Nel Mar Cinese Meridionale aumentano le tensioni tra Cina e Usa

Di Chriss Street

Mentre gli Stati Uniti sono alle prese con il virus del Pcc, comunemente noto come nuovo coronavirus, la Cina ha inviato le sue milizie navali nel Mar Cinese Meridionale per dare il via a una serie di provocazioni militari.

Secondo le immagini satellitari e di localizzazione delle navi visionate da Radio Free Asia (Rfa), a gennaio la Marina dell’Esercito popolare di liberazione ha iniziato a dirigere le navi attraverso le Union Banks, un atollo che si trova nel mezzo delle Isole Spratly del Mar Cinese Meridionale.

Nonostante il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite delle rivendicazioni di Malesia, Filippine, Vietnam e Taiwan, la Cina afferma di detenere diritti esclusivi su oltre l’80 per cento del Mar Cinese Meridionale, che include un’area di 2 milioni e 253 mila chilometri quadrati dell’Oceano Pacifico, con riserve di petrolio pari a 22 miliardi di barili e 290 trilioni di metri cubi di gas naturale.

L’area di pesca cinese è la più grande al mondo, essendo addirittura superiore a quella delle dieci successive nazioni messe insieme. Secondo Global Fishing Watch, un gruppo no-profit che segue le attività di pesca, la Cina impiega 672 mila imbarcazioni motorizzate, di cui 2 mila 500 pescano in alto mare. Ma tra queste ci sono anche migliaia di imbarcazioni militari che non si dedicano mai alla pasca.

Secondo Andrew Erickson, professore di strategia presso il China Maritime Studies Institute (Cmsi) dell’U.S. Naval War College (Nwc), la Marina cinese dispone di almeno 84 navi costruite appositamente con cannoni ad acqua montati sugli alberi e scafi in acciaio rinforzato. Le imbarcazioni della Marina cinese che «battono bandiera» sono spesso affiancate da formazioni armate della Guardia Costiera della Liberazione del Popolo e della Marina Militare. La strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti del 2017 (Nss) ha evidenziato che la Cina è impegnata in una continua competizione con l’America – né «in pace» né «in guerra». L’Nss ha identificato ciascuna delle tre forze marine cinesi come rappresentative di seri e crescenti rischi per gli interessi e i valori degli Stati Uniti.

Per celebrare i 25 anni di relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Vietnam, la Uss Theodore Roosevelt Carrier Strike Group, accompagnata dalla trentunesima unità di spedizione marittima a sostegno degli alleati statunitensi, ha condotto un’operazione di «liberalizzazione della navigazione» nel Mar Cinese Meridionale, compreso uno storico primo scalo portuale a Danang il 4 marzo.

Però il 14 marzo, le navi della Pfamm sono state avvistate a Johnson Reef, nell’angolo sud-ovest della Union Banks. Il momento coincideva con l’anniversario della battaglia di Johnson Reef del 1988, in cui decine di soldati vietnamiti hanno perso la vita, e la Cina ha preso per la prima volta il controllo della barriera corallina. Già a febbraio, la Cina aveva aumentato seriamente le provocazioni, con unità di terra che sparavano laser contro i velivoli di sorveglianza statunitensi nella regione. La Pla Air Force ha anche iniziato a condurre sortite nel Mar Cinese Orientale, con gli aerei Shaanxi Y-8, operativi nelle esercitazioni antisommergibili nelle acque contese al largo di Taiwan.

Il 23 marzo gli Stati Uniti hanno risposto con un aereo da ricognizione della Marina Lockheed EP-3E che ha condotto sortite di sorveglianza tra Taiwan e le Filippine. Il giorno successivo, la Uss Barry, accompagnata dall’incrociatore missilistico guidato Uss Shiloh, ha lanciato dei missili a fuoco vivo dal Mar delle Filippine al Mar Cinese Meridionale, e la settima flotta statunitense ha pubblicato su Facebook il video dell’attivazione e del lancio di un missile standard a medio raggio (Missile-2). Normalmente, la mossa successiva sarebbe stata quella di ristabilire l’autorità degli Stati Uniti nel Mar Cinese Meridionale, dirigendo sul posto la Task Force Uss Theodore Roosevelt, che si era spostata a ovest nel Mar Cinese Meridionale. Tuttavia questo non è stato possibile, poiché il 24 marzo la più potente task force navale del mondo è stata immobilizzata da un’epidemia di coronavirus.

Il comandante della flotta statunitense del Pacifico, ammiraglio John Aquilino, ha dichiarato all’Associated Press (AP) che la Roosevelt si sarebbe diretta a Guam, a 2.000 miglia dal Mar Cinese Meridionale, avvertendo i nemici che: «Sia chiaro che la nave è pronta a rispondere se necessario».

L’ex ammiraglio in pensione James Stavridis, diventato primo comandante della Nato in Europa, ha spiegato all’Ap: «La Marina si sta dirigendo in acque agitate, e nei prossimi mesi non sappiamo cosa potrà accadere», avvertendo inoltre che gli stretti alloggi della nave potrebbero diventare «compartimenti di propagazione» del virus.

 

Articolo in inglese: China Ramps Up South China Sea Provocations as US Battles CCP Virus

 
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