere clown, abbiamo anche due paia di mani che possono lavorare e abbiamo aiutato in tutto quello che potevamo».
Al momento due clown sono ancora in Nepal e continuano a lavorare non solo negli ospedali e campi profughi, ma anche offrendo laboratori di clowneria per altre organizzazioni di aiuto internazionali, in modo che possano assistere la popolazione nepalese traumatizzata dal terremoto.
«Visto che non possiamo rimanere là per sempre, lo scopo finale è anche quello di fornire strumenti ai locali in modo che possano prendersi cura di se stessi».
«Riporto a casa i sorrisi delle persone che ho incontrato, i momenti piacevoli vissuti assieme mentre la terra trema e tutto intorno è sofferenza e disastro», dice.
DIARIO DAL NEPAL
I suoi giorni in Nepal, David Barashi, li ha fissati in diari personali che riportano a vivi colori i dettagli di alcune delle esperienze vissute.
DuSH li ha voluti condividere con Epoch Times.
Segue uno di questi tradotto dall’inglese, l’originale ebraico è in rime.
Campo militare delle forze israeliane – Kathmandu, Nepal, Maggio 2015
..E’ arrivato ieri con suo fratello maggiore.
Con una gamba bendata e un piede amputato.
Giace su una barella come letto improvvisato nella tenda della chirurgia.
Il medico del battaglione ( un uomo con un ENORME cuore, pieno d’amore)
si è rivolto a me: “Avanti Dush! Questo bambino è per te”
“Si, Signore, è un ordine!”
E poi, come ho sempre fatto, negli eventi più importanti della mia vita..
Scelgo di saltare da un alto trampolino nella vita…
Respiro ed espiro.
Assumo un bel portamento.
Ogni gesto è un’ azione che dirige tutto in me verso di lui solamente
E poi – BOOM!” I miei occhi incontrano i suoi in uno sguardo incerto,
si chiede se sono solo un’ altro straniero intorno a lui,
tipo quelli con i grembiuli o le uniformi, con strani oggetti…
Ma poi nota che sono un po’ diverso.,
qualcosa di inusuale nel paesaggio locale, un po’ strano e surreale..
Quello sono io.
Restituisco il suo sguardo con il mio sorriso
Ogni cosa intorno a noi è solo un grande pezzo dello scenario
con pazienti, ferite e strani odori.
Entrambi siamo in un momento che è forte quanto la vita stessa.
Mi avvicino a lui lentamente
Ancora una volta gesticolo.
Risponde con un sorriso sorpreso, questo è il mio invito.
In un mondo senza linguaggio dove tutto è chiaro, senza conflitti,
adesso duelliamo con le spade.
L’odore della gamba ferita viene e va,
minacciando di terminare il nostro gioco.
Fortunatamente ho un naso rosso,
che mi preserva dai cattivi odori, dai disastri….
Quando si gira, conficco un pallone nel mezzo della sua testa.
Ride rumorosamente, una risata rotolante di dolore e ferite.
Ricominciamo di nuovo…un gioco senza regole….
Cavalchiamo e ridiamo.
Lui è nel letto, io sono un burattino con i fili.
Siamo davvero amici, amici per la vita!
Il suo piede è stato amputato
E che adesso i chirurghi devono toglierne
un altro pezzo per l’infezione
– che notizia terribile e dolorosa!.
Gli dico arrivederci per il momento
e esco per un caffè e una sigaretta.
Improssivamente il medico mi grida da lontano
“Dush! Lo stanno portanto in chirurgia! C’è bisogno di te!!
Verso il caffè nelle fognature,
Spengo la sigaretta,
Corro indietro verso la nuova/vecchia esperienza.
I dottori, infermieri e suo fratello maggiore,
tutti marciamo nella parata della chirurgia
ma senza luci e scintillii,
cè una sedia a rotelle tra le tende.
Entriamo nella tenda, lo appoggiamo sul letto
Tra odori, rumori, voci
E molte altre storie
Lui si addormenta
Vado via, respiro, metto un punto alla fine di questo paragrafo.
Poi mezz’ora dopo il medico viene e mi dice
che non ci sarà nessuna operazione oggi,
tutto rimandato a domani.
I suoi genitori sono ancora al loro villaggio.
Lui dorme già, dorme come un piccolo bambino.
Vado da lui a dargli una carezza della buonanotte
Prego che sogni di qualcosa che ama e vuole di più al mondo
Stiamo aspettando tutti i suoi genitori..
Saranno qui domani, sono ancora al loro villaggio…
La notte conclude un giorno di esperienze tremende,
poi arriva la mattina. Il sole è enorme.
Lo trovo su una sedia a rotelle
Allora iniziamo una corsa su sedia a rotelle.
Stiamo aspettando i suoi genitori..
Ritorna a letto, si distende,
ma vuole ancora giocare.
Allora prendiamo un paio di siringhe
riempite con acqua fredda.
Ci spruzziamo l’un l’altro diritti nella faccia,
come fanno gli amici per la vita,
Aspettiamo ancora i suoi genitori…
E di nuovo quel momento, la fine del giorno.
Arriva il medico e spiega gentilmente
“La chirurgia sarà domani mattina,
potrai rivederlo con la sua gamba amputata dopo”.
Rispondo “Ok, è chiaro, Grazie”
Grazie, caro dottore, sei un uomo meraviglioso,
tu e tutti quelli che sono venuti con te.
Si, voi gente in uniforme,
tanto di cappello a voi, sorrido da dentro,
mi sento privilegiato ad essere qui con voi.
Grazie a voi veramente, angeli per essere quello che siete.
Tante cose accadono attorno a noi.
La pace è insana,
con forze tremende che non riposano mai
facciamo uno sforzo per non dimenticare
quello che sperimentiamo,
sentiamo e assorbiamo grandi quantità di emozioni miste.
Si,
Sono un clown che sgambetta tra la morte e la vita
di altre persone.
Come la vita è una storia infinita
Continuiamo il gioco senza regole anche domani.
Continuiamo a creare e vivere il qui e ora.
E, si, siamo ancora qui.
«I clown per me sono sempre stati quelli che rimangono in piedi di fronte a ogni tipo di trauma».
I diari sono stati tradotti e rivisti per brevità e chiarezza.